Suor Francesca, il “sergente maggiore”
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 44/16 del 20 maggio 2016, San Bernardino
Beati i peccatori che incontrano sul loro cammino persone caritatevoli come il ‘sergente maggiore’ del racconto…
(…) Scena terza. Non ha palcoscenico.
Il signore, che ha narrato le due scene precedenti, riapre il suo giornale – un fascicolo – e si immerge di nuovo nella lettura, perché io sono stato chiamato fuori dal mio ufficio, nel corridoio.
Quando rientro, il signore mi chiede: Siete molto occupato?
– Ma no! Rispondo.
– Comunque – egli dice – per la scena terza, conclusiva del mio racconto, mi bastano pochi secondi.
– Anche se occorresse un’ora…
– Niente affatto! Vi leggo un capocronaca di questo giornale. Attenzione: traduco alla lettera dall’inglese della Rhodesia.
“Ad ottantun anno di età, si è spenta, a Swolo, Suor Francesca Condon, meglio conosciuta sotto il nome di “Sergente Maggiore” per quell’opera di assistenza religiosa e civile con la quale seppe assicurare, fra noi, ai derelitti la più salda difesa, mentre riusciva anche ad infondere nei traviati di ogni specie tanto rispetto delle leggi umane e divine”.
– Questo giornale, aggiunge il signore, era protestante.
– Adesso non lo è più?
– Adesso è cattolico.
– Stupenda metamorfosi! – esclamo io.
– Si: stupenda. E sapete com’è che, nelle sue pagine, incominciò a circolare un’aria, in principio, di maggiore e migliore obbiettività nei riguardi della Chiesa, e poi rispetto, e poi, anche di ammirazione e, infine, di esaltazione della vera fede? Fu così. Il direttore, un luterano accanito, le sparava così grosse che, un giorno, senza farsi annunziare, e con lo slancio di un bolide, gli si presentò dinanzi Suor Francesca e gli gridò in faccia:
“Signor Direttore, vi credevo un uomo d’ingegno e di cultura: siete invece un imbecille, scusate, e di quale calibro! Pubblicare contro Cristo, e contro la Chiesa, e contro coloro che qui rappresentano e l’uno e l’altra le stolide fandonie che andate affastellando! Tutta roba sfatata, tutto ciarpame, tutta crusca e loglio. La smetterete, non è vero? Non fosse altro per amore della vostra stessa reputazione. Quanto a me, Suor Francesca, vi giuro, signor Direttore, che pregherò e farò pregare incessantemente Gesù e la Madonna, perché vogliano concedervi, nelle peggiori delle ipotesi, quel tanto di luce che vi permetterà di non continuare a falsare né la storia né la realtà”.
Il Direttore, mi fu detto allora, rimase sbalordito. Ma la lezione tremenda gli giovò. E il resto, come suole accadere in simili casi, venne da sé.
Mario Bernardi (Da: La strenna di Crociata Missionaria 1953, pag. 48)