Mani in alto, è un “bail in”
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 86/15 del 29 ottobre 2015, Sant’Ermenilda
Approvata la legge europea: le banche potranno salvarsi attingendo ai conti più ricchi
L’ultimo furto targato Unione europea si chiama bail in. Se le banche saranno in default, potranno attingere dai conti correnti sopra i 100mila euro
Una norma che da oggi è in vigore anche in Italia. La Camera ha, infatti, approvato la legge di delegazione europea che con 270 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. Dal primo gennaio 2016, se le banche saranno in default, potranno attingere dai conti correnti sopra i 100mila euro, dalle azioni e dalle obbligazioni dei propri clienti-risparmiatori. (…)
Il testo, che recepisce 56 direttive e 9 decisioni quadro dell’Unione europea, spinge verso una ulteriore riduzione delle procedure d’infrazione a carico dello Stato. Il cosiddetto bail out, il salvataggio dall’esterno tramite le casse pubbliche, viene infatti sostituito dal bail in, ovvero il salvataggio delle banche attingendo a risorse interne, con prelievi anche dai correntisti. Una misura che scatta in automatico nel caso di una crisi bancaria. Dal primo gennaio dell’anno prossimo i problemi degli istituti di credito dovranno essere risolti internamente ricorrendo ai depositi superiori ai 100mila euro, oltre che agli azionisti e agli obbligazionisti meno assicurati. “Il governo – si legge – valuterà l’opportunità di stabilire modalità applicative del bail in coerenti con la forma societaria cooperativa”.
Il Giornale
Scatta l’allarme bail-in quattro banche a rischio
I correntisti cominciano a tremare. Il bail in mette a rischio la stabilità del sistema bancario italiano ancor prima di entrare in vigore
Se entro fine anno non arriverà il via libera dalla Commissione europea al decreto delegato che avvia il piano di salvataggio da 2 miliardi di euro per Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti, in fase dissesto finanziario, gli effetti sulla fiducia sarebbero deleteri.
È quanto emerso ieri in sede di audizioni in Senato, ove, oltre alla necessità di giungere a un punto fermo sugli schemi di recepimento della direttiva 59/2014/Ue sul risanamento delle crisi bancarie, si è sottolineata la delicatezza nell’avere l’ok da Bruxelles sul decreto delegato che sblocca i fondi previsti per il salvataggio dei quattro istituti in diffi – coltà. A proposito, la Commissione sta infatti valutando se i piani del Fondo (che, dopo gli interventi, diventerebbe quasi azionista unico delle banche) possano confi gurarsi in futuro come aiuti di Stato. Se la decisione sforasse nell’anno 2016, inoltre, l’entrata in vigore della direttiva sul bail in, che vieta l’intervento pubblico nel risanamento degli istituti del credito, farebbe sfumare ogni speranza di attuazione del piano. “Se venisse meno la fi ducia”, ha dichiarato Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario, “si creerebbe uno scenario ragionevolmente grave, anche perchè abbiamo altre banche in difficoltà tenue”.
Il Giornale