2012 Comunicati  15 / 02 / 2012

Rassegna stampa del 13.02.2012

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza

Comunicato n. 17/12 del 13 febbraio 2012, San Benigno

Rassegna stampa del 13.02.2012 (i titoli sono redazionali)

Mediaset e Goldman Sachs
(19.01.2012) Sono ore decisive per la società olandese di produzione televisiva Endemol, leader nella creazione di format tv come il Grande Fratello. Dopo mesi di trattative i vertici dell’azienda, detenuta da Mediaset, dal fondo Cyrte e dalla banca Goldman Sachs, annunciano di aver raggiunto un accordo coi creditori, le banche Royal Bank of Scotland, Barclays e la stessa Goldman Sachs e un gruppo di hedge found (Apollo e Centerbridge), per la ristrutturazione di 2,7 miliardi di euro di debiti. Dopo il rinvio di metà novembre di una prima scadenza, i creditori hanno procrastinato gli accordi sull’ingente debito anche a dicembre. Una significativa maggioranza in rappresentanza di circa due terzi dei creditori – si legge in un comunicato – ha raggiunto un accordo di principio sulla ristrutturazione della struttura del capitale del gruppo. Si dovrebbe andare verso la conversione del passivo in equity, quindi, e i fondi speculativi, che in questi mesi hanno rastrellato il debito di Endemol, dovrebbero divenire soci di maggioranza. Nonostante i tentativi passati di acquisto di una parte della quota di maggioranza e del debito da parte di Mediaset insieme a Clessidra, e l’offerta in contanti da un miliardo di euro di Time Warner, ora gli azionisti di maggioranza Mediacinco Cartera (Mediaset), Goldman Sachs e il gruppo Cytre andrebbe inevitabilmente a perdere il controllo dell’azienda acquistata da Telefonica nel 2007 per circa 500 milioni ciascuno per il 33%, quando Endemol era al picco del mercato.
Fonte: TV Dgital Divide

Che cioia le eresie neocatecumenali
(20.01.2012) (…) Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i Membri del Cammino Neocatecumenale e ha rivolto loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
Cari fratelli e sorelle, anche quest’anno ho la gioia di potervi incontrare e condividere con voi questo momento di invio per la missione. Un saluto particolare a Kiko Argüello, a Carmen Hernández e a Don Mario Pezzi, e un affettuoso saluto a tutti voi: sacerdoti, seminaristi, famiglie, formatori e membri del Cammino Neocatecumenale. La vostra presenza oggi è una testimonianza visibile del vostro gioioso impegno di vivere la fede, in comunione con tutta la Chiesa e con il Successore di Pietro, e di essere coraggiosi annunciatori del Vangelo. (…) In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, rispondere alle sue parole con generosità, abbandonando spesso sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi, affrontando situazioni nuove e non sempre facili. (…) La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. (…) Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel “Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale”, che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae.
Fonte: Zenit


Piccola promemoria ai “dimenticazionisti”

(29.01.2012) Nella giornata della Memoria il presidente Napolitano ha chiesto di stroncare il negazionismo, seppur marginale, sulla Shoah. C’è invece un fenomeno ben più massiccio, che non riguarda sparuti epigoni ma interi movimenti, aree culturali, uomini ai vertici delle istituzioni: è il «dimenticazionismo ». Ovvero quanti dimenticano il principale orrore del Novecento di cui non sono stati estimatori postumi ma militanti ed esponenti: il comunismo. Dico orrore principale per dati oggettivi: è durato più a lungo, ha oppresso più popoli in più continenti, ha mietuto più vittime e in tempo di pace, è più vicino nel tempo ed è ancora vivo in altre forme (per esempio Cina o Cuba). Nessuna giornata ricorda i suoi orrori; e coloro che furono dalla parte di Stalin o di Mao, dei carri armati di Budapest, Praga e Danzica se ne dimenticano. Lo capirei se mettessero una pietra tombale sugli orrori del passato; invece, gli stessi ci ricordano ed esecrano altri orrori. Per restare in tema mi chiedo: se a teatro avessero offeso e sporcato non il volto di Gesù Cristo morto in croce, ma di un povero ebreo morto in un lager, avrebbero difeso lo spettacolo in nome della libertà d’espressione o l’avrebbero fatto chiudere di corsa, denunciando tutti? Michele Serra trova assurdo che abbia dovuto vedere quella pièce con la scorta della polizia per via dei manifestanti.Beato lui che solo ora ha avuto un’esperienza del genere. C’è chi da una vita si vede impedire da attivisti l’accesso a spettacoli, conferenze, perfino lezioni. Ah, i dimenticazionisti…
Il Giornale

