L’economo del Patriarcato latino descrive la situazione in Terra Santa
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 53/24 del 31 maggio 2024, Santa Petrosilla
L’economo del Patriarcato latino descrive la situazione in Terra Santa
Riflessioni sulla Terra Santa, di Sami Al-Youssef, economo generale del Patriarcato latino di Gerusalemme (27 maggio 2024).
(…) Dall’inizio della guerra a Gaza, il livello di perdite umane e di distruzione non ha precedenti nella nostra Terra Santa. Le statistiche pubblicate dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) sono devastanti e includono 35.500 palestinesi uccisi e 80.000 feriti, di cui il 60% in entrambe le categorie erano anziani, donne e bambini; 1,7 milioni di persone (il 75% della popolazione) sono sfollati interni, con il 60% delle unità residenziali danneggiate e l’80% di tutte le strutture commerciali; 1,1 milioni di persone hanno raggiunto livelli catastrofici di insicurezza alimentare; mancanza di elettricità, fognature, rete idrica o di comunicazione.
Dal punto di vista sanitario, la maggior parte degli ospedali sono fuori servizio con grave carenza di medicinali e forniture mediche; 800.000 casi segnalati di infezioni respiratorie acute e 442.000 casi di diarrea acquosa acuta; e nelle strade si accumulano 270.000 tonnellate di acque reflue solide. Per quanto riguarda l’istruzione, il 73% di tutte le scuole sono state distrutte, lasciando 625.000 bambini in età scolare senza alcuna istruzione o istruzione, per non parlare del fatto che tutte le università sono state ridotte in macerie. Attualmente sono 17.000 i bambini non accompagnati perché separati dai genitori e molto probabilmente orfani. Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, quelli che arrivano non soddisfano una piccola parte dei bisogni e ciò è stato ulteriormente complicato dalla chiusura del valico di Rafah dall’Egitto. Queste pure statistiche dipingono un quadro molto desolante dell’attuale situazione a Gaza, che è solo una parte della storia. Le tragedie umane di cui sentiamo parlare quotidianamente, comprese le operazioni di amputazione senza anestesia, sono semplicemente troppo da sopportare. L’umanità è perduta a Gaza!
La situazione in Cisgiordania non è meno terribile, con la disoccupazione che raggiunge livelli record stimati al 45%, senza molte speranze di riprendere molte attività per rilanciare l’industria del turismo e dei pellegrinaggi, né alcun passo avanti verso il ritorno dei lavoratori palestinesi al lavoro in Israele, né alcun passo avanti per lo sblocco delle entrate fiscali all’Autorità Palestinese per consentirle di pagare gli stipendi ai suoi dipendenti pubblici. Le condizioni economiche della maggior parte delle famiglie sono gravemente peggiorate negli ultimi mesi con tutti i risparmi messi da parte per i tempi difficili, la maggior parte delle famiglie sono ormai impoverite con il passare del tempo. Un ulteriore fattore complicante è stata la violenza incontrastata dei coloni che ha reso non sicure molte strade in Cisgiordania, per non parlare dei crescenti attacchi e dei massicci furti di terra. I posti di blocco sono diventati insopportabili come ho assistito in prima persona a tanta crudeltà qualche giorno fa. Dopo aver partecipato a un incontro a Ramallah, il ritorno a Gerusalemme, che è un viaggio di 16 chilometri, ha richiesto più di 4 ore! Non posso che esprime solidarietà con le persone che hanno bisogno di fare questi viaggi ogni giorno! (…)
Fonte: https://www.lpj.org/en/news/reflections-from-the-holy-land-a-ray-of-hope