L’Avvento nell’insegnamento di Pio XII
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 95/23 del 5 dicembre 2023, San Saba
L’Avvento nell’insegnamento di Pio XII
(…) In questi giorni di Avvento la sacra Liturgia — fonte preziosa e perenne di luce e di letizia — mette la nostra anima in una fervida disposizione di attesa per il Santo Natale. È tutta una misteriosa effusione di preghiera piena di ansia e insieme di dolcezza. Ci volgiamo a Dio e Lo preghiamo di mandare Colui che deve venire: Mitte quem missurus es (Ex. 4, 13); gridiamo ai cieli, alle nubi, e attendiamo che scenda come rugiada, come benefica pioggia, il Giusto: Rorate coeli desuper, et nubes pluant iustum (Is. 45, 8). Anche la terra ascolta la nostra invocazione, e noi le chiediamo di aprirsi e di germinare la più desiderata delle piante, il più profumato dei fiori, Gesù: Aperiatur terra, et germinet salvatorem; Flos de radice Iesse (Is. 45, 8; 11, 1). Talvolta la preghiera è rivolta direttamente a Gesù e allora assume un tono di particolare ardore : Veni, Domine, et noli tardare: Vieni, Signore, e non indugiare.
A questa preghiera risponde nella stessa Liturgia una dolcissima voce di pace, di conforto e di promessa. Parla Dio e dice : Consolatevi : presto verrà la vostra salvezza: Cito veniet salus tua.
E ancora : I monti stilleranno dolcezza e i colli daranno latte e miele: Stillabunt montes dulcedinem, et colles fluent lacte (Ioel, 3, 18). Nei giorni di lui vi sarà giustizia e abbondanza di pace: Orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis (Ps. 71, 7), e la terra produrrà il suo frutto: Terra nostra dabit fructum suum (Ps. 84, 13).
Ma Ci pare che fra quell’accorata preghiera e questa deliziosa promessa stia, forte e risoluta, una voce: la voce di Colui che grida ammonendo: Preparate la via del Signore: Vox clamantis . . . Parate viam Domini (Luc. 3, 4). Quasi per dire: sarebbe inutile il vostro desiderio di salvezza, e non gioverebbe nemmeno la volontà salvifica di Lui, se mancasse la vostra opera generosa nel preparargli la strada, rimovendo gli ostacoli e adornando il cammino per il quale Egli deve passare.
Oggi quella preghiera della terra e la risposta del cielo, e anche più l’invito del Precursore, si fanno sempre più impellenti. Chi non sente l’invocazione ansiosa degli uomini, i quali hanno cercato di risolvere i loro problemi senza Dio, o addirittura lottando contro Dio, ed ora hanno toccato con mano la sconfitta che li disanima per la fragilità delle strutture in cui abitano e la precarietà delle istituzioni, alle quali si appoggiano? Basta quindi saper comprendere le voci che vengono al nostro orecchio, basta intuirne il significato ancora nascosto e profondo, per accorgersi che molti già si accingono a tornare alla casa del Padre, anche se l’avevano dimenticata. (…)
Discorso di Pio XII ai dirigenti e ai soci della Primaria Associazione cattolica artistico-operaia di Roma, 7 dicembre 1952.