Rassegna stampa del 16.01.2012
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 5/12 del 16 gennaio 2012, San Marcello
Rassegna stampa del 16.01.2012 (i titoli sono redazionali)
Marines urinano sui cadaveri di afghani
In attesa di esportare la democrazia massonica, hanno esportato altri escrementi.
Fonte: Associazione La Torre
Investire
Mentre il ministro Riccardi, fondatore della comunità di sant’Egidio, ritiene che “per favorire sviluppo e crescita bisogna investire sui figli dei rom, sulla loro scolarizzazione” (cfr il Giornale del 19.1.2011), i rom continuano a investire gli italiani.
Nuovi ospiti per la prossima riunione di Assisi
Copiare diventa una religione. Accade in Svezia, dove la Chiesa del Kopimismo è stata riconosciuta ufficialmente dal Kammarkollegiet, l’organo statale deputato alla registrazione delle comunità religiose. Secondo i responsabili dell’organizzazione, il via libera è arrivato intorno a Natale, al terzo tentativo, dopo che i kopimisti hanno dimostrato di possedere una propria liturgia, con tanto di simboli sacri, preghiere e regole di meditazione.
Fondato nel 2010 dallo studente di filosofia Isak Gerson e ispirato al movimento kopimi (da “copy me”), in cui gli utenti Web “disponibili a essere copiati” erano invitati ad aggiungere un particolare logo sui loro siti, il kopimismo predica la libertà assoluta di copiare e condividere qualsiasi tipo di informazione online, ha circa tremila seguaci,un sito Internet, un testo di riferimento intitolato POwr, broccoli and Kopimi (diffuso ovviamente attraverso The Pirate Bay) e considera come simboli sacri le combinazioni di tasti del copia-e-incolla su computer (CRTL-C e CTRL-V).
Fonte: La Stampa
Sancta Santorum
New York – Secondo il candidato alla nomination repubblicana per la Casa Bianca Rick Santorum, rivelazione dei caucus in Iowa, la Cisgiordania “è parte di Israele” e tutti coloro che vivono lì sono israeliani.
Nella sua affermazione, risalente allo scorso novembre e ora rispolverata dal New York Times, gli israeliani “hanno il diritto di costruire in base alla loro proprietà di quella terra” suggerendo che la Cisgiordania è parte di Israele come il New Messico o il Texas sono parte degli Usa.
Fonte: Ansa
A chi spezzeremo le reni?
Dopo Equitalia, la buvette e i tassisti corporativi, gli acquisti del ministero della Difesa sono il capitolo più discusso degli scandali in faccia all’austerità.
Quindici miliardi di euro di spesa (come una manovra) per l’acquisto di 131 cacciabombardieri americani, i sofisticati F-35 Joint Strike Fighter, che invece potrebbero essere utilizzati per mitigare i tagli sociali.
I detrattori hanno argomenti forti. Il sito Altreconomia cita un rapporto preoccupato del Pentagono – “F-35 Joint Strike Fighter Concurrency Quick Look Review” – che rivela che il nuovo aereo è in realtà afflitto da una lunga lista di guai tecnici che crea ritardi e aggiunge costi. Ufficialmente l’Italia è ancora convinta di acquistare i suoi 131 jet (69 F-35A e 62 F-35B) a 78 milioni di dollari ciascuno, ma il Canada ha già chiesto al proprio Parliamentary Budget Officer (l’ufficio che fornisce analisi economiche indipendenti al Parlamento) di rifare i conti e ha scoperto che i suoi 66 aerei costeranno il doppio, 146 milioni di dollari a esemplare. Gli esperti si chiedono anche se all’Italia serve davvero un velivolo così costoso e sofisticato: per bombardare chi? Guerriglieri o truppe di paesi a bassa tecnologia come quelli che affrontiamo in ambito Nato da 20 anni (come la Serbia e la Libia)?
Le fonti di Repubblica criticano inoltre “un aereo progettato per le esigenze della Guerra fredda, quasi inutile in teatri come l’Afghanistan, e inferiore al J-20 Stealth di produzione cinese”. Infine, c’è il problema del mantenimento. Non è per nulla sicuro che possiamo permetterci non soltanto di comprare, ma anche di tenere pronta una flotta così avveniristica.
Fonte: Il Foglio
Ammainata la bandiera dei pirati
La Gran Bretagna non ha preso bene la decisione del presidente uruguayano José Mujica di non far entrare nel porto di Montevideo navi battenti bandiera delle isole Malvinas (Falkland per Londra), in aperto sostegno dell’Argentina che ne rivendica da anni la legittima sovranità.
“Né noi né le isole Falkland ci daremo per vinti davanti a coloro che cercano di intimidire o ricattare le isole” si legge in una nota del ministero degli Esteri britannico diffusa dall’ambasciata a Montevideo. Londra ha chiesto spiegazioni all’ambasciatore uruguaiano nel Regno Unito sulla “decisione inquietante dell’Uruguay”.
Pochi giorni fa il presidente Mujica, attraverso un comunicato ufficiale, ha annunciato “il divieto d’accesso nei porti uruguaiani alle navi battenti bandiera delle Falkland, la cui sovranità è rivendicata dall’Argentina con il supporto dell’Uruguay”.
Se Londra sta “valutando con grande attenzione i prossimi passi”, il governo di Montevideo non cede di un passo. Il ministro degli Esteri uruguaiano, Luis Almagro, ha fornito ulteriori motivi della decisione governativa, spiegando che l’anno scorso “è stato approvato, in conformità con i Paesi internazionali e nazionali, la rilevanza o meno di ricevere navi di bandiera Malvinas nei porti del Sud America”.
Un ragionamento che non fa una piega. Dal 1965 la Gran Bretagna viola apertamente la risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu 2065 che la obbliga a negoziare le condizioni di decolonizzazione delle isole Malvinas. Le isole Malvinas fanno parte dell’Argentina dall’epoca dell’indipendenza e solo nel biennio 1836-1837 i britannici le occuparono con la forza cacciando una guarnigione composta da 12 soldati argentini presenti sulle isole e le colonizzarono.
Le isole sono state poi al centro di una guerra combattuta nel 1982 tra l’Argentina, governata all’epoca dalla giunta militare, e la Gran Bretagna. Un conflitto durato poche settimane che ha visto la vittoria militare di Londra e centinaia di morti.
Fonte: Rinascita.eu
Ex soldato israeliano denuncia i crimini sionisti del 1948
Un ex soldato israeliano ha rivelato le atrocità di Israele, la pulizia etnica, i massacri, la colonizzazione e razzismo effettuato contro i palestinesi nella guerra del 1948. In una testimonianza video, Amnon Neumann ha dichiarato di aver partecipato alla espulsione dei palestinesi disarmati dai loro villaggi nel sud di Israele.
Ammettendo i suoi crimini, Neumann ha descritto come ha contribuito a uccidere la gente, bruciando i villaggi, e cacciando donne e bambini.
“Tutto è molto chiaro. Siamo venuti in possesso del paese. Da chi si eredita ? Se il terreno è vuoto lo si eredita da nessuno. Ma la terra non era vuota quando l’abbiamo ereditata”, ha detto.
Il veterano israeliano, che era un ex combattente Palmach, ha detto che la causa della Nakba del 1948 è stata “l’ideologia sionista”.
“Come tutti i movimenti ultranazionalisti, il sionismo richiede l’omicidio e l’espulsione delle persone e la distruzione di tutte le prove della loro esistenza. Cio che non è distrutto deve essere definitivamente soggiogata dall’etnia al potere” ha spiegato. L’Israele del 1948 l’occupazione della Palestina, è conosciuto come il giorno dellaNakba o “il giorno della catastrofe”, ha espulso circa 700.000 palestinesi, costringendoli a fuggire in paesi diversi. Tel Aviv non vuole scendere a compromessi sul diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi della guerra del 1948 ei loro discendenti. I palestinesi hanno a lungo affermato che i profughi hanno il diritto morale e legale di ritornare alle terre furono costretti ad abbandonare durante le guerre arabo-israeliana nel 1948 e 1967.
VIDEO: Clicca qui
Fonte: Forum Palestina
Omofobia calcistica
Espulso per aver dato del finocchio a un giocatore. Peccato, però, che il giocatore in questione si chiami proprio Finocchio. E’ successo sabato scorso a Paolo Magnani, l’allenatore del Bologna Primavera, nel derby emiliano contro il Parma.
A pochi minuti dalla fine Francesco Finocchio, ex under 17 azzurro, si invola verso l’area avversaria, un calciatore rossoblu cade, e il tecnico del Bologna grida “Finocchio, via la palla”. A quel punto l’arbitro Donati di Ravenna estrae il cartellino rosso per il tecnico dei felsinei. A nulla valgono i tentativi di spiegare l’accaduto al direttore di gara, che non vuole sentire ragione e non cambia la sua decisione.
Magnani non ci sta e sulle colonne del Corriere dello Sport fa sentire le sue ragioni: “Se non lo chiamavo Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?”. Fatto sta che la vicenda ha dei contorni grotteschi, e quella che doveva essere un’esortazione di fair play si è trasformata in un’azione disciplinare.
Fonte: Calcio Attualissimo
Bufale spaziali
Roma, 11 gen. – La minaccia, insistono coloro che credono alla “profezia” dei Maya su una imminente fine del mondo nel prossimo dicembre, viene dallo spazio, e chi meglio della Nasa può allora consigliare la maniera migliore di scampare al Giorno del Giudizio?
Come riporta il tabloid britannico The Daily Mail, l’Agenzia spaziale statunitense ha infatti aperto una speciale sezione sul suo sito nella quale cerca di rassicurare l’opinione pubblica: sito inondato da oltre 5mila messaggi di persone preoccupate al punto di chiedere se era il caso di ricorrere al suicidio, banalmente singolo o spettacolarmente di massa.
Altre 5mila persone hanno invece preferito darsi un’ultima possibilità e prenotato i servizi del californiano Robert Vicino, astuto imprenditore impegnato nella costruzione di bunker di lusso: “E se le profezie fossero vere, da che lato della porta vorreste trovarvi?”, chiede il suo sito (senza specificare la data entro la quale dovrà essere corrisposto il dovuto pagamento).
Fonte: Tmnews