Grembiulini brecciaioli
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 76/17 del 27 settembre 2017, Santi Cosma e Damiano
Grembiulini brecciaioli
Anche quest’anno le logge massoniche hanno festeggiato l’anniversario della breccia di Porta Pia, che determinò l’illegittima e sacrilega occupazione di Roma e la conseguente fine del potere temporale dei Papi. Riportiamo il discorso tenuto dal gran maestro del G.O.I. in cui, oltre a dettare l’agenda politica “contro i muri” (chi festeggia gli invasori di ieri non può che sostenere gli invasori di oggi), accenna ai massoni Edmondo De Amicis e Filoteo Alberini e ricorda la partecipazione del card. Bertone, in qualità di rappresentante di Benedetto XVI (propagatore dell’agnosticismo modernista) alle celebrazioni massoniche del 20 settembre 2010. Come i massoni con la breccia di Porta Pia occuparono la Città Santa, così i modernisti con la breccia del Vaticano II hanno occupato la Chiesa. Invochiamo Cristo Re per la sconfitta di entrambe le sette, quella massonica e quella modernista.
XX Settembre. Il Gran Maestro a Porta Pia: “Noi siamo contro ogni tipo di muro da sempre”
“Oggi non si chiudono le celebrazioni della ricorrenza del XX Settembre. È soltanto la tappa del nostro cammino di liberi muratori. Chi è venuto al Vascello ha visto una cartolina con la presa di Porta Pia e dietro la scritta ‘Siamo contro ogni tipo di muro da sempre’. Ed è così, siamo contro ogni muro”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi, il pomeriggio del 20 settembre, durante l’omaggio ai Caduti della Breccia di Porta Pia presso la lapide nelle Mura Aureliane che ricorda la storica battaglia che sancì l’annessione di Roma all’Italia. (…) Noi vogliamo andare davvero oltre, oltre le paure, oltre i pregiudizi, oltre le differenze. Viva la breccia di Porta Pia!”.
Prima di raggiungere Porta Pia , la delegazione del Grande Oriente d’Italia, guidata dal Gran Maestro Stefano, si era recata, com’è tradizione, anche a rendere omaggio al l monumento a Giuseppe Garibaldi sul Monte Gianicolo.
Porta Pia fu fatta erigere a Roma nel 1561 da Pio IV, presso l’antica Porta Nomentana, su disegno di Michelangelo. Il 20 settembre 1870 il tratto tra Porta Pia e Porta Salaria fu l’obiettivo dell’attacco principale delle truppe italiane, guidate dal generale Raffaele Cadorna, contro l’esercito papalino per l’occupazione di Roma. I primi colpi di artiglieria raggiunsero le mura alle 5,15. I pontifici alzarono la bandiera bianca alle 10,05, mentre i reparti più prossimi all’ampio varco, che nel frattempo era stato aperto, davano inizio all’ingresso degli Italiani a Roma. Il primo soldato a varcarlo fu il sottotenente Federico Cocito della 5ª batteria del 9° reggimento artiglieria pesante comandata dal Capitano Giacomo Segre. Tra i giornalisti al seguito degli artiglieri italiani c’era anche Edmondo De Amicis che immortalò con queste parole quello storico momento: “Porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra; di materassi fumanti, di berretti di Zuavi, d’armi, di travi, di sassi. Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti”. Da quel giorno di fine estate di 147 anni fa, in cui a tuonare erano stati i cannoni, la Breccia di Porta Pia è simbolo dell’Unità d’Italia. L’apertura di quelle mura consentì lo scambio di uomini e di idee e l’avvio del nostro paese alla modernità.
Nel 1895 il XX Settembre diventò festa nazionale, poi revocata nel 1930 dopo la firma dei Patti Lateranensi. Di recente sono stati presentati disegni di legge per ripristinare la festività. Oggi, il dissidio che a lungo oppose Stato e Chiesa è stato superato con la conciliazione dei valori laici e cattolici in nome di un unico spirito nazionale che coniuga tutte le radici culturali del nostro paese. Nel 2010 il cardinale Tarcisio Bertone, che all’epoca era segretario di stato vaticano, ha partecipato per la prima volta alle celebrazioni del XX Settembre a Porta Pia insieme all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
All’evento della breccia di Porta Pia fu dedicato nel 1905 il primo film prodotto in Italia da una casa cinematografica. Il regista, Filoteo Alberini, maestro massone del Grande Oriente d’Italia, aveva compreso che il cinema rappresentava uno strumento pedagogico formidabile per costruire un’identità nazionale fondata sui valori morali e civili del Risorgimento.