Rassegna stampa del 27.02.2012
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 22/12 del 27 febbraio 2012, San Leandro
Rassegna stampa del 27.02.2012 (i titoli sono redazionali)
In rilievo – Il Vitello d’oro non paga l’ICI
Le fondazioni bancarie sono in totale 89 e dispongono di un patrimonio complessivo di oltre 50 miliardi di euro, oltre la metà in mano alle prime 5 (Cariplo, MPS, Compagnia di S. Paolo, Ente CR di Roma e Fondazione Cariverona), due terzi in mano alle prime 11: le altre otto sono Fondazione CR di Torino, Ente CR di Firenze, CR di Cuneo, Fondazione Banco di Sardegna, Fondazione CR di Genova e Imperia, Fondazione CR di Padova e Rovigo.
Nel dicembre 2002 la quota impegnata nelle partecipazioni bancarie era del 33,7% (14.062,9 milioni di euro), 41% nel 2001, mentre il resto era investito in titoli di Stato ed in società private scelte esclusivamente secondo il criterio della redditività. Da questo capitale le fondazioni ricavano ogni anno lauti guadagni, devoluti ad attività di utilità sociale: il settore maggiormente finanziato è quello artistico e culturale. E’ opinione diffusa che tale predilezione sia dovuta al fatto che le manifestazioni culturali siano un’ottima occasione per fare pubblicità alla propria banca. Questa la suddivisione dei comparti: Artistico e culturale 29%, Istruzione 16,5%, Assistenza sociale 12,5%, Filantropia e volontariato 12%, Sanità e ricerca 10% e 9%. I soggetti privati hanno ricevuto il 57,4% degli importi, i soggetti pubblici il 42,6%.
Prima della beneficenza, bisognerebbe pagare le tasse. Le fondazioni in questione beneficiano tutte dello status di no-profit, pertanto sono esentate dal pagare le tasse, persino degli utili usurai che ricevono dal prestare a strozzo il denaro ai cittadini. La beneficenza, se non c’è prima la giustizia sociale, è solo restituzione del maltolto. I contributi elargiti, oltre ad essere squilibrati rispetto alla destinazione d’uso, sono squilibrati anche da un punto di vista geografico.
Infatti circa l’82% dei contributi è a favore di iniziative del nord, mentre al centro va il 16% ed al sud ed isole solo il 2% (Fonte: Acri). Ciò accade perché le fondazioni distribuiscono i contributi nel territorio in cui risiedono: poiché la maggior parte di esse ha sede al nord, ecco spiegata l’anomalia. La Fondazione Cariplo è la seconda socia di maggioranza del Gruppo Intesa-San Paolo (dopo Goldman Sachs), da sempre nella lista delle banche che commerciano in armi. Una domanda a tutti quelli che chiedono di far pagare l’Ici alla Chiesa, scimmiottando l’intellettuale affondo di MicroMega (organo ufficiale di Goldman Sachs in Italia): come mai vi è sfuggita questa anomalia delle fondazioni bancarie che incassano miliardi e pagano meno della Chiesa?
Fonte: Gelsi.it
Democrazia moderna: uccidere, massacrare, sterminare
(5.01.2012) Nel suo prometeico tentativo di diventare una “società perfetta”, la Danimarca sembra procedere a tappe forzate nel progetto di eliminare tutti i soggetti affetti dalla sindrome di Down. Nel 2004 il governo danese ha impresso una possente spinta a questa battaglia eugenetica offrendo la possibilità di ricorrere gratuitamente alle diagnosi prenatali per l’identificazione, e la conseguente eliminazione a mezzo aborto, dei nascituri “difettosi”. L’obiettivo pare sia quello di raggiungere il primato di unico Paese al mondo «Down Syndrome Free». Esiste anche una data entro cui realizzare il sogno: il 2030. A rivelarlo è stato, sul finire di quest’anno, un articolo del giornalista Nikolaj Rytgaard apparso sul quotidiano danese Berlingske, con l’inquietante affermazione che «presto nascerà l’ultimo bambino danese affetto dalla sindrome di Down». (…)
Per leggere tutto l’articolo (Avvenire del 5.01.2012): Bastabugie.it
Decreto Salva Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender)
(17.02.2012) L’Italia aderisce al programma antidiscriminazioni Lgbt del Consiglio d’Europa attraverso l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni del dipartimento Pari Opportunità. Il programma prevede come aree di intervento: l’attività di prevenzione e contrasto del bullismo omofobico e transfobico a scuola, il contrasto alle discriminazioni verso le persone Lgbt nel mondo del lavoro, con particolare riguardo alle persone transessuali e transgender, la sensibilizzazione delle forze dell’ordine, il contrasto agli stereotipi nei mass media in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa italiana.
“Questa adesione dell’Italia è un passo rilevante nell’ottica di uno sviluppo positivo del programma”, ha commentato Ralf Renè Weingaertner, direttore del Directorate of Human Rights and Antidiscrimination del Consiglio d’Europa. “I discorsi di incitamento all’odio contro le persone Lgbt non sono tollerati come forma di libertà di espressione” ha detto ancora il rappresentante del Consiglio d’Europa. L’incontro sul contrasto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere si è tenuto nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla presenza del ministro del Lavoro Elsa Fornero e con una platea di rappresentanti delle associazioni di tutto il mondo Lgbt italiano.
Fonte: Affari Italiani
Domanda
Chi salverà dalle discriminazioni sociali, tributarie, economiche, sanitarie, ecc. coloro che non sono Lgbt ma semplicemente Lsdp (lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati)?
Salva pescecani
(17.02.2012) Era tutto un bluff, bastava saperlo. O forse, avendo a che fare con la Casta, bisognava aspettarselo. La Camera, con uno dei suoi ormai celebri blitz, ha bloccato ogni taglio e salvato lo stipendio dei supermanager di stato. A Montecitorio tutti i partiti avanzano obiezioni tecniche alle sforbiciate annunciate dal premier Monti. Risultato: a venir ridimensionate saranno solo le nuove buste paga. Il governo aveva previsto un tetto massimo di poco più di 300mila euro lordi all’anno. Niente da fare. Non verranno dimezzati gli stipendi di Attilio Befera, capo di Equitalia, così come quello del capo di gabinetto dell’Economia Vincenzo Fortunato o il direttore dei Monopoli dello Stato, Raffaele Ferrara.
Fonte:Libero
Siria: trame abbronzate
(17.02.21012) Ancora una volta potrebbe essere l’attuale direttore della Cia, David Petraeus, a svolgere un ruolo cruciale nella sempre più intricata crisi siro-iraniana. Secondo fonti d’intelligence interpellate dal Foglio, è a lui che l’Amministrazione Obama avrebbe affidato il compito di replicare in Siria quanto sperimentato con successo contro al-Qa’ida in Iraq. Il vantaggio dell’operazione contro il regime di Damasco consiste nella possibilità di dispiegare sul territorio siriano militanti sunniti provenienti dai Consigli del Risveglio iracheni, dall’Arabia Saudita, dal Libano, dalla Turchia e dalla Libia. Si tratta di combattenti perfettamente addestrati alla guerriglia urbana e all’uso di esplosivi. “E’ questa – affermano le nostre fonti – la guerra nascosta lanciata dagli Stati Uniti per destabilizzare il regime siriano e costringere Bashar el-Assad a lasciare il potere al più presto.
L’obiettivo dichiarato è di evitare qualsiasi coinvolgimento in iniziative militari sul modello libico, rese impraticabili dalla netta opposizione e ostilità del temibile asse russo-siro-iraniano”. Non a caso, Petraeus e gli strateghi militari di Washington considerano del tutto velleitario il piano d’intervento militare turco-arabo (con l’appoggio statunitense) proposto dalla Turchia. Inutile, secondo il Pentagono, sarebbe pure l’introduzione di una “no fly zone” sullo spazio aereo di Damasco. La convinzione delle autorità americane è che, a differenza di quanto accaduto in Libia, qualsiasi opzione militare nei confronti della Siria imporrebbe il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti con l’intervento di truppe a terra, scatenando conseguentemente un conflitto di incalcolabile portata.
Tale scenario è stato più volte escluso categoricamente da Barack Obama, che ha preferito affidare a Petraeus il compito di fare il possibile per far avvicinare la caduta di Assad. Il direttore della Cia ha nelle ultime settimane predisposto in Medio Oriente un enorme dispositivo di intelligence, con centinaia di agenti impegnati a reclutare gruppi di miliziani sunniti da infiltrare in Siria (la Fratellanza musulmana giordana ha già invitato a combattere Assad con ogni mezzo).
Sul New York Times del 12 febbraio, Tim Arango ha raccontato come un flusso crescente di armi stia giungendo in Siria dalla provincia irachena di Anbar e dalle aree cicostanti Mosul, città situata a pochi chilometri dalla frontiera. Nel deserto occidentale dell’Iraq, spiega Arango, gli arabi sunniti si stanno organizzando per partecipare alla lotta dell’opposizione siriana, sfruttando i legami secolari tra le tribù dei due paesi. “Fornire le armi ai ribelli siriani è un dovere, Assad è un macellaio”, spiega lo sceicco Ali Hatem al Suleiman, tra i leader principali del Consiglio sunnita di Anbar. Petraeus sarebbe riuscito anche a coinvolgere nei suoi piani vari gruppi organizzati di militanti libanesi il cui odio per il rais di Damasco deriva dall’uccisione di Rafiq Hariri a Beirut nel febbraio 2005. Queste cellule sono disposte a tutto, e già si troverebbero in Siria con l’obiettivo di eliminare Bashar el Assad.
Fonte: Associazione La Torre
Razzismo antisemita (ma se sono semiti arabi il fatto non sussiste)
(18.02.2012) Sconvolgente la reazione razzista degli utenti israeliani alla tragedia di ieri mattina in Cisgiordania. Dopo che un mezzo pesante israeliano ha investito vicino Gerusalemme uno scuolabus palestinese, uccidendo nove bambini tra i 10 ed i 16 anni, e ferendone altri venti, otto dei quali versano in gravissime condizioni, gli utenti israeliani, creando una pagina su Facebook a proposito dell’incidente, hanno iniziato a felicitarsi per l’accaduto lasciando commenti pieni di odio e razzismo, difficilmente attribuibili ad essere umani.
Il post israeliano Walla http://www.walla.co.il/ , legato a un sito web di notizie, ha tranquillamente ospitato sulla sua pagina Facebook i vergognosi commenti sul tragico incidente:
Alcuni commenti degli utenti israeliani tradotti in inglese.
Benny Dazanashvili: Rilassiamoci, sono bambini palestinesi…
Tali Bilton: Sembrano bambini palestinesi…Se Dio vuole…
Tal Simhon: Se Dio vuole sono palestinesi…
Ajala Cali: Grande! Meno terroristi!
Elyia Eliza: Solo bambini palestinesi risultano feriti, circa dieci
Itai Viltzig: Grazie a Dio questi sono palestinesi! Mi auguro che ci sia ogni giorno un autobus come questo.
Aliya A’mrani: Tranquilli… questo era un autobus con bambini palestinesi… Pregate che ci siano morti o almeno feriti gravi…
Grandi notizie con cui iniziare il weekend
Non è la prima volta che cittadini israeliani commentano in maniera spregevole e razzista tragici eventi che accadono ai palestinesi. A colpire è soprattutto la normalità, l’assuefazione al razzismo che ormai pervade la società israeliana, visto che simili messaggi sono ospitati nelle pagine dei siti web di grande consultazione. La cosa più agghiacciante è che le vittime trattate in modo così bestiale sono dei bambini.
Fonte: Forum Palestina
Le priorità del ministro Riccardi
(25.01.2012) Prioritario integrare i Rom. Lo ha detto Riccardi al tavolo interministeriale permanente sulle comunità nomadi. “Occorre uscire dalla logica emergenziale che c’è stata finora e passare alla fase dell’integrazione, anche utilizzando i fondi europei”. Lo ha detto il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, aprendo il 24 gennaio il tavolo interministeriale dedicato alle comunità rom, sinti e camminanti.
Un tavolo permanente che ha visto, al suo primo appuntamento, la partecipazione dei ministri Elsa Fornero e Annamaria Cancellieri, del sottosegretario al Welfare Maria Cecilia Guerra. (…) Riccardi, dopo aver sottolineato come per la prima volta sia stato insediato un tavolo a questo livello, ha precisato che quelle al centro del confronto sono “minoranze”, seppur in Italia non c’e’ mai stato uno statuto che le abbia riconosciute come tali. La comunità rom, sinti e camminanti è composta di 150 mila persone, di cui metà sono cittadini italiani. (…) “Tra le vittime della Shoah – ha ricordato Riccardi – ci sono anche loro”.
Fonte: Vita.it
Massacrato dagli zingari, muore dopo due mesi di coma (il ministro Riccardi andrà al funerale?)
(19.02.2012) E’ morto ieri in ospedale a Bergamo, dov’era ricoverato in coma da quasi due mesi, il cuoco aggredito il 30 dicembre scorso in un pub di Entratico (Bergamo) da tre nomadi ubriachi. Marcello Costantini, 54 anni, di Costa di Mezzate (Bergamo) era intervenuto per fare da paciere in una discussione tra i tre ubriachi, che volevano andarsene senza pagare, e il cassiere del locale. L’uomo era stato strattonato ed era finito contro un pilastro, cadendo a terra. I tre responsabili dell’aggressione erano stati rintracciati e arrestati pochi giorni dopo dai carabinieri. Si tratta di due fratelli di 25 e 31 anni e di un cugino di 23. Dovranno ora rispondere di omicidio.
Fonte: Ansa
Missione compiuta: la nuova Siria sarà senza cristiani
(22.02.2012) Aleppo – “I cristiani sono la minoranza più minacciata dalla guerra civile siriana e tentano di fuggire dal Paese. Essi si sentono indifesi di fronte all’escalation di violenza che da mesi imperversa nel Paese. Pregate per la pace e per la riconciliazione del popolo siriano”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo. “Noi cristiani – sottolinea il prelato – siamo i più deboli da un punto di vista psicologico e di autodifesa. Per molti l’unica salvezza è la fuga, come sta accadendo in altri Paesi del Medio oriente, soprattutto in Iraq. Tutto ciò è un danno gravissimo per la Chiesa e per la presenza dei cristiani in Siria”.
Fonte: Asianews