Nel gulag europeista è reato vietare la bestemmia
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 12/18 del 31 gennaio 2018, San Giovanni Bosco
Nel gulag europeista è reato vietare la bestemmia
Corte Strasburgo: “Consentito uso di Gesù e Maria in pubblicità”
Lituania condannata per aver multato un’azienda che si è servita di simboli religiosi per vendere vestiti: “Non si può limitare la libertà di espressione”
Per la Corte europea dei diritti dell’uomo si possono usare simboli religiosi nelle pubblicità.
E, con questa sentenza, condanna la Lituania per aver multato un’azienda che si è servita di Gesù e Maria per vendere i propri vestiti. Secondo i giudici infatti la multa inflitta dal Paese per aver “offeso la morale pubblica” ha violato il diritto alla libertà d’espressione dell’azienda.
Nel 2012 una società lituana che produce vestiti ha lanciato una campagna pubblicitaria utilizzando la foto di un uomo e una donna con l’aureola. Lui indossava jeans e metteva in mostra i suoi tatuaggi. Lei era vestita di bianco con in mano una collana di perle. Le due immagini erano accompagnate da slogan come: “Gesù, che pantaloni!”, “Cara Maria, che vestito!” e “Gesù e Maria, cosa indossate!”.
I cartelloni pubblicitari, appesi in tutto il Paese, avevano innescato numerose proteste tanto da richiedere l’intervento dell’Autorità Nazionale lituana per la Protezione dei Diritti dei Consumatori. L’organizzazione aveva stabilito che le pubblicità violavano le disposizioni riguardanti “la morale pubblica” e imposto all’azienda una multa di 580 euro.
Ma la Corte europea ha ribaltato tutto. La decisione dei giudici è stata presa perché secondo loro le pubblicità in questione “non sembrano essere gratuitamente offensive o profane” e “non incitano all’odio”. La sentenza sarà definitiva tra tre mesi, se le parti non faranno appello.