2012 Comunicati  16 / 05 / 2012

Rassegna stampa del 14.05.2012

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 51/12 del 14 maggio 2012, Santa Gemma Galgani

 

Rassegna stampa del 14.05.2012 (i titoli sono redazionali)

 

In rilievo – Occidente: servo della Sinagoga, nemico della Chiesa
(11.05.2012) “L’Europa oggi ha perso ogni coscienza ed è responsabile della fuga dei cristiani” dal Medio Oriente. E’ con queste parole che il patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente per i greco melchiti, Gregorio III Lahham, critica l’immobilismo dei Paesi dell’Ue rispetto alle vicende cui si assiste in Siria e in Medio Oriente in generale e alla sorte delle minoranze cristiane che qui vivono. “Lasciatemi dire con sincerità che l’Europa non vuole che vi siano cristiani in Medio Oriente”

Fonte: Libero

 

Fratelli d’Italia… made in Cina
(15.04.2012) Fra i primi trenta cognomi milanesi, venticinque anni fa, non ce n’era nemmeno uno straniero. Oggi ce ne sono quattro e l’unica continuità con il passato è rappresentata dal vertice della classifica, che anche nel 2012 è occupata, dai Rossi ma già al secondo compare l’orientale Hu. Non solo: tra i primi dieci cognomi registrati all’anagrafe del Comune di Milano, ben tre sono di chiara provenienza cinese. I dati, forniti dall’assessore Daniela Benelli, “dimostrano come Milano stia cambiando sul piano etnico e sociale”.

Tant’è vero che il milanesissimo Brambilla, cognome con cui viene identificata la famiglia meneghina per antonomasia, è solo all’ottavo posto, mentre l’altrettanto milanese Fumagalli è al trentesimo. “Questa classifica dei cognomi – spiega l’assessore Benelli – è un indicatore dell’evoluzione nel tempo della città e dei suoi abitanti. Se negli anni Cinquanta e Sessanta colpiva il diffondersi dei cognomi meridionali, ora questo discorso vale per quelli stranieri: con il tempo verrà meno lo stupore anche per questi ultimi”. I cognomi cinesi in città vanno per la maggiore: fra i primi 100 se ne contano ben 12. Ci sono 3.694 Hu, 1.625 Chen e 1.439 ìZhou. Poi 1.030 Wang, 930 Wu, 916 Lin, 829 Zhang, 742 Liu, 684 Zhao, 676 Li, 633 Zhu, 581 Zheng.

E i milanesi a questi cognomi brevi si sono ormai abituati per ragioni storiche: la comunità cinese è la più antica della città, visto che il primo insediamento in via Paolo Sarpi risale agli anni Venti. A parte la massiccia presenza dei cinesi, scorrendo l’elenco dei 100 cognomi più diffusi, spiega l’assessore, non si rilevano ‘invasioni’ degli stranieri. Solo tre, fra i primi cento, i cognomi di chiara matrice araba: Mohamed al 34esimo posto (944 persone), Ahmed, al 63esimo (741). Ibrahim al 75esimo posto (656). Sorprese anche dall’analisi dei cognomi ambrosiani doc. Tra i primi dieci figurano al terzo posto Colombo (3.685), al quarto Ferrari (3.568), al settimo Villa (1.905), tutti di antica tradizione meneghina. Brambilla, invece, compare solo al nono posto della classifica (1.536 cittadini), mentre Beretta (il cognome del primo sindaco di Milano) è relegato addirittura al 28esimo posto con 1.042 persone.

Fonte: La Repubblica

 

Siria: i ribelli saccheggiano i monumenti d’arte
(2.05.2012) Il Krak dei Cavalieri, uno dei meglio conservati, e più impressionanti monumenti dell’arte militare dei tempi dei crociati, conquistato da Saladino dopo un lunghissimo assedio è in pericolo, vittima del caos che sta regnando in Siria. Sembra che di recente uomini armati – non si sa di quale fazione – abbiano fatto irruzione nel castello, lodato da Lawrence d’Arabia per la sua bellezza, e ancora oggi meta di numerosi visitatori. Secondo Bassam Jammous, Direttore generale delle Antichità di Damasco, gli aggressori hanno cacciato via il personale e hanno cominciato scavi e ricerche per trovare materiale da portare via e rivendere. Quello che sta accadendo in Siria (musei e luoghi archeologici saccheggiati, o danneggiati) ricorda purtroppo da vicino ciò che abbiamo visto in Iraq, dopo la caduta di Saddam Hussein, e più di recente nell’Egitto del dopo-Mubarak.

