Il Santo Abbandono
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova
Comunicato n. 18/22 del 16 febbraio 2022, Sant’Onesimo
Il Santo Abbandono
Recensione del libro “Il Santo Abbandono” di dom Vital Lehodey, tratta dalla rivista “Sodalitium” n. 72.
Il Santo Abbandono
“Siate santi perché io son santo” (Lv. 11, 44) “Poiché questa è la volontà di Dio, la santificazione vostra” (1, Tes. 4, 3). Questi comandi potrebbero spaventarci se non ci venissero direttamente da Dio, e noi sappiamo che Dio (Lc. 1, 37) non chiede mai nulla di impossibile. È dunque un dovere per ciascuno di noi sapere in che cosa consista la santità richiesta dal Signore, al fine di fare tutto quel che possiamo per raggiungerla, senza dimenticare che la nostra santificazione è un’opera a due cioè la nostra docile cooperazione all’azione di Dio.
Sant’Alfonso M. de Liguori ce ne dà una semplice ed efficace definizione: “Tutta la nostra perfezione consiste nell’amare il nostro amabilissimo Dio… ma tutta poi la perfezione dell’amore a Dio consiste nell’unire la nostra alla sua santissima volontà… e perciò quanto più alcuno sarà unito alla divina volontà tanto sarà maggiore il suo amore… questa dunque è la maggior gloria che noi possiamo dare a Dio, l’adempiere in tutto i suoi santi voleri” (S. Alfonso, Uniformità alla volontà di Dio).
Pertanto, il nostro quotidiano impegno per arrivare alla santità dovrebbe riassumersi in questo: “fare tutto ciò che Dio vuole, volere tutto ciò che Dio fa” (S. Omer, Pratica della perfezione). Ma anche nell’adempimento della Santissima volontà di Dio ci sono differenti gradi; ci sono l’obbedienza, la rassegnazione, l’accettazione, la conformità, l’indifferenza, l’uniformità ma quello di cui ci interessiamo, o meglio, quello che ci presenta, in uno stile veramente alla portata di tutti, il trappista dom Vital Lehodey, nella sua opera che prende il nome proprio dal soggetto che tratta in maniera tanto approfondita, è: IL SANTO ABBANDONO.
Seguendo la dottrina sicura dei dottori S. Francesco di Sales e S. Alfonso de Liguori, oltre a molte altre citazioni di mistiche del XIX secolo tra le quali spiccano, S. Gemma e S. Teresina, l’autore dopo aver esposto la natura, i motivi, l’oggetto del santo abbandono in 48 generale, propone una serie di applicazioni pratiche di abbandono nei beni temporali (prosperità o avversità; calamità pubbliche e private; ricchezza o povertà; salute o malattia; la vita o la morte…), nelle cose riguardanti la stima (reputazione, umiliazioni, persecuzioni), e più largamente in ciò che riguarda i beni spirituali, che possono essere particolarmente utili al lettore per prepararsi alle prove che possono incorrergli nel corso della vita, alzando lo sguardo da una prospettiva puramente naturale ad una soprannaturale.
Come un bimbo trova fra le braccia di sua madre il luogo più amabile e sicuro che ci sia, ed una madre se potesse non permetterebbe mai nulla che fosse di nocumento al proprio figlio, così un’anima trova in Dio e nella sua Santissima volontà la vera pace sapendo che Egli è il padre più premuroso, più attento, più amante che si possa immaginare e non può volere se non il meglio per i suoi figli. E mentre una madre può sbagliarsi nella valutazione di ciò che è bene o male per il proprio figlio, questo non è pensabile per Dio.
Forse in questo difficile periodo che stiamo attraversando ormai da più di un anno e che non crediamo di esagerare nel supporre abbia colto molti di noi spiritualmente impreparati, non farà male riflettere al fatto che tutto ciò che accade, sia nell’ordine naturale che soprannaturale, è previsto e voluto o almeno permesso da Dio per un bene più grande.
Sapendo che nulla di ciò che accade esce dai piani della Divina Provvidenza, e persuasi che “tutto coopera a bene Dom Vital Lehodey, abate di Bricquebec per chi ama Dio…” (Rm. 8, 28), sarà più facile riconoscere la volontà di Dio in ogni circostanza, benedirne tanto la bontà nelle prosperità, quanto baciarne la mano che ci percuote con le afflizioni.
Come egli stesso riporta nella conclusione, la volontà divina è la regola suprema della nostra vita, la norma del bene, del meglio, del perfetto: più ci conformiamo ad essa più ci santifichiamo.
Non c’è niente di meglio per noi che ciò che vuole Dio; imitiamo Nostro Signore Gesù Cristo che, dopo averci dato l’esempio della conformità alla Divina Volontà dicendo: “Padre, se tu vuoi allontana da me questo calice! Però si faccia non la mia, ma la tua volontà” (Lc. 22, 42), ci ha insegnato anche il totale abbandono pronunciando dall’alto della croce: “Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio” (Lc. 23, 46).
Non possiamo riassumere in poche righe ciò che dom Lehodey espone così bene e diffusamente in questa sua opera; invitiamo quindi a leggere questo bel libro che farà certamente del bene alle vostre anime.
Un frate dell’Istituto
• Dom Vital Lehodey, Il Santo Abbandono, Edizioni San Paolo 1995, pagg. 472, € 26,00.
https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/72.pdf. pagg. 48 – 49