2024 Comunicati  04 / 12 / 2024

Siria: i buoni rapporti dei terroristi islamici con Tel Aviv

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 90/24 del 4 dicembre 2024, Santa Barbara

Siria: i buoni rapporti dei terroristi islamici con Tel Aviv

In Siria prima della guerra del 2011 i cristiani erano il 10% della popolazione, ora sono meno del 3%. In particolare Aleppo era la città con più cristiani del Medio Oriente dopo Il Cairo e Beirut. Negli ultimi giorni tutta la città di Aleppo è stata occupata da organizzazioni terroristiche islamiche. Segnaliamo la parte di un articolo che mette in luce i rapporti tra questi tagliagole e Israele.

Il senso dei terroristi siriani per Israele

(…) Quanto ai terroristi che hanno nuovamente insanguinato la Siria, ribadiamo che servono due padroni: la Turchia e il binomio Stati Uniti – Israele (che procede in combinato disposto).

Sul ruolo di Israele in questa nuova guerra, le dichiarazioni dell’ex tenente dell’intelligence militare Mordechai Kedar a Channel 12: “Sono in costante contatto con i leader delle fazioni dell’opposizione siriana e la mia impressione è che non considerino Israele un nemico. Sono pronti per un accordo di pace con Israele, ma solo se ottengono il controllo della Siria e del Libano. I leader delle fazioni dell’opposizione siriana hanno informato Tel Aviv che intendono aprire un’ambasciata israeliana a Damasco e Beirut”.

“Oggi siamo a fianco dei ‘rivoluzionari’ siriani, ma domani non lo so. I ‘ribelli’ si libereranno della presenza iraniana e di Hezbollah, quindi dobbiamo sostenerli”, ha concluso.

Le dichiarazioni di Kedar al media israeliano sono state rilanciate dal sito al Manar, vicino a Hezbollah, e fanno il paio con quanto riferisce il Times of Israel in un articolo nel quale riporta le testimonianze di diversi esponenti di Tharir al Sham, che ai media israeliani hanno ostentato i loro sentimenti di amicizia nei confronti di Tel Aviv.

“Nessuno sa se l’Iran e il regime [di Assad] si sarebbero indeboliti senza i recenti attacchi israeliani in Siria, che ci hanno permesso di tornare e liberare le terre e il paese”, ha detto uno degli interpellati. “Amiamo Israele e non siamo mai stati suoi nemici. [Israele] non è ostile a coloro che non gli sono ostili. Non vi odiamo, vi amiamo molto”, ha detto un altro miliziano.

Mentre un fantomatico leader dell’opposizione siriana in esilio, tal Fahad al Masri, ha dichiarato: “Chiediamo alla leadership israeliana di lanciare attacchi intensivi contro le posizioni e le truppe delle milizie sostenute dall’Iran nel territorio siriano. Sarà necessario colpire obiettivi a Homs, Damasco e al confine con il Libano. Ciò contribuirà a liberare il territorio siriano dalla presenza libanese e dalle armi di Hezbollah e dai tentacoli della piovra iraniana”.

Ovviamente Israele deve ponderare con attenzione un’eventuale alleanza aperta con Tharir al Sham, dal momento che negli Usa è classificata come organizzazione terrorista e ciò potrebbe causare complicazioni (da vedere se gli ultras israeliani chiamati a far parte della futura amministrazione Trump faranno pressioni per eliminare tale identificazione).

Ma quel che ha chiesto al Masri, cioè il bombardamento di target iraniani e di Hezbollah, è quanto fa l’aviazione di Tel Aviv da oltre un decennio, anche in assenza della criticità attuale, nell’intento, che i suoi antagonisti dicono pretestuoso, di eliminare la presenza iraniana e di Hezbollah dalla Siria. Probabile che tale attività si intensifichi.

Complicato il rebus mediorientale, dove milizie votate al Terrore che si dicono islamiche profondono amicizia verso il Paese protagonista degli indicibili orrori di Gaza. E dove il Paese che dice di essere in guerra contro il Terrore, quello di Hamas, si allea con i terroristi che da oltre un decennio insanguinano il Paese confinante.

Fonte: https://www.piccolenote.it/mondo/siria-jihadisti-per-turchia-e-israele