Opportune, Importune n. 32
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 32/17 del 28 marzo 2017, San Giovanni da Capestrano
Opportune, Importune n. 32
E’ in rete il n. 32 di “Opportune, Importune”, lettera d’informazioni della Casa San Pio X: http://www.sodalitium.biz/opportuneimportune_pdf/oi32.pdf
EDITORIALE
Questo bollettino, preparato all’inizio della Quaresima, giungerà negli oratori del nostro Istituto quasi alla conclusione del tempo quadragesimale e nelle case probabilmente dopo la Santa Pasqua. L’impegno di ogni cristiano nel seguire fedelmente la legge e lo spirito della Quaresima, per poter poi festeggiare santamente la Resurrezione del Signore, è perturbato da Bergoglio e dai suoi seguaci, che agiscono ormai sfacciatamente, arrecando danni incommensurabili alle anime. Vi sono poi dei danni “collaterali”, che colpiscono coloro che dissentono dalla linea tracciata dal gesuita argentino: ne vorrei tratteggiare brevemente alcuni aspetti.
Il primo di questi danni è paradossale: dissentire dagli errori dottrinali di Bergoglio in nome della fede cattolica e ritrovarsi a utilizzare gli stessi argomenti dei nemici storici della santa Fede. Accusare colui che è ritenuto il papa legittimo, il Vicario di Cristo, il Capo visibile della Chiesa di agire contro la Chiesa, e quindi contro Cristo stesso, è un cortocircuito che ha fulminato da tempo il cosiddetto ‘tradizionalismo’ cattolico. Un esempio tra tanti: riconoscere Bergoglio come papa (‘el papa’ nella variante di Maurizio Blondet, personaggio che non ha nessuna carta in regola per parlare di religione cattolica: basti pensare all’articolo blasfemo nei confronti di Nostro Signore che scrisse anni fa e che non ha mai ritrattato) e accusarlo, nell’esercizio di quello che dovrebbe essere il magistero petrino, di ingannare le anime con le sue aperture ecumeniche nei confronti di Lutero, non è segno di ortodossia cattolica, bensì di… luteranesimo! Qualcuno leggerà sorpreso o infastidito queste righe, eppure il pensiero di tanti ‘tradizionalisti’’ di oggi coincide col linguaggio che Lutero usava contro il Papato, quando negava l’infallibilità dei successori di Pietro e li accusava di aver deviato nella fede e nei costumi. La causa di questo paradosso (ritrovarsi tra gli eterodossi in nome dell’ortodossia) va ricercato nell’insegnamento di coloro che – eredi più o meno inconsapevoli del vecchio gallicanesimo e seguaci (consapevoli) dell’Action Française – a partire dagli anni ’70 hanno deformato le coscienze dei buoni cattolici, seminando la convinzione che i papi possono errare nell’insegnamento dottrinale o promulgare cattive leggi liturgiche (il nuovo messale, il nuovo rituale) e disciplinari (il nuovo diritto canonico). Evidentemente, per conservare la fede minacciata dagli errori di Bergoglio, la via non sta nella scelta tra il lato accordista di Mons. Lefebvre (oggi rappresentato da Mons. Fellay) o quello apparentemente oltranzista (Mons. Williamson), bensì nell’adesione integrale alla dottrina cattolica, a partire dalla constatazione della Sede vacante.
Il secondo danno “collaterale” è dimenticare quello che è successo prima di Bergoglio. È vero che la natura umana tende a volte a idealizzare il passato (se non altro perché fa piacere pensare a quando eravamo più giovani…), ma non si può deformarlo completamente. Il passato recente della Chiesa indica nei predecessori di Bergoglio i personaggi che hanno determinato il trionfo (momentaneo) del modernismo nelle “viscere stesse della Chiesa”. Rimando i lettori all’archivio della rivista “Sodalitium”, in cui potranno ripercorrere le tappe della marcia devastante degli errori modernisti.
Chi si scandalizza – giustamente – per la statua di Lutero in Vaticano, non deve dimenticare che è la conseguenza degli innumerevoli incontri ecumenici voluti da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI con protestanti, anglicani e scismatici greci. L’elogio bergogliano a Lutero è l’eco di quelli che fecero, prima di lui e meglio di lui, Wojtyla e Ratzinger.
Bergoglio riceve continuamente la visita di delegazioni ebraiche e islamiche in Vaticano? È la conseguenza delle scandalose giornate di Assisi inaugurate da Giovanni Paolo II e continuate da Benedetto XVI, così come le visite alle sinagoghe, al muro giudaico del pianto, alle moschee e ad altri templi acattolici, il bacio del corano (G.P. II) e la preghiera a piedi scalzi rivolta alla Mecca nella moschea blu di Istanbul (B. XVI), gli incontri con le delegazioni della massoneria ebraica dei B’nai B’rith, ecc.
L’Amoris Lætitia? Leggetevi le nuove norme per “l’annullamento” dei matrimoni e vedrete come Wojtyla & Ratzinger avevano già scardinato l’indissolubilità del matrimonio. Il momento di preghiera per la salma di dj Fabo? Da decenni i funerali religiosi a suicidi, concubini e divorziati risposati sono ormai una prassi. I vespri anglicani in Vaticano? Rileggetevi il “Breve esame critico del Novus Ordo Missæ”, per ricordare che è dalla prima domenica d’Avvento del 1969 che un rito ‘protestante’ (che Benedetto XVI ha definito ‘rito ordinario’, e come tale è stato accettato da molti ‘tradizionalisti’) ha sostituito il Santo Sacrificio della Messa in quasi tutte le chiese.
Sembra quasi che Bergoglio serva a “cattolicizzare” i suoi predecessori, sempre a causa della visione minimalista del papato (visto che i papi sbagliano in materia di fede, scegliamo quelli che forse hanno sbagliato di meno). Di questo passo, non ci resta che attendere il giorno in cui si contesteranno i futuri occupanti della Sede Apostolica in nome dell’ortodossia di… Bergoglio!
Per chi leggerà queste righe ancora in Quaresima, l’augurio è di perseverare nella preghiera e nella penitenza e di preparare la Comunione pasquale con una buona e santa confessione. Per tutti l’augurio è di seguire fedelmente Cristo risorto per partecipare al Suo trionfo. Il Risorto promise l’assistenza divina a san Pietro e a (tutti) i suoi successori: e quindi, in comunione con i buoni cristiani di tutti tempi, esclamiamo sempre: “viva il Papa” (el Papa, in spagnolo).