Ecco a voi Amnesty International
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 56/14 del 5 giugno 2014, San Bonifacio
Cos’è Amnesty International?
Potrebbe destare sorpresa sapere che Amnesty International, erroneamente considerata da molti come la voce finale in materia di diritti umani nel mondo, è, nei fatti, uno dei più grandi ostacoli alla causa di tali diritti in tutta la Terra.
Nel suo rapporto annuale del 2012, Amnesty afferma una delle più grandi falsità, sistematicamente ripetuta: «Amnesty International è finanziata principalmente dai suoi membri e da donazioni pubbliche. Nessun fondo viene domandato ai governi, oppure accettato da essi, per l’opera di investigazione e la campagna contro gli abusi dei diritti umani. Amnesty International è indipendente da ogni governo, ideologia politica, interesse economico o religione».
In realtà, Amnesty International è finanziata e condotta non soltanto da alcuni governi, ma vieppiù da enormi interessi di finanziatori d’impresa; inoltre è intrecciata con ideologie politiche e interessi economici. Amnesty è uno strumento essenziale, utilizzato esclusivamente per perpetrare tali interessi.
Il finanziamento di Amnesty International
Il reperimento delle informazioni relative ai finanziamenti di Amnesty International è reso deliberatamente difficile; questo, chiaramente, per proteggere il mito di “indipendenza” dell’organizzazione. Con modalità simili a quelle di qualsiasi attività criminosa, Amnesty tiene da parte, separati, i legami finanziari compromettenti attraverso una serie di manovre legali e di organizzazioni ombra.
Sul sito web di Amnesty si legge: «Il lavoro portato avanti dal Segretariato Internazionale di Amnesty International è organizzato in due entità legali, in conformità alla legge del Regno Unito: Amnesty International Limited (AIL) e Amnesty International Charity Limited (AICL). Amnesty International Limited prende in appalto le attività caritatevoli per conto di Amnesty International Charity Limited, istituzione benefica registrata».
Ed è lì, presso la Amnesty International Limited, il luogo in cui sono mantenuti i legami con i governi e i finanziatori d’impresa. A p.11 del Rapporto e Rendiconto Finanziario del 2011 di Amnesty International Limited è riportato: «I Direttori sono lieti di ringraziare per il loro supporto la John D. e Catherine T. MacArthur Foundation, l’Oak Foundation, l’Open Society Georgia Foundation, il Vanguard Charitable Endowment Programme, Mauro Tunes e l’American Jewish World Service. L’UK Department for International Development (Governance and Transparency Fund) ha prorogato il finanziamento per un progetto quadriennale a favore dell’educazione ai diritti umani in Africa. La Commissione Europea (Europe Aid) ha generosamente offerto una borsa di studio pluriennale, destinata al lavoro di Amnesty International in Europa a favore dell’educazione ai diritti umani».
Dunque è chiaro, Amnesty prende effettivamente del denaro, sia da governi che da finanziatori d’impresa; una di tali imprese è la nota Open Society, presieduta da George Soros, riconosciuto colpevole di crimini finanziari. Nel marzo del 2012, un report di bloomberg, intitolato “Soros perde la causa contro la condanna della Corte francese per Insider-Trading”, riferisce che un ricorso contro Wall Street, basato sulla violazione dei “diritti umani” da parte dello speculatore George Soros, è stato rifiutato dalla “Corte Europea per i Diritti Umani”.
Soros, la cui Open Society finanzia anche Human Rights Watch e una miriade di altre associazioni sostenitrici dei “diritti umani”, ha letteralmente cercato di usare il “racket” occidentale dei “diritti umani” per difendere se stesso dall’accusa di frode finanziaria, in quella che forse è stata la manifestazione più trasparente del modo in cui operano queste organizzazioni.
Soros, che nel 2002 venne condannato e multato per insider trading in relazione alle azioni della banca francese Société Générale, da lui acquistata nel 1988, ha creato un impero dall’offuscamento di attività criminali globali, grazie alla causa dei “diritti umani”. Il suo supporto, così come quello del governo britannico e dei governi europei, ad Amnesty International mira solamente all’espansione di questa pratica di offuscamento.
