Le memorie di S. Giuseppe nella terra di Gesù
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 27/21 del 19 marzo 2021, San Giuseppe
Le memorie di S. Giuseppe nella terra di Gesù
In Palestina i ricordi del glorioso Patriarca S. Giuseppe, sposo della SS. Vergine sono localizzati a Betlemme e a Nazareth.
A Betlemme, in fondo alla grotta del Presepio, posto sotto il coro della grande Basilica della Natività, s’apre una porta, di proprietà dei Francescani, che mette in un corridoio scavato nella viva roccia. Esso conduce ad una rete di stanze trasformate in angusti oratori. La prima di queste cappelle sotterranee è dedicata alla memoria di S. Giuseppe.
Il piccolo e grazioso oratorio fu fatto costruire nel 1621 dal P. Tommaso da Novara, allora Custode di Terra Santa, in ossequio all’antica tradizione che in quell’oscuro nascondiglio localizza il luogo dell’apparizione celeste al casto Sposo della SS. Vergine. Sull’altare infatti troneggia un bel dipinto, dovuto al pennello di Bernardo Buttle di Dusseldorf. Il quadro rappresenta il Santo Patriarca in atto di ricevere in sogno l’ordine dell’Angelo che in nome di Dio gli intimava di prendere immediatamente la via dell’Egitto per salvare con la fuga la vita del Bambino minacciata da Erode.
La graziosa cittadina di David si gloria di possedere un’altra sacra memoria del grande Patriarca. Nel declivio del colle verso levante esiste una modesta cappella, fatta innalzare dai Francescani sul luogo dove anticamente sorgeva già una Chiesa, come lo prova l’esistenza d’una piccola abside tutt’ora visibile.
I cristiani di Betlemme la chiamano la Casa di S. Giuseppe e l’additano con un sentimento d’orgoglio ai pellegrini. Questo nome le fu dato in memoria della casa che abitò la Sacra Famiglia dopo la nascita di Gesù. La dimora nella grotta non poteva essere che provvisoria; quando infatti giunsero a Betlemme i Magi, il piccolo – Re dei Giudei – non abitava più in una caverna, ma in una casa, come riferisce espressamente il Vangelo.
Ben più importanti sono le memorie di Nazareth. Occupa il primo posto il luogo ove sorgeva la casa o bottega di S. Giuseppe, e dove la Sacra Famiglia rimase, finchè Gesù trentenne incominciò la sua vita d’apostolato.
Fin dal secolo sesto si hanno importanti documenti che parlano di una Chiesa eretta a Nazareth sul posto della dimora di S. Giuseppe. Nel «Trattato dei Luoghi Santi» di quell’epoca si legge:
– A Nazareth vi è un’altra Chiesa nel luogo in cui fu allevato il Signore – e si chiamava Chiesa della Nutrizione. L’antico Santuario fu distrutto verso il 1100 durante l’invasione musulmana. La sua ricostruzione, compiuta dai Crociati, esiste in parte anche oggi. Nel 1754 i Francescani acquistarono una casupola sorta tra le rovine del Santuario, e la sostituirono con una cappella, che, travolta dal terremoto nel 1837, fu riedificata l’anno dopo. In seguito, per mezzo di lunghe e difficili trattative, essi poterono comprare altre case, che ingombravano il santo luogo, compresa la strada e il terreno che lo separavano dal loro convento dell’Annunciazione.
Grazie agli studi e soprattutto agli scavi sapientemente diretti dal francescano P. Prospero Viaud, nel 1908, fu possibile ricostruire il Santuario su le basi primitive. Sgombrando i materiali ammassati con l’andar del tempo, vennero alla luce, per un’altezza di circa quattro metri, i primi strati di muratura di una Chiesa di stile romanico, a tre navate, lunga metri 29, larga circa 16. Fra le macerie si rinvennero pure mensole di archi, cordoni, capitelli e altre pietre lavorate. La facciata, che si è conservata per una altezza che varia da uno a due metri, presenta le caratteristiche di una severa semplicità.
Il Santuario è unito alla grotta dell’Annunciazione per mezzo del convento francescano, inaugurato nel 1930, sede del noviziato per la Custodia di Terra Santa. Con grande solennità vien celebrata in questa Chiesa la festa di S. Giuseppe il 19 marzo. Interviene il Rev.mo Padre Custode di Terra Santa, che tiene funzioni pontificali. Caratteristica speciale di questo Santuario sono i suoi sotterranei. Anzitutto due vasche quadrate, di due metri ciascuna, col fondo lavorato a mosaici e le pareti coperte di marmi. Poi, tra le due vasche, un’apertura rotonda che dà luce ad una grotta ampia, tortuosa, alla quale si scende per una scala di nove gradini, scalpellati nella viva roccia. La grotta è larga quattro metri, lunga dieci, alta due. Quattro cisterne completano la misteriosa struttura di questa curiosissima e antichissima abitazione sotterranea. In questo luogo Gesù passò la maggior parte della sua vita, occupato in un duro lavoro, in compagnia del suo padre putativo e della sua Madre Santissima.
Questo devoto Santuario richiama al pensiero del visitatore, con un linguaggio oltremodo espressivo e potente, l’umiltà e l’obbedienza di Colui che, essendo Dio, si fece il più piccolo degli uomini per mostrarci prima con l’esempio ciò che più tardi doveva insegnarci con la parola, che occorre farci piccoli quaggiù per diventar grandi nel Regno dei cieli. Il bel quadro dell’altare, che rappresenta Gesù operaio tra Giuseppe e Maria, riprodotto nella nostra bella illustrazione a colori, ci ripete la grande lezione. Hic erat subditus illis!
Tratto da: Almanacco di Terra Santa pel 1937, Tipografia dei PP. Francescani, Gerusalemme, pagg. 28-30.