Lo scoutismo, la Teosofia e le cantonate di alcuni ‘tradizionalisti’
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 81/24 del 31 ottobre 2024, Vigilia di Tutti i Santi
Lo scoutismo, la Teosofia e le cantonate di alcuni ‘tradizionalisti’
Segnaliamo questa recensione pubblicata sul n. 75 di Sodalitium (Aprile 2024), che permette di interessare i lettori sui legami tra scoutismo (la cui accettazione in ambito cattolico fu osteggiata dagli antimodernisti) e Teosofia, e la mancanza di rigore che affiora in certe pubblicazioni dell’area “tradizionalista”.
“Ottimo autore, pessimo editore”…
Nello scorso numero di Sodalitium (n. 74, nota 297, pag. 185) commentavo così la prossima pubblicazione de Le scoutisme catholique et la Théosophie di padre Jeoffroid, da parte delle Éditions Saint Remi, edito col titolo anodino di: Notes sur le scoutisme.
L’ottimo autore è, evidentemente, padre Henri Jeoffroid (1880-1961) dei Fratelli di San Vincenzo de Paoli, amico sincero di mons. Benigni, al punto di essere uno dei due sacerdoti ad aver partecipato alle sue esequie (l’altro era padre Saubat).
Il “pessimo editore” è Bruno Saglio, delle Èditions Saint-Remi. Quando scrivo “pessimo editore” non mi riferisco alla qualità materiale delle pubblicazioni (come la rilegatura, o cose simili): sappiamo bene che le tasche ‘tradizionaliste’ non sono ben fornite. Non mi riferisco neppure al fatto che le ESR pubblichino (solo) cattivi autori, anzi: ne pubblicano (anche) di ottimi, proprio come, nel nostro caso, padre Jeoffroid (e potrei citarne altri: mi limiterò a padre Maignen, anche lui dei Fratelli di San Vincenzo, e membro della Dieta del Sodalitium Pianum).
Purtroppo, come altri esponenti della attuale “scuola antiliberale” (pensiamo a Louis-Hubert Remy – passato a miglior vita – o all’abbé Grossin ora chiamato Rolland, ed altri) il difetto di queste edizioni consiste nel mescolare autori seri e documentati con altri del tutto privi di queste caratteristiche; studi che sappiano unire dottrina ortodossa con serietà scientifica e altri invece che sono datati, superati, poco documentati; autori affidabili e altri inquinati, ad esempio, dal tradizionalismo fideistico ottocentesco (vedi l’articolo “Ritrattazione” del n. 70- 71 della nostra rivista).
Ne abbiamo parlato tante volte su Sodalitium (ad esempio nel n. 64, maggio 2010: Appunti per lo studio della Sacra Scrittura e, in genere, delle altre scienze ecclesiastiche) ed ultimamente nel settembre 2020 (sempre nel n. 70-71: Problemi di documentazione in alcuni libri anti-Massonici, articolo, tra l’altro, scritto da altri, che si concludeva con questo programma pienamente condivisibile: “rigore e verità”).
Il libro di padre Jeoffroid sui legami tra il movimento Scout e Teosofia non rientra tra le opere inaffidabili a causa delle lacune dell’autore: anzi! Ne raccomandiamo assolutamente la lettura e condividiamo le tesi di questo coraggioso e chiaroveggente sacerdote, rimasto purtroppo inascoltato.
Su cosa verte, allora, la nostra critica? Non tanto e non solo sul fatto che non ci piace l’editore, ovviamente, quanto sulla presentazione del libro e le note al testo che non sono di padre Jeoffroid ma del curatore, Louis-Michel Dufay, che lo stesso editore presenta così: “L’auteur de la présentation, grand connaisseur du scoutisme et fidèle dans une chapelle de la FSSPX, tient à remercier les prêtres (FSSPX et communautés amies) qui l’ont conseillé et relu” (“l’autore dell’introduzione, vero esperto dello scoutismo e fedele in un luogo di culto della Fraternità San Pio X, ringrazia i sacerdoti – della Fraternità San Pio X e delle comunità amiche – che lo hanno consigliato e riletto).