Fonte: La Stampa

 

Gen. Delfino: Mossad, Cia e la strategia della tensione
(3.05.2012) «La strategia della tensione? È esistita e molti dei più gravi episodi stragistici sono stati determinati da poteri dello Stato e da pezzi dei suoi Servizi segreti, nell’ambito di un conflitto più vasto tra Est e Ovest. Usa e Urss ci hanno fatto piombare in una guerra civile, l’Italia in quegli anni era terreno di scontro tra i Servizi di tutto il mondo». (…) Molti hanno lucrato in quella sporca guerra: ufficiali dei servizi affamati di soldi e di carriere fulminanti, politici ammantati di atlantismo, affaristi e piduisti (Delfino è l’uomo che ha catturato Licio Gelli in Svizzera e individuato il latitante Francesco Pazienza in Usa). «In quegli anni l’Italia era attraversata dai Servizi di tutto il mondo, da uomini delle istituzioni che pendevano dalle labbra della Cia e del Mossad, che facevano a gara per i soldi degli Stati Uniti».

Fonte: Corriere della Sera

 

Squartare è bello: mi piace, condivido
(4.05.2012) Roma – E’ un’idea italiana, che ha fatto breccia anche sul multimiliardario fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg: la possibilità di inserire sul proprio profilo nel celebre social network la disponibilità alla donazione di organi. Presto questa idea sarà applicata anche agli utenti italiani di Facebook. Ne è convinto Antonio Gasparrini, ordinario di gastroenterologia alla Cattolica di Roma e presidente della Fire (Federazione ricerca in epatologia), uno dei promotori dell’iniziativa insieme a Pubblicità Progresso. “L’idea ci è venuta un anno fa, e abbiamo scritto a Zuckerberg che l’ha fatta sua – spiega Gasbarrini – ora siamo in contatto con Facebook Italia che ci sta lavorando”. Un atto, quello di dichiarare su Facebook la volontà di donare gli organi in caso di morte improvvisa, che non ha di per sè valore legale, ma che ha un enorme valore di propaganda dell’utilità di donare, anzi, sottolinea Gasbarrini, “del diritto di donare gli organi.(…)

Fonte: Ansa

 

I crimini delle bande sudamericane
(6.05.2012) Genova – Lo hanno rapito, picchiato, torturato. Gli hanno tagliato le palpebre per costringerlo a guardare mentre lo colpivano a mani nude e con una mazza. Poi lo hanno abbandonato in strada, a una fermata del bus. Privo di sensi, sanguinante, innaffiato con alcol così da far credere fosse il solito ubriacone vittima di una rapina o di una rissa. Invece, Juan, 22 anni, è stato sequestrato e seviziato dai componenti di una gang di strada, emuli dei narcos messicani che in queste ore marcano il loro territorio impiccando i nemici ai viadotti delle autostrade e ammazzano giornalisti e poliziotti in egual numero. È una storia allucinante quella sulla quale indagano ora gli uomini della squadra mobile di Genova, costretti a fare i conti con un clima di omertà riscontrabile solo tra i picciotti di Cosa nostra. Bocche cucite: sembra la mafia, sono le pandilla, le bande di latinoamericani che proliferano nel capoluogo genovese come a Milano, Roma, perfino Napoli. E ovunque succede che carabinieri e poliziotti si trovino a indagare su giovani accoltellati o massacrati di botte, oppure rapinati e nemmeno lo straccio di una testimonianza. Peggio, quando qualcuno accetta di parlare con le forze dell’ordine, snocciola storie inventate, architetta depistaggi.

Fonte: Il Secolo XIX

 

Napolitano e il boom dell’immigrazione
(7.05.2012) Le seconde generazioni degli immigrati sono «parte integrante della nostra società». Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera al Comune di Nichelino che ieri pomeriggio al teatro Superga ha conferito la cittadinanza onoraria a 450 ragazzi nati negli ultimi dieci anni sul territorio del Comune da genitori stranieri. «L’attribuzione della cittadinanza onoraria – ha affermato nella missiva il Capo dello Stato – può rappresentare un prezioso contributo per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema, anche se tale provvedimento non ha ovviamente un valore giuridico, ma solo simbolico.

