Terra Santa – Palestinesi (e cristiani), cittadini di serie b
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 64/17 del 27 giugno 2017, San Crescente
Terra Santa – Palestinesi (e cristiani), cittadini di serie b
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Futuro incerto per i diplomati delle scuole di Terra Santa
TERRA SANTA – Nelle ultime settimane, nelle scuole del Patriarcato latino di Gerusalemme, si è tenuta la tradizionale cerimonia di fine anno e di consegna dei certificati per i maturandi. I giovani arabi di Israele e i giovani palestinesi, raggiunto questo traguardo, desiderano adesso inserirsi nel mercato del lavoro. Un’ambizione tutt’altro che scontata per i neo-diplomati che vivono in città dal contesto economico e geopolitico assai difficile.
Sono stati circa 231 gli studenti che hanno ottenuto il “prezioso” e tanto agognato diploma … durante cerimonie che hanno espresso la gioia di portare a termine il corso degli studi e nello stesso tempo la trepidazione nell’affrontare un futuro di incertezze.
In un recente studio condotto dal Comitato Cattolico contro la Fame e per lo Sviluppo, il CCFD Terre Solidaire, in occasione dei 50 anni dalla conquista da parte di Israele della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e di Gaza (1967-2017), si è messo in luce che «essere palestinese significa subire una pressione continua. Si vivono, giorno dopo giorno, eventi traumatici: espansione degli insediamenti, incursioni militari, posti di blocco, arresti, detenzioni, demolizioni di case, povertà, disoccupazione. La sensazione di insicurezza e frustrazione è permanente, aggravata dalla mancanza di prospettive per il futuro».
Naturalmente, dopo aver conseguito il diploma, gli ex allievi cercano di trovare lavoro in queste condizioni assai complicate. Nelle città palestinesi, come a Taybeh, ultimo villaggio rimasto interamente cristiano, a Nablus, a Birzeit, a Gerusalemme Est e anche, non ultime, le città arabe in Israele come Reineh, Jaffa e Nazareth, le attività economiche sono in notevole diminuzione, a volte scarse o inesistenti. Secondo lo stesso rapporto del CCFD, 3.000 adulti arabi di Gerusalemme Est perdono ogni anno la loro carta di identità di Gerusalemme, confiscata dallo Stato di Israele, spesso a causa del fatto che mandano i loro figli a studiare nelle scuole palestinesi. E ancora la mancanza di aule, la povertà e l’indisponibilità dei genitori rendono più difficile la vita dei giovani, che non riescono a guardare al proprio futuro con serenità.
Nonostante ciò, la consegna dei Diplomi è sempre per la Chiesa latina un’occasione di festa. In un paese in cui esiste un alto tasso di abbandono scolastico (solo a Gerusalemme Est il 40% dei ragazzi lascia la scuola prima dei 17 anni, come denuncia il CCFD), e in cui difficilmente si consegue una formazione completa e un diploma, uno studente che completa il corso degli studi fino alla Scuola Superiore è davvero per tutti un motivo di soddisfazione e anche di speranza per meglio affrontare una nuova fase della vita.
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