La leadership di Amnesty International
Anche la leadership di Amnesty ci dice qualcosa, in merito alla sua reale agenda. Suzanne Nossel, direttrice esecutiva di Amnesty International USA, per esempio, è stata designata direttamente dal Dipartimento di Stato americano; il che contraddice amaramente, ancora una volta, le dichiarazioni di Amnesty sulla sua “indipendenza” da governi e interessi delle corporations. La Nossel ha continuato a promuovere la politica estera statunitense, ma semplicemente dietro un podio con un nuovo logo, quello di Amnesty International, affisso su di esso. Il sito web di Amnesty International menziona specificamente il ruolo della Nossel dietro le risoluzioni ONU appoggiate dal Dipartimento di Stato USA, riguardanti l’Iran, la Siria, la Libia, e la Costa D’Avorio.
E’ stato largamente documentato come questi temi girino attorno a un piano decennale, escogitato dalle grandi partecipazioni finanziarie, mirante a dividere, distruggere e saccheggiare le nazioni, viste come un ostacolo all’egemonia globale statunitense. Specificamente al caso della Siria, l’origine dell’attuale catastrofe della violazione dei “diritti umani” risale a una cospirazione premeditata del 2007 – documentata dal giornalista Seymour Hersh del New Yorker – tra USA, Israele e Arabia Saudita, la quale cercò e ottenne di finanziare, armare e dispiegare degli estremisti settari, che indebolissero e rovesciassero il governo siriano: questo, nonostante la piena consapevolezza della tragedia umana che ciò avrebbe comportato.
Il contributo della Nossel, dunque, consiste semplicemente nell’abbellire quella che è solo una cruda aggressione militare e nel collaborare al raggiungimento dell’egemonia da parte delle corporations finanziarie, con il ptretesto del supporto dei diritti umani.
Uno sguardo su AmnestyUSA.org rivela che ogni fronte, su cui il Dipartimento di Stato americano sta attualmente lavorando e che costituisce per esso una priorità, è allo stesso tempo una priorità anche per Amnesty International. Questo include le manifestazioni e le campagne a supporto dei gruppi di opposizione al governo russo finanziati dal Dipartimento di Stato americano, l’indebolimento del governo siriano, il rovesciamento del governo bielorusso e il supporto alla creatura di Wall Street, Aung San Suu Kyi del Myanmar (ancora chiamata Birmania dalla stessa Suu Kyi, secondo la nomenclatura imperiale britannica).
Amnesty International tradisce la reale promozione dei diritti umani
Amnesty, in realtà, nasconde tutte le tematiche critiche verso la politica straniera statunitense nei fondi dei suoi siti o nel retro dei suoi report. Allo stesso modo, dai media istituzionali vengono riferite selettivamente solo le questioni che coincidono con i loro interessi [quelli delle politiche estere statunitensi; N.d.T.], mentre le altre problematiche vengono sminuite, in termini di spazio a loro dedicato, o non riportate affatto. Ed è precisamente perché nasconde tutte le questioni, tranne quelle che decide selettivamente di enfatizzare, perché possono contribuire agli interessi delle immense corporations finanziarie, che Amnesty diventa uno dei più grandi impedimenti alla reale promozione dei diritti umani sulla Terra.
Alle persone comuni è data la falsa impressione che “qualcuno sorvegli” sulle violazioni dei diritti umani, quando in realtà ciò che Amnesty e tutte le altre organizzazioni simili fanno è gestire selettivamente la percezione pubblica su tali violazioni, fabbricando o manipolando molti casi affinchè questi si conformino meglio all’agenda delle grandi partecipazioni finanziarie. Questo diviene evidente, se si considera che interi report di Amnesty o di Human Rights Watch si basano unicamente su “dichiarazioni di testimoni” ricavate dai racconti dei gruppi di opposizione sostenuti dagli Stati Uniti.
Nei rari casi in cui un report contiene reali prove fotografiche, video o documenti – come quello di Human Rights Watch Descent into Chaos, del 2011 – un linguaggio ingannevole viene intenzionalmente incluso tra i passi, affrontati con rapidità e finta noncuranza, allo scopo di comporre un report selettivo e fuorviante non soltanto per i media istituzionali occidentali, ma anche oer una miriade