L’occupazione diventa volante
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 82/19 del 7 novembre 2019, San Prosdocimo
L’occupazione diventa volante
Gerusalemme, disco verde per la cabinovia
Lunedì 4 novembre un comitato ministeriale israeliano ha approvato, almeno in parte, il progetto della contestata cabinovia. Manca solo l’ultimo (e scontato) via libera politico. Ma si annunciano ricorsi in tribunale.
Il 4 novembre scorso è stato approvato definitivamente, dal punto di vista tecnico, un tratto del controverso progetto della cabinovia che, negli intenti originari, dovrebbe collegare i quartieri occidentali a quelli orientali di Gerusalemme sfiorando le mura della città vecchia. L’annuncio viene dal Comitato ministeriale israeliano per la pianificazione e l’edilizia. Ora – sotto il profilo procedurale – non rimane che l’approvazione politica da parte del governo, riferisce il quotidiano Haaretz. Il 3 giugno scorso, la Commissione nazionale per le infrastrutture in Israele aveva respinto una serie di obiezioni a questo dossier e inoltrato il progetto al governo per la convalida.
Con il progetto di troncone testé approvato la cabinovia dovrebbe collegare la vecchia stazione ferroviaria di Gerusalemme (ormai trasformata in un centro commerciale e di attività ricreativo-culturali) alla Porta dell’Immondezzaio (o del Letame), il varco nelle mura più prossimo al Muro del pianto (Kotel), il luogo più sacro del giudaismo a cui ogni giorno accedono migliaia di pellegrini e turisti. Secondo le stime del ministero del Turismo, ogni settimana 135 mila persone visitano la città vecchia.
Un nuovo accesso al Kotel
Il comitato ministeriale che ha appena formalizzato il sì al progetto è guidata dal ministro delle Finanze Moshe Kahlon, secondo il quale la nuova cabinovia non sarà solo una risposta agli ingorghi del traffico veicolare e pedonale, all’inquinamento e alle esigenze del turismo, ma è anche un’iniziativa sociale e nazionale volta rendere il Kotel accessibile a tutti, specialmente alle persone disabili o più anziane. «Abbiamo atteso duemila anni prima di poter tornare al Muro occidentale. Ora non devono essere gli ingorghi ad impedire alle persone di raggiungere il muro per pregare, camminare e partecipare alle cerimonie militari e nazionali».
Il progetto della cabinovia prevede il trasporto di fino a 3.000 persone all’ora (nelle ore di punta) su un cavo lungo circa un chilometro e mezzo, al quale saranno agganciate 72 cabine con una portata di 10 persone ciascuna. La corsa dovrebbe durare meno di 5 minuti.
Le cabine partiranno da David Remez Street, fuori dalla vecchia stazione di Gerusalemme, quindi scavalcheranno Hebron Road (l’arteria che conduce a Betlemme) prima di attraversare la valle di Hinnom (la biblica Geènna) per raggiungere il Monte Sion e infine scavalcare il villaggio palestinese di Silwan e giungere al capolinea: il Centro Kedem (ancora da costruire) dedicato alla promozione della Città di David, un sito archeologico gestito da Elad, organizzazione della destra religiosa. Dal Centro Kedem, i visitatori raggiungeranno a piedi il Muro occidentale. Il costo previsto per la realizzazione dell’infrastruttura è stimato in quasi 200 milioni di shekel (oltre 50 milioni di euro).
Le voci contrarie restano
Da quando se ne parla, il progetto della cabinovia ha trovato molti oppositori (architetti, urbanisti, archeologi, ecologi, guide turistiche, ebrei caraiti). Alcuni sostengono che la funivia danneggerà la città vecchia e il suo paesaggio biblico, contribuendo a fare del suo patrimonio spirituale e culturale una sorta di Disneyland.
Altri lo vedono come un tentativo di rafforzare la giudaizzazione della città, sottraendo flussi dirottando i visitatori dalle porte di Giaffa e Damasco, per portarli a concentrarsi più a sud, proprio sulle vestigia della Città di David. Costoro denunciano anche, da anni, il rafforzamento della presenza ebraica nel quartiere di Silwan e il rischio per i suoi abitanti palestinesi di subire l’esproprio dei terreni necessari all’impianto dei piloni della cabinovia.
La decisione di dare il via libera al progetto è stata presa, riferisce Haaretz, «nonostante una richiesta urgente inviata alcuni giorni fa dagli oppositori, al procuratore generale Avichai Mendelbit, in cui si sosteneva che un progetto di tale importanza non potrebbe essere approvato da un governo di transizione». Dopo due elezioni parlamentari di aprile e settembre, il Paese attende ancora la formazione di una nuova coalizione di governo. Resta in carica, intanto, l’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu.
Tra gli oppositori alla cabinovia a Gerusalemme, c’è l’ong Emek Shaveh, che lavora per la conservazione del patrimonio culturale e che nei mesi scorsi ha organizzato visite guidate per denunciare il progetto, e in particolare i suoi addentellati ideologici. L’organizzazione prevede di appellarsi nei prossimi giorni all’Alta corte di giustizia israeliana per bloccare la decisione assunta dal comitato ministeriale.