Il Parlamento della cuccagna
(30.01.2012) Il dato in sé è impressionante e contiene uno dei paradossi del nostro Paese: i cinque grandi parlamenti nazionali d’Europa, Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Spagna, costano 3,18 miliardi di euro l’anno, ma il Parlamento italiano spende più della somma degli altri quattro messi insieme. E la sorpresa sta nel fatto che la colpa non è tanto degli stipendi della Casta, bensì dei costi di una struttura molto più dispendiosa. (…). Ad ogni cittadino italiano, il Parlamento costa tre volte di più che in Francia (27,15 euro rispetto a 8,11 euro), quasi sette volte più che in Inghilterra (4,18 euro) e dieci volte più che in Spagna (2,14 euro pro capite). E non è tanto il numero dei parlamentari ad incidere (in Italia poco superiore alle medie europee) ma il costo del Parlamento per deputato. «Più del 40% delle risorse del nostro palazzo sono assorbite dal personale della Camera. Stenografi o commessi – si legge nel documento – che individualmente arrivano, al massimo dell’anzianità, ad avere stipendi superiori ad alcune delle più alte cariche dello Stato». (…)
Fonte: La Stampa

Scalfarismo
(1.02.2012) L’altro giorno ci si era chiesti se era il caso di scrivere qualcosa sulla morte di Scalfàro e si era arrivati a pensare che un bel silenzio sarebbe stato la cosa più opportuna. Oggi, dopo tre o quattro giorni di sbrodolate di retorica, ipocrisia e falsità, rovesciate sulle pagine dei giornali e traboccanti fuori dagli schermi televisivi, ci si deve in parte ricredere: non si vuole scrivere sulla morte, neppure ricordare il personaggio (Feltri, Belpietro e pochi altri hanno scritto pagine straordinarie e implacabili), né esprimere un giudizio: ci sta pensando il Buon Dio che – per fortuna – non pratica convenienze politiche né Costituzioni ingessate. Però qualcosa sul funerale si deve dire. Nel 1848 il poeta Grillparzer aveva scritto a proposito di quello straordinario galantuomo di Radetzky che “nel suo accampamento c’era l’Austria”, che lì erano rappresentate la forza, la civiltà e l’efficienza di un Impero serio e dei suoi popoli. Ecco, l’altro giorno a Roma al funerale di Scalfàro “c’era l’Italia”, c’era il riassunto di uno Stato sgangherato, laido, putrescente e truffatore. C’erano vecchi arnesi democristiani, sopravissuti a ogni genere di nefandezza, cui neppure la veneranda età riesce a procurare un po’ di rispetto da parte della gente dabbene. C’erano figuri vetero-neo-post comunisti, vecchi “carristi” d’Ungheria, manutengoli di brigatisti e comunistelli di sacrestia, tutta la compagnia di giro del trinariciume riciclato nel neo-patriottismo tricolore … C’era il plurale del defunto, anche lui vecchio camerata di gioventù, fondatore di giornali di regime, e poi socialista, comunista, progressista e via manutengolando. C’era tutto uno stormire di turiboli, grembiulini e sobrietà dell’ultima ora. (…) I veneziani, alla morte di ogni Doge, istituivano uno speciale processo per giudicarne la correttezza dell’operato: per spirito di corpo e per prevenire l’irruenza di qualche procura, Napolitano si è affrettato a definire Scalfàro un “esempio di integrità e coerenza”.
Fonte: L’Indipendenza

