L’Addolorata del Calvario
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 38/23 del 31 marzo 2023, Madonna Addolorata
L’Addolorata del Calvario
Maria, rimasta nascosta durante la predicazione del Figlio, non spettatrice delle glorie nel monte Tabor mentre Gesù si trasfigurava e che non si lasciò vedere nell’ingresso trionfale di Gerusalemme, si appalesa solo quando il frutto del suo ventre viene trattato da pubblico assassino ed è giustiziato al Calvario.
Essa lo segue nella via dolorosa, sale con lui sulla vetta del monte, impietrita dal dolore che la distruggeva ad ogni istante nel cuore, ma riprendendo nuova vita nell’amore assistette e senti nell’anima i replicati colpi dei martelli quando a Gesù trasforavano da parte a parte le mani ed i piedi: come lo vide innalzato su la Croce, vi si appressò, restandovi sotto immobile per parteciparne agli strazi, desiderosa di morire con Lui, che dalla Croce le disse le ultime amorose parole affidandole in sua vece tutto il genere umano, che Ella avrebbe dovuto amare come una madre ama svisceratamente l’unico suo figlio. Ecce Mater tua, ecce filius tuus.
Ben meritava adunque Maria di avere nel Calvario un altare ove ricordasse quello ov’essa offrì il suo Figliuolo e se stessa.
E n’ebbe due: uno dov’essa stava nell’atto della crocifissione del suo divin Gesù, ed un altro dove si trovava allorchè fu istituita madre nostra a piè della Croce.
La devotissima imagine che fregia il nostro Almanacco si venera appunto in questo secondo altare. La pregiata scultura è antico dono del cattolico e generoso Portogallo fatto ai Francescani, che la collocarono sul Calvario, nel posto che le spettava. Non si può guardarla senza sentirsi commossi, non si può contemplarla senza prostrarsi ai suoi piedi per soffrire e piangere con Lei pregandola ad accoglierci nel suo materno seno.
È un semibusto: le braccia largamente abbandonate si ripiegano per congiungere le mani,sovrapponendole. La bella fronte è mesta, gli occhi piangenti si fissano su quelli dell’astante che segue in qualsiasi posizione si ponga quasi a cercargli il cuore per pro-vocarne compassione ed amore. Il vestito, il manto di vivo colore orientale è largo e maestoso quale conviensi ad una matrona.
Avanti quell’imagine ti senti attrarre, rapire, conquidere; non ti allontaneresti mai di là ove si vorrebbe lasciare il cuore accanto a quello di Maria, che lo renderà migliore riempendolo di virtù e di doni.
Le grazie d’ordine naturale e sovrannaturale che Maria si degna spargere dalla sua imagine al Calvario sono innumerevoli, e ne fanno indubbia testimonianza il continuo pellegrinarvi, le preghiere e le lagrime che vi si effondono, i doni ond’è ricoperta la veneranda icone, la devozione sparsa universalmente.
L’Addolorata del Calvario si degni di volgere a tutti il suo sguardo compassionevole ed amoroso risanando maternamente le menti ed i cuori, liberarci dai mali temporali ed eterni.
Tratto da: Almanacco di Terra Santa pel 1923, Tipografia dei Padri Francescani, Gerusalemme, pag. 21.