2013 Comunicati  28 / 03 / 2013

Terra Santa ­ I deicidi rendono sempre più difficile la presenza dei cristiani

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 33/13 del 29 marzo 2013, Venerdì Santo

Terra Santa: i deicidi rendono sempre più difficile la presenza dei cristiani

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Pasqua: Israele chiude valichi Territori. Ahsrawi protesta contro limitazioni a fedeli cristiani
TEL AVIV, 24 MAR – Per la Pasqua ebraica, il ministro israeliano della difesa Moshe Yaalon ha ordinato la chiusura dei valichi con la Cisgiordania, dalla mezzanotte di oggi e fino alla notte di martedì. La Pasqua ebraica inizierà domani sera e durerà una settimana. Prima che questo provvedimento fosse reso noto, la dirigente palestinese Hanan Ashrawi aveva denunciato le difficoltà dei fedeli palestinesi cristiani intenzionati a celebrare a Gerusalemme la Domenica della Palme e la Settimana santa.
Ansa

Mons. Chacour: a rischio l’esistenza dei cristiani in Terra Santa
I vescovi europei e nord-americani, nella loro missione in Terra Santa, hanno toccato con mano le difficoltà delle comunità cristiane locali. La nostra inviata Veronica Scarisbrick ne ha parlato con l’arcivescovo greco-melkita Elias Chacour:
R. – La crisi è continua da quando siamo diventati una minoranza, cioè dalla creazione dello Stato d’Israele. E in quanto minoranza abbiamo problemi che minacciano l’esistenza stessa dei palestinesi cristiani e la loro presenza in Terra Santa.
D. – Può menzionarne alcuni?
R. – Certo. Le faccio un esempio molto semplice. Abbiamo le nostre scuole cristiane in Israele. Il Ministero dell’Istruzione versa i sussidi per i bambini di qualsiasi scuola, ma è stata fatta un’eccezione per le scuole cristiane. Non solo ci danno meno della metà dei sussidi, ma continuano a ridurli sempre più. Rischiamo, quindi, di chiudere le nostre scuole. E le nostre scuole non sono semplicemente “scuole”: sono luoghi dove cristiani, musulmani, drusi e ragazzi di altri confessioni imparano a vivere insieme. Questo potrebbe non essere più possibile e ci addolora molto.
D. – Per i cristiani di tutto il mondo la Terra Santa continua a rimanere un luogo importante…
R. – I Luoghi Santi sono estremamente importanti e sono grato per tutti quei cristiani che se ne prendono cura. Ma è giunto il momento di chiedersi quale possa essere il significato dei Luoghi Santi se non ci sono più cristiani; qual è l’importanza delle pietre sante di questa terra se non ci sono più pietre vive? Rivolgo un appello ai cristiani perché vengano qui in pellegrinaggio. Venite, ma dopo aver visitato le reliquie, le pietre, le antichità, incontrate anche le comunità cristiane locali! Saranno felici di riceverli, di condividere un pasto con loro; non chiederanno denaro, ma amicizia e solidarietà. Penso che lo meritino.
Radio Vaticana

Dalla Terra Santa i cattolici scrivono a Obama
Yusef Daher, segretario della Commissione Giustizia e Pace, a nome dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, ha inviato oggi una Lettera al Presidente degli Stati Uniti che sta per imbarcarsi in un viaggio alla volta del Medio Oriente (il primo da presidente in quanto nel 2008 si era recato in Israele da candidato alla Casa Bianca).
“Noi, i capi delle Chiese cristiane cattoliche di Gerusalemme, le diamo il benvenuto con tutto il cuore nell’imminenza della sua prossima visita in Israele e Palestina. In questa occasione vorremmo attirare la sua attenzione su alcuni problemi di primaria importanza che influenzano profondamente la presenza dei cristiani in questi paesi”. La Lettera elenca così la situazione di precarietà in cui versa la Terra Santa e non da oggi: il popolo palestinese vive da 46 anni sotto l’occupazione militare israeliana. La situazione dei cristiani palestinesi è la stessa di quella del resto della popolazione di altre fedi, e come conseguenza tutto ciò che colpisce il popolo palestinese si ripercuote anche sui cristiani.
Nei territori palestinesi occupati, sono numerose le violazioni del diritto internazionale nei confronti di una minoranza religiosa da parte delle autorità israeliane e ne vengono citate alcune a titolo di esempio: insediamenti israeliani illegali, un regime di permessi che limita fortemente l’accesso ai Luoghi Santi per musulmani e cristiani indifferentemente, esproprio di terreni di proprietà privata palestinese per l’espansione degli insediamenti israeliani e la costruzione del muro di separazione (come nel caso della valle di Cremisan).
Un grave fenomeno segnalato è quello dell’apolidia: infinite procedure di ricongiungimento e rifiuto della registrazione dei bambini unite a limitate possibilità di espansione a causa di alcuni permessi di costruzione concessi a Gerusalemme Est violano i diritti umani fondamentali dei palestinesi per costringerli a spostarsi, fino ad emigrare o anche all’esilio. E’ in atto – scrivono i leader cattolici una politica nascosta di discriminazione e oppressione” dove i cristiani sono trattati come “cittadini di seconda classe” in diversi settori della vita civile quali istruzione, opportunità di lavoro, proprietà, servizi locali comunali, ecc E ciò è ancora più grave in quanto la presenza cristiana palestinese gioca un ruolo importante in quella Terra: i cristiani infatti offrono un grande contributo determinante in campi quali l’educazione-istruzione, la sanità, i servizi sociali. Una loro eventuale assenza potrebbe avere conseguenze catastrofiche soprattutto se affiancata dalla contemporanea’ascesa dei fondamentalisti. “Dovrebbe essere attuato ogni sforzo – concludono i leader delle chiese – per salvaguardare la presenza cristiana in Terra Santa, anzi per farla rifiorire nel futuro, solo così non potremmo perdere la speranza”. L’appello al presidente degli Stati Uniti è quello di “esigere dallo Stato di Israele il rispetto del diritto internazionale e la cessazione di tutte le politiche illegali nei confronti della popolazione palestinese di Terra Santa”. Come dire la necessità di riavviare le trattative israelo-palestinesi che va ad aggiungersi ai delicati temi quali Iran e Siria.
La Stampa