Lacrime e sangue… per sovvenzionare gli zingari
(12.02.2012) Si è fermata a chiacchierare, sul divano del tinello come una qualsiasi persona in visita ad amici. Ha sfogliato con attenzione i quaderni dei bambini e si è improvvisata insegnante di inglese. Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ieri ha fatto visita alle sette famiglie rom del progetto Dado di Settimo. Un progetto originale e innovativo, nato quattro anni fa, dalla collaborazione tra il Comune e l’associazione Terra del Fuoco per l’inclusione sociale e il percorso di integrazione dei nomadi. Un progetto che si è fondato su tre cardini irrinunciabili: la scolarizzazione dei bambini, regole rigide di convivenza e rispetto delle leggi e la gestione impeccabile di Terra del Fuoco. (…) Nonostante le difficoltà economiche che affliggono l’Italia, in questo momento, il ministro Fornero il ministro Fornero ha annunciato, nel breve periodo, lo sblocco di 5 milioni di euro, attualmente fermi in Prefettura, da destinare, a livello nazionale, a progetti che superino l’emergenza rom, in particolare i campi abusivi. «La scolarizzazione sarà – ha ribadito – il punto centrale attraverso cui si potrà raggiungere una maggiore integrazione. E ogni iniziativa deve essere intrapresa con questa finalità». (…)
Fonte: La Stampa

Un diversamente cattolico parla dei diversamente italiani
(12.02.2012) È favorevole alla cittadinanza per i figli degli immigrati che vivono in Italia? “Lo ius sanguinis non è più sufficiente a registrare i cambiamenti in atto sotto gli occhi di tutti. Emerge qui il problema di tanti bambini di immigrati che sono nati sul nostro suolo e che frequentano la scuola fianco a fianco dei nostri bambini, avviati nell’unico sentiero della vita”. (…)
Fonte: Vatican Insider La Stampa

Il maresciallo Tito e i caporali Pisapia e Vendola
Il giorno del Ricordo è stato istituito per legge, la numero 92 del 30 marzo 2004. Approvata da una larga e trasversale maggioranza: 502 favorevoli, 4 astenuti e solo 15 contrari su 521 presenti. (…) I 15 contrari sono stati, per ordine alfabetico:
Armando Cossutta, ex leader dei Comunisti italiani che attualmente si gode un lauto vitalizio, e che non ha mai apprezzato il dibattito interno alla sinistra sulle foibe, parlando addirittura di “revisionismo pericoloso”;
Maura Cossutta, figlia del soggetto di cui sopra, approdata in parlamento per evidenti meriti di… parentela;
Titti De Simone, famosa (?) solo per aver fondato l’Arcilesbica a Bologna nel 1994, probabilmente i diritti degli omosessuali per lei valgono più di quelli degli esuli;
Elettra Deiana, feroce femminista attualmente facente parte della presidenza nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà;
Oliviero Diliberto, l’uomo che voleva portare la statua di Lenin a Roma e che in diretta tv ha dichiarato di essere fiero di odiare Berlusconi;
Alfonso Gianni, ex editorialista di Liberazione, anch’egli ora approdato in Sel, il partito di Vendola;
Francesco Giordano, detto Franco, ex segretario di Rifondazione, vendoliano doc, fondatore del “Movimento per la sinistra” poi confluito in Sel;
Ramon Mantovani, l’uomo che ha trasportato dalla Russia in Italia il terrorista curdo Ocalan. Accusato dal governo colombiano persino di avere contatti con le Farc;
Graziella Mascia, in prima fila nell’accusare la polizia in seguito ai fatti del G8 di Genova;
Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano che toglie la parola agli esuli;
Marco Rizzo, l’ex pugile ed ex europarlamentare che recentemente ha esaltato il dittatore nordcoreano Kim Jong-il, scomparso a dicembre 2011;
Giuseppe Cosimo Sgobio, detto Pino, ex capogruppo alla Camera del Pdci;
Giovanni Russo Spena, ex Democrazia Proletaria, amico di Mario Capanna, nel 2004 ha anche dichiarato pubblicamente la sua solidarietà a Cesare Battisti;
Tiziana Valpiana, colei che nel 1998 ha cambiato idea all’ultimo momento, votando contro il governo Prodi, poi caduto per un solo voto;
Nichi Vendola, il due volte presidente della Regione Puglia che vuole abbracciare i fratelli Musulmani e Rom.

Fonte: Gelsi