2015 Comunicati  27 / 02 / 2015

L’odio giudaico e maomettano contro Cristo

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 21/15 del 27 febbraio 2015, San Gabriele dell’Addolorata

Jesus-before-CaiaphasIn Siria e in Iraq i terroristi islamici proseguono indisturbati la mattanza di cristiani, mentre in Terra Santa i giudei hanno commesso l’ennesimo vandalico, con scritte sacrileghe, contro una comunità cristiana. Stranamente, gli assassini del cosiddetto califfato, che proclamano l’intenzione di conquistare Roma, per il momento di sono dimenticati della vicina Gerusalemme. Preghiamo la S. Vergine, Auxilium Christianorum, per la salvezza corporale e spirituale dei cristiani del Vicino Oriente e per la sconfitta dei loro nemici circoncisi.

Un seminario cristiano incendiato e vandalizzato a Gerusalemme
GERUSALEMME – All’alba di questo giovedì, 26 febbraio, è scoppiato un incendio nel Seminario greco-ortodosso (scismatici, ndr) a Gerusalemme. Sui muri del Seminario sono stati trovati graffiti blasfemi in ebraico. La sera precedente, vicino Betlemme, anche una moschea è stata incendiata e sporcata di scritte.
Il fuoco ha divampato verso le 4 del mattino nella zona docce le cui finestre erano state sfondate. I muri dell’edificio sono stati sporcati con graffiti in ebraico ultranazionalisti, razzisti e blasfemi contro la fede cristiana e la persona del Cristo. Tre squadre di pompieri sono giunte sul posto situato non lontano dalla Città vecchia, e hanno rapidamente spento le fiamme impedendo che l’incendio si propagasse al resto dell’edificio. Nessuno è stato ferito.
La zona è stata perlustrata, ma i responsabili non sono stati ancora trovati. La polizia di Gerusalemme ha dichiarato di avere aperto una inchiesta sull’incidente definito “crimine odioso”. Il sindaco della città, Nir Barkat, ha condannato l’incendio criminale e ha promesso di occuparsi dell’episodio. In un contesto politico in cui la assenza di reazioni e di risultati da parte israeliana è stata denunciata dalle vittime di turno di questi attacchi, solo il futuro dirà se questo episodio verrà davvero preso in considerazione o se – come sempre – finirà “senza seguito”.
Non è il primo caso vandalismo perpetrato da fanatici ai danni di siti cristiani o musulmani. Questi attacchi sono perlopiù firmati dal gruppo “Price Tag” (Il prezzo da pagare), un gruppo ebreo di estrema destra che si dedica ad aggressioni, minacce e atti di vandalismo di ogni genere, ai danni di luoghi cristiani e musulmani, di villaggi palestinesi o arabi israeliani. Due mesi fa la polizia ha arrestato un uomo ebreo di 21 anni che aveva danneggiato una croce e una statua nell’Abbazia della Dormizione a Gerusalemme. (…). Il Patriarca ha invitato il governo israeliano a non limitarsi a una semplice condanna degli episodi, deplorando “gli arresti praticamente inesistenti”. Egli ha infine ricordato l’importanza essenziale della educazione dei giovani alla tolleranza e al rispetto reciproco.
Lpj.org

L’archimandrita Youkhana: «Uccisi 15 dei cristiani rapiti in Siria»

(…) L’Isis ha ucciso i primi cristiani rapiti in Siria, nel governatorato di Hassake, al confine nord-orientale con l’Iraq. L’archimandrita Emanuel Youkhana – che lunedì scorso riferì del rapimento – ha comunicato l’uccisione di 15 persone fra gli ostaggi ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: «Molti di loro – afferma Youkhana – stavano difendendo i loro villaggi e le loro famiglie». Nel villaggio di Tel Hormidz una donna è stata decapitata, mentre due uomini sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco. Per ora non ci sono informazioni circa le esecuzioni subite dalle altre dodici vittime.
L’archimandrita Youkhana, inoltre, informa che il numero dei rapiti è salito a circa 350. Oltre alle centinaia di persone menzionate la volta scorsa, si parla di altri ottanta abitanti del villaggio di Tel Jazira, 21 di Tel Gouran, cinque di Tel Feytha e tre di Qabir Shamiya. Quasi tutti sono tenuti ostaggio nel villaggio sunnita di Um Al-Masamier.
Altre 51 famiglie, «con circa cinque componenti a testa», come riporta Youkhana, sono state rapite a Tel Shamiram; ma di queste non si conosce la posizione precisa: «Non sappiamo dove siano tenute in ostaggio. È probabile che siano stati portati nella regione del Monte Abdul Aziz, controllata dallo Stato Islamico».
Una fonte non confermata riferisce inoltre che si prepara, per venerdì 27 febbraio, un’esecuzione di massa nella moschea di Bab Alfaraj, villaggio sunnita della zona.
I 35 villaggi cristiano-assiri sono rimasti vuoti: coloro che sono riusciti a scappare sono andati verso la regione di Hassake o verso Qamishli: «Le famiglie sfollate – riferisce Youkhana – sono ottocento ad Hassake e 175 nel Qamishli». (…)
Vatican Insider