Finanza speculativa e tosatura dei risparmi
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 72/16 del 13 ottobre 2016, Sant’Edoardo
Una tosatura dei risparmi per salvare il sistema finanziario
La Banca centrale europea nei guai a causa del falso stress test su Deutsche Bank
E’ tutto truccato. Il sistema finanziario è marcio e rischiamo di essere sull’orlo di un suo nuovo collasso. La conferma viene dalle rivelazione del Financial Times di martedì 11 ottobre. Il quotidiano inglese ha infatti rivelato che nel corso degli ultimi stress test la Banca centrale europea (Bce) ha concesso a Deutsche Bank di inserire nel suo bilancio 4 miliardi di dollari dovuti alla vendita della sua partecipazione nella banca cinese Hua Xia. Si tratta di una transazione che a tutt’oggi non è stata ancora conclusa. Il trattamento speciale concesso a Deutsche Bank, che è esplicitato in una nota a piè di pagina degli stessi stress test, non è stato accordato alle altre 49 banche, alcune delle quali avevano concordati affari simili che però non erano stati completati entro la fine del 2015. Questo trucco ha rassicurato investitori sempre più inquieti sull’adeguatezza dei mezzi propri di Deutsche Bank. Insomma, a beneficio dei puristi, è servito per fornire informazioni false e per distorcere l’andamento sia delle azioni sia delle obbligazioni emesse dal principale istituto germanico.
Questa notizia conferma che il sistema è truccato e che la priorità numero uno delle banche centrali è fare di tutto per tenere in piedi un sistema finanziario di nuovo a rischio di collasso. E se nel 2008 è stata la Lehman Brothers ad innescare la crisi, oggi il principale candidato a svolgere questo ruolo è la Deutsche Bank. L’istituto è nell’occhio del ciclone e la sua credibilità è ai minimi soprattutto dopo la minaccia degli Stati Uniti di appiopparli una multa di 14 miliardi di dollari a causa del ruolo svolto nella crisi dei mutui subprime. Questa sanzione è motivata politicamente ed è una ritorsione contro la decisione di Bruxelles di punire l’americana Apple per elusione fiscale e di costringerla a versare proprio 14 miliardi ai Paesi europei. La multa di Washington, nettamente superiore a quelle inflitte alle banche americane per reati analoghi, è anche un avvertimento a Berlino a non proseguire nelle trattative con Mosca volte a realizzare un secondo gasdotto sotto il Mar Baltico, che aggirerebbe Ucraina e Polonia, e che segnerebbe un netto miglioramento dei rapporti tra i due Paesi, che potrebbe preludere anche all’opposizione del Governo tedesco ad un rinnovo delle sanzioni europee contro la Russia. Questi aspetti li abbiamo affrontati nel blog della settimana scorsa, ora vogliamo concentrarci sul “pericolo” Deutsche Bank e sui rischi che pone all’intero sistema.
La crisi dell’istituto tedesco non è dovuta, diversamente dalle banche italiane, al suo portafoglio crediti e quindi alle sofferenze, ma alle sue attività speculative. Infatti Deutsche Bank ha 985 miliardi di euro impegnati in operazioni sui mercati finanziari. In particolare è uno dei principali attori internazionali sul mercato dei derivati e di altri sofisticati strumenti finanziari. Questa somma deve essere relativizzata: il rischio vero per la banca (se le controparti non falliscono) è nettamente inferiore ed è stato calcolato che ammonti a 41 miliardi. Il grande problema di Deutsche Bank, oltre alla vertenza con gli Stati Uniti, è costituito da 28,8 miliardi di euro, che sono iscritti a bilancio sotto la pota “livello 3”. Sotto questa posta di bilancio vi sono attivi illiquidi e che non hanno un prezzo di mercato. Si tratta dei titoli tossici, diventati famosi durante l’ultima crisi finanziaria. Essi sono titoli tossici, poiché lo stato di salute della controparte è precario, poiché la scommessa della banca è contraria alla direzione dei mercati, ecc. In pratica, si tratta di una bomba ad orologeria in un bilancio che dovrebbe essere coperta da adeguati mezzi propri. Ed è questo il punto: la Deutsche Bank non ha questi soldi e non è in grado di varare un aumento di capitale, poiché la sua credibilità è ai minimi, come dimostra il fatto che sua capitalizzazione (circa 16 miliardi di euro) è inferiore di ben 35 miliardi rispetto alle attività tangibili possedute dalla banca. Il Governo tedesco è letteralmente terrorizzato e sta chiedendo alle grandi società tedesche di fare uno sforzo a favore della nazione sottoscrivendo un forte aumento di capitale per evitare il collasso di Deutsche Bank.
Ma torniamo alla notizia iniziale: la situazione è talmente grave e pericolosa da aver spinto la Bce a truccare il risultato dello stress test dell’istituto. Ma perché questa paura? Il motivo principale è che in questi anni di tassi di interesse a zero e spesso anche negativi e di continua stampa di moneta da parte delle banche centrali si è creata un’enorme bolla speculativa. I soldi sono finiti in minima parte nell’economia reale, come dimostrano sia un’economia stagnante sia la continua diminuzione della crescita degli investimenti, la più parte di questi soldi è finita in attività a forte rischio, da cui l’uscita è difficile e in molti casi addirittura impossibile. Questo fenomeno ha indotto la Bank of America ad evidenziare che paradossalmente un’inversione dell’andamento dei mercati finanziari metterebbe paradossalmente in luce che questa enorme liquidità non c’è, è sparita e si è trasformata in una “liquidità fantasma”. Dunque, ed è questo il segnale che deve essere ricordato, la crisi di Deutsche Bank è solo la punta dell’iceberg contro il quale il sistema finanziario sta andando a cozzare e a collassare. Insomma, rischiamo di essere costretti a scoprire quanto alto sarà il prezzo di non aver tagliato le unghie alla finanza speculativa. E non a caso, alcuni economisti di regime già indicano la possibile soluzione un vero e proprio esproprio dei risparmiatori attraverso l’eliminazione delle banconote e tassi ancor più negativi di quelli odierni. In pratica si sta studiando il modo per evitare che si possa sottrarre alla tassa dei tassi negativi indispensabile per salvare un sistema finanziario di nuovo sull’orlo del collasso. Si sta dunque preparando una vera tosatura dei risparmi per pagare i danni di Wall Street e dei loro accoliti europei.
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