2012 Comunicati  20 / 01 / 2012

Trento antitridentina

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 7/12 del 20 gennaio 2012, San Sebastiano

Trento antitridentina

A Trento gli israeliti trasformeranno la cappella dedicata a San Simonino a Palazzo Salvadori in sinagoga. La notizia, che ci rattrista profondamente, a rigor di logica dovrebbe essere accolta favorevolmente da chi riconosce Benedetto XVI come autorità legittima della Chiesa. Infatti, in piena continuità col decreto conciliare Nostra Aetate e con tutto ciò che Giovanni Paolo II ha detto e fatto, Ratzinger ha fatto dell’ecumenismo con i giudei un elemento prioritario.

Sulla triste vicenda della cappella di San Simonino, che è stata definita la “rivincita di rabbi Samuele” (Rino Cammilleri, Antitodi del 12.1.2012), rimandiamo all’articolo del quotidiano L’Adige del 11.11.2011, segnalato dall’associazione trentina La Torre.

Negli ultimi mesi la vita religiosa di Trento ha registrato un’altra novità: l’applicazione del motu proprio di Benedetto XVI sull’uso del Messale Romano.

Ora, il motu proprio si basa sull’accettazione del nuovo rito di Paolo VI, riconoscendolo buono e valido. Ma i cardinali Ottaviani e Bacci, sottoscrivendo il “Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae”, denunciavano come quel rito rappresenti “un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino”, concludendo che “è evidente che il Novus Ordo non vuole più rappresentare la fede di Trento”. Quindi, proprio nella città del Concilio, cadendo nell’astuta trappola di Ratzinger, l’apparente sostegno al vecchio rito rafforza invece l’adesione al nuovo rito antitridentino!

Ma c’è di più: la celebrazione (valida?) del motu proprio è ovviamente in comunione col “vescovo” di Trento e con tutto il clero della diocesi, tra cui don Igino Rogger. Don Rogger, per chi non lo sapesse, è uno dei principali responsabili dell’abolizione del culto a San Simonino (e dell¹occultamento del corpo del martire) insieme agli occupanti della sede episcopale trentina di ieri e di oggi. Quindi i promotori (e i
frequentatori) della “messa” del motu proprio di Trento si ritrovano a essere non solo “una cum” con Benedetto XVI ma anche conŠ Igino Roger! Mala tempora currunt.

Simonino, sinagoga di livello europeo
Venduta la ex cappella, sarà centro di ebraismo. Un gruppo di rabbini a Trento per un contatto con le autorità provinciali.

La trattativa tra la Domonet srl e un importante imprenditore ebreo, di cui ancora non è dato sapere il nome, si è conclusa: la ex cappella del Simonino, all’interno di Palazzo Salvadori, passa di proprietà. E diventerà un centro importante di religiosità e cultura ebraica. Per questo ieri a Trento c’era un gruppo di rabbini venuto da Bruxelles per prendere accordi con l’assessore alla Cultura della Provincia circa l’inaugurazione del nuovo luogo di culto.

Ieri, nel contesto del convegno su Padre Kino che si teneva presso la Fondazione Bruno Kessler, sede di via S.Croce, gli invitati hanno potuto notare la presenza di alcuni rabbini. I religiosi per un certo tempo si sono anche appartati con l’assessore alla Cultura della Provincia Franco Panizza. «Si tratta di personalità di spicco della comunità ebraica europea, in particolare dell’European Jewish Development Fund». Perché questa loro visita in Trentino? «Ora che l’acquisto della ex cappella del Simonino è cosa fatta – si lascia scappare l’assessore – hanno voluto cercare questo primo contatto per iniziare a definire alcuni contorni dell’inaugurazione di quella che sarà di nuovo una sinagoga.

Ma anche un centro di studio della cultura ebraica». A detta di Panizza i religiosi che si sono recati a Trento hanno manifestato l’idea che il nuovo centro di culto debba avere una risonanza internazionale e quindi che la sua inaugurazione debba essere all’altezza di questo fatto. Hanno chiesto quindi la collaborazione della Provincia in questo senso, chiedendo anche che il luogo di culto possa diventare sede di una programmazione culturale di livello. «Si è parlato di programmarvi degli eventi culturali a cui la Provincia potrebbe essere interessata» taglia corto Panizza.

Inutile chiedere di più all’assessore alla Cultura. Fonti certe comunque affermano che la trattativa sulla cessione dell’immobile è ormai terminata. Nulla si sa della cifra pattuita ma si sa invece che, per una questione di procedura, la firma dell’atto di compravendita non è ancora stata apposta sotto il documento dalle due parti (in mezzo c’è una questione di leasing da risolvere nei prossimi giorni). La Domonet srl, proprietaria dell’immobile, era da tempo in trattative con questa sorta di «mecenate ebreo».

La compravendita è sempre stata seguita con un occhio di attenzione dalla Provincia autonoma che aveva un tempo rinunciato a far valere il suo diritto di prelazione sull’immobile ma ha sempre dimostrato il suo impegno per la valorizzazione dello stesso. La Cappella del Simonino era stata l’abitazione di Samuele da Norimberga, quindi sinagoga della comunità ebraica della città di Trento. Una comunità che era stato di fatto azzerata nel 1475 a seguito dei fatti che portarono alla morte del bambino, il Simonino, il cui omicidio fu falsamente attribuito agli ebrei. Il Simonino divenne un martire e come tale celebrato.

Solo dopo più di cinque secoli quella comunità ebraica sarà infine riconosciuta «innocente» rispetto a quel presunto martirio. La European Jewish Development Fund è sorta a Bruxelles nel 1993 e tra i suoi scopi dichiarati ha quello di «promuovere l’orgoglio ebraico, assicurare continuità alle tradizioni ebraiche e cercare di compattare la voce degli ebrei per combattere l’antisemitismo, sostenere e difendere «i grandi valori ideali e morali di Israele».

In questo senso (vedi il sito www.ejdf.eu) l’associazione si spende per ridare vigore ad una autentica cultura ebraica, anche nell’educazione giovanile e in contatto con il complesso mondo della comunicazione. (Da L’Adige dell’11.11.2011)

Fonte: Associazione La Torre