Detto curatore (di cui ignoro ogni cosa) ha avuto il merito – non di scoprire l’esistenza del testo e di descriverne le vicende, giacché questo merito spetta a Christophe Carichon, il cui ruolo è pesantemente sminuito e denigrato da editore e curatore – ma di aver pubblicato integralmente il lavoro di padre Jeoffroid: onore al merito, dunque! Per il resto, possiamo dirlo, il curatore ha rovinato il testo che pubblica.
Tanto più che dedica il suo lavoro (anche) a mons. Lefebvre con queste parole: “A mons. Lefebvre che, al seguito del Romani Pontefici, ci ha dato la luce dei principi per guidarci in tempo di crisi”. E noi che pensavamo che l’editore fosse dichiaratamente “non una cum”! che trovasse persino troppo moderata la Tesi di Cassiciacum! ed invece dobbiamo credere che tra i luminosi principi che ci ha dato mons. Lefebvre al seguito dei Romani Pontefici ci sia l’esistenza dell’errore nel magistero dei suddetti Pontefici Romani per giustificare la legittimità di Paolo VI, Giovanni Paolo I e II, Benedetto XVI e Francesco, con conseguente espulsione dalla Fraternità di chi pensasse il contrario. Ma, obietterà qualcuno, mons. Lefebvre oggi sarebbe sedevacantista. In attesa di una seduta spiritica, esorcismi o apparizioni che ce lo confermino, è certo che la Fraternità, anche oggi, è tra i pochi, pochissimi, che ancora difende la legittimità di Bergoglio nelle schiere tradizionaliste…
Ma almeno mons. Lefebvre e la Fraternità San Pio X hanno mai denunciato le infiltrazioni massoniche, teosofiche e naturaliste nello scoutismo, anche cattolico? Farlo credere è una aperta, spudorata menzogna. Ho sotto gli occhi un volantino degli “Scouts et Guides Notre-Dame de France” fondati il 17 aprile 1977 nel Priorato Notre-Dame du Pointet della Fraternità San Pio X con l’approvazione e gli incoraggiamenti di mons. Lefebvre, che scriveva: “Lo scoutismo è stato una fonte eccezionale di generosità cristiana. Ha formato numerosi genitori animati di una fede viva, e suscitato numerose vocazioni” (25 agosto 1977). Opinione rispettabile, certo. Ma come conciliarla con uno scritto che denuncia lo scoutismo, anche cattolico, come impregnato dello spirito della teosofia?
Chiunque abbia frequentato Écône sa bene come mons. Lefebvre abbia accolto e ordinato i candidati della comunità scout di Riaumont (ricordo bene l’abbé Philippe Peignot, tristemente famoso), il cui attuale Priore, Alain Hocquemiller raccomanda ovviamente il libro di padre Sevin contro il quale scrisse padre Jeoffroid. Nella copertina del libro l’editore ed il curatore presentano al lettore le fotografie dei sostenitori e degli avversari dello scoutismo, questi ultimi in numero di sei. Orbene, spicca l’assenza di mons. Umberto Benigni, quasi assente anche nella presentazione di L.- M. Dufay. Eppure, il tanto deprecato Carichon aveva messo in rilievo il ruolo di primo piano svolto da mons. Benigni in tutta la questione del libro di padre Jeoffroid, ma si vede che nella Fraternità San Pio X e a Cadillac mons. Benigni è quasi sconosciuto oppure non gode, per motivi a me misteriosi, di buona stampa.
Avendo fatto anch’io parte della Fraternità, capisco come sia difficile (soprattutto per i seminaristi, o al massimo i sacerdoti, non tanto per i fedeli, a meno che abbiano interessi commerciali da salvaguardare) essere coerenti con le proprie buone idee e allontanarsi dalla suddetta: il curatore e i suoi collaboratori possono avere quindi la mia comprensione e indulgenza. L’editore no: ha rovinato, senza motivo, un libro eccellente.
don Francesco Ricossa
R.P. HENRI JEOFFROID Notes sur le Scoutisme ESR, Cadillac, 2022.
Fonte: https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/75.pdf, pagg. 77-78.