Omosessuali e adozioni: voci fuori dal coro
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 64/13 del 21 giugno 2013, San Luigi Gonzaga
I figli delle famiglie gay
Fra i temi sociali più discussi in questi giorni troviamo l’approccio nei confronti del matrimonio omosessuale. Se da una lato ci sono stati che legalizzano queste unioni e li investono degli stessi diritti di cui godono le famiglie tradizionali, di contro in altri stati, la legge limita i diritti delle coppie omosessuali.
Da parte loro gli scienziati lanciano un’allerta, un bambino potrebbe esser traumatizzato dall’educazione ricevuta in una famiglia omosessuale. In Kazakistan alle famiglie omosessuali non è concesso di adottare figli, un annuncio dato da Raisa Sher, presidente del Comitato per la difesa dei diritti dei bambini del Ministero dell’Istruzione e della Scienza di questo stato. Questi ha affermato che tale tipo di adozioni contraddice tanto la mentalità locale quanto le norme legali. La rappresentante del Ministero dell’Istruzione e della Scienza ha detto: “A questo proposito nel nostro stato diamo i bambini in adozione solo a famiglie complete, con un padre ed una madre, un uomo ed una donna”. Gli psicologi sono d’accordo con questo approccio, sottolineando che inevitabilmente un bambino che vive in famiglie omosessuali diventa bersaglio degli scherni dei suoi coetanei, cresciuti in famiglie tradizionali.
Il problema dell’adozione di bambini kazaki da parte di coppie omosessuali è finito al centro dell’attenzione pubblica in seguito ad un episodio, nel quale le autorità del Kazakistan hanno proibito ad una coppia omosessuale francese di adottare un bambino. Ricordiamo che recentemente la Francia è entrata nella lista di stati che legalizzano i matrimoni omosessuali. Ora sono in tutto 16 gli stati che ammettono i matrimoni gay. Crescono però anche gli stati nei quali i leader politici ed i legislatori dichiarano fedeltà ai valori tradizionali. Per portare un esempio Jurij Bojko, vice primo ministro dell’Ucraina, ha affermato che l’unica questione su cui le autorità statali e le forze dell’opposizione sono concordi è il rifiuto dei matrimoni gay. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di esser pronto a firmare una legge che vieti alle coppie omosessuali di adottare bambini russi, non appena il documento sarà sulla sua scrivania. Ma non solo l’Europa Orientale è contro i matrimoni gay e l’adozione, da parte di queste coppie, di bambini. Ci sono anche alcuni stati dell’Europa Occidentale che reagiscono negativamente a questi cambiamenti, come pensa Michail Remizov, presidente dell’Istituto di Strategia Nazionale:
Non ci sono dubbi che alcuni stati europei non faranno mai proprie queste misure, o quanto meno di sicuro questo non accadrà a breve. Sono gli stati cattolici come la Polonia e l’Italia, che senza dubbio faranno non ammettere che i procedimenti di adozione possano coinvolgere le “famiglie” nel senso più ampio del termine, come viene compreso da Olanda e Francia.
Abbastanza di recente sono stati pubblicati gli esiti di un’indagine del sociologo americano Mark Regnerus, il quale ha intervistato 3000 persone adulte, educate da persone con orientamenti sessuali diversi. I dati raccolti hanno visibilmente dimostrato quanto sia complessa la situazione di un bambino cresciuto in queste famiglie. Per fare un esempio il 25% delle persone educate da famiglie omosessuali hanno avuto o hanno malattie veneree. (…) E per finire, la cosa più importante, se uno dei genitori aveva relazioni omosessuali, ci sono il 40% delle probabilità che il bambino educato da questi non sia del tutto eterosessuale.