L’iniziativa ha, tuttavia, il merito di riconoscere le seconde generazioni come parte integrante della nostra società. È evidente, come ho più volte rilevato, il disagio di tutti quei giovani che, nati o cresciuti nel nostro Paese, rimangono troppo a lungo legalmente “stranieri”, nonostante siano, e si sentano, italiani nella loro vita quotidiana». «È auspicabile che queste iniziative – ha concluso il capo dello Stato- costituiscano uno stimolo a una approfondita riflessione anche in sede parlamentare, per una possibile riforma delle modalità e dei tempi del riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori stranieri». Napolitano era stato anche invitato a partecipare alla cerimonia dal sindaco Giuseppe Catizone e dall’assessore ai Servizi demografici Carmen Bonino, ma non ha potuto essere presente.

«Conferendo le 450 cittadinanze onorarie – ha detto Catizone- abbiamo voluto inviare un segnale al Parlamento perché riveda la legge sulla cittadinanza sulla scia delle parole del capo dello Stato». I 450 bambini hanno anche ricevuto una copia della Costituzione e una spilla con la bandiera italiana.

Fonte: La Repubblica

 

Salva-Turchia
(8.05.2012) L’ingresso della Turchia nella Unione Europea è “fondamentale”, perché la Turchia “serve ad una Europa che è stanca e anziana”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Villa Madama al termine del vertice italo-turco col premier Recep Tayyip Erdogan. “Turchia e Italia rappresentano fattori di stabilità nel Mediterraneo e in Medio Oriente”, ha precisato Monti. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ringraziato il presidente del Consiglio, “per il prezioso sostegno che l’Italia ha sempre dato alla Turchia per l’ingresso nell’Unione Europea”. Erdogan ha riaffermato l’impegno di Ankara per l’ingresso nell’Unione: “Siamo determinati a continuare in questo iter”, ha assicurato.

Fonte: Rai News 24

 

Il Cristianesimo è deicida, parola di cabalista
(9.05.2012) Intervista a Haim Baharier (l’articolista scrive che Baharier ha “influenza su taluni componenti del governo dei tecnici”. Sarebbe interessante conoscere i loro nomi).

D. Ha accusato il Cristianesimo di deicidio. Ci spiega?
R. “Il Dio di Israel è il Dio della memoria, della storia, del percorso di un popolo. Ha un senso rispetto a questo progetto e a questa storia: la costruzione di una società che sia in grado di promuovere l’economia di giustizia. Nulla vieta che ci siano poi degli esploratori in grado di traslare il progetto in altre realtà, con i dovuti cambiamenti. Ma saltare le tappe ed esportare il Dio di Israel verso terre che egli non conosce e non ha frequentato significa trasformarlo in un idolo come tanti: è quello il deicidio, l’esilio dell’assenza dei talmudisti, un concetto che erroneamente è stato considerato come consolatorio, ma che invece è spaventoso”.

Fonte: La Stampa

 

Una cum Nostra Aetate
Saluti di B. XVI alla delegazione del Latin American Jewish Congress ricevuta in Vaticano il 10/5/2012: “Cari amici ebrei, sono lieto di accogliere questa delegazione dell’American Jewish Congress. Il nostro incontro è particolarmente significativo, perché voi siete il primo gruppo che rappresenta le organizzazioni e le comunità ebraiche dell’America Latina che ho incontrato qui in Vaticano. In tutta l’America Latina ci sono comunità ebraiche dinamiche, soprattutto in Argentina e in Brasile, che vivono accanto a una grande maggioranza di cattolici.

Dagli anni del Concilio Vaticano II, le relazioni tra ebrei e cattolici si sono rafforzate nella regione, e ci sono diverse iniziative che continuano ad approfondire l’amicizia reciproca. Come sapete, nel mese di ottobre si celebra il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, la cui Dichiarazione Nostra Aetate rimane la base e la guida nei nostri sforzi per promuovere maggiore comprensione, rispetto e cooperazione tra le nostre due comunità.

Questa Dichiarazione non solo ha preso una posizione chiara contro tutte le forme di antisemitismo, ma ha anche gettato le basi per una nuova valutazione teologica del rapporto tra Chiesa ed ebraismo, e ha espresso la fiducia per il fatto che l’apprezzamento del patrimonio spirituale condiviso dagli Ebrei e cristiani porterebbe ad una comprensione e una crescente stima reciproca. Nel considerare il progresso ottenuto negli ultimi cinquanta anni delle relazioni cattolico-ebraiche in tutto il mondo, non possiamo fare a meno di ringraziare l’Onnipotente per questo segno evidente della sua bontà e provvidenza. (…).

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