Terra Santa: i cristiani vittime dell’ebraismo
Centro studi Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 94/21 del 17 dicembre 2021, San Lazzaro
Terra Santa: i cristiani vittime dell’ebraismo
Da tempo il nostro centro studi denuncia gli atti vandalici dei confronti delle chiese in Terra Santa e le aggressioni ai sacerdoti da parte di gruppi ebraici, così pure la costante penetrazione nel quartiere cristiano degli stessi giudei.
Ora questi gravi problemi, taciuti dai media occidentali e dalle destre filo-sioniste, sono stati denunciati con un documento ufficiale da parte dei “patriarchi e capi delle chiese” di Terra Santa (modernisti e scismatici greci, armeni, ecc.).
Il documento è stato scritto prima che il governo di Tel Aviv prolungasse la chiusura delle frontiere agli stranieri sino a Natale, con l’annullamento dei pellegrinaggi, in particolare a Betlemme. Il fatto che lo stesso governo abbia aperto invece un corridoio per l’ingresso degli ebrei americani (cfr intervista a mons. Marcuzzo, AsiaNews del 16/12/2021) manifesta l’uso politico di queste misure, per colpire in particolare i cristiani palestinesi.
La Terra Santa senza pellegrini cristiani e soprattutto la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale dello stato ebraico (e pensare che taluni consideravano Trump come “l’ultimo baluardo” contro il mondialismo…) ha incoraggiato lo spirito aggressivo dei gruppi ebraici.
Staremo a vedere se il documento servirà a qualcosa, soprattutto per frenare l’acquisto da parte dei giudei delle case dei cristiani (con comportamenti poco chiari del “patriarcato” greco scismatico).
Dichiarazione sull’attuale minaccia alla presenza cristiana in Terra Santa
In tutta la Terra Santa, i cristiani sono diventati il bersaglio di attacchi frequenti e prolungati da parte di frange radicali. Dal 2012 ci sono stati innumerevoli episodi di aggressioni fisiche e verbali contro sacerdoti e altro clero, attacchi a chiese cristiane, con luoghi santi regolarmente vandalizzati e profanati e continue intimidazioni nei confronti dei cristiani locali che cercano semplicemente di pregare liberamente e di svolgere la loro vita quotidiana. Queste tattiche vengono utilizzate da tali gruppi radicali nel tentativo sistematico di cacciare la comunità cristiana da Gerusalemme e da altre parti della Terra Santa.
Riconosciamo con gratitudine l’impegno dichiarato del governo israeliano di sostenere una casa sicura e protetta per i cristiani in Terra Santa e di preservare la comunità cristiana come parte integrante del mosaico della comunità locale. A testimonianza di questo impegno vediamo l’agevolazione del governo nella visita di milioni di pellegrini cristiani ai luoghi santi della Terra Santa. È quindi motivo di grave preoccupazione quando questo impegno nazionale viene tradito dal fallimento di politici, funzionari e forze dell’ordine locali nel frenare le attività dei gruppi radicali che regolarmente intimidiscono i cristiani locali, aggrediscono sacerdoti e clero e profanano i luoghi santi e le proprietà delle chiese.
Il principio che il carattere spirituale e culturale dei quartieri distinti e storici di Gerusalemme dovrebbe essere protetto è già riconosciuto nella legge israeliana per quanto riguarda il quartiere ebraico. Tuttavia, i gruppi radicali continuano ad acquisire proprietà strategiche nel quartiere cristiano, con l’obiettivo di diminuire la presenza cristiana, spesso usando rapporti subdoli e tattiche intimidatorie per sfrattare i residenti dalle loro case, riducendo drasticamente la presenza cristiana e interrompendo ulteriormente le storiche vie di pellegrinaggio tra Betlemme e Gerusalemme.
Il pellegrinaggio cristiano, oltre ad essere un diritto di tutti i cristiani del mondo, porta grandi benefici all’economia e alla società israeliana. In un recente rapporto dell’Università di Birmingham, è stato evidenziato che il pellegrinaggio e il turismo cristiani contribuiscono per 3 miliardi di dollari all’economia israeliana. La comunità cristiana locale, sebbene piccola e in diminuzione di numero, fornisce una quantità sproporzionata di servizi educativi, sanitari e umanitari nelle comunità di Israele, Palestina e Giordania.
In accordo con l’impegno dichiarato a tutela della libertà religiosa da parte delle autorità politiche locali di Israele, Palestina e Giordania, chiediamo un dialogo urgente con noi Capi della Chiesa, in modo da:
1) Affrontare le sfide presentate dai gruppi radicali a Gerusalemme sia alla comunità cristiana che allo stato di diritto, in modo da garantire che nessun cittadino o istituzione debba vivere sotto la minaccia della violenza o dell’intimidazione.
2) Avviare il dialogo sulla creazione di una speciale zona culturale e del patrimonio cristiano per salvaguardare l’integrità del quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme e per garantire che il suo carattere unico e il suo patrimonio siano preservati per il benessere della comunità locale, la nostra vita nazionale e il mondo intero.
I Patriarchi e i Capi delle Chiese a Gerusalemme , 13 dicembre 2021
https://www.custodia.org/it/news/statement-current-threat-christian-presence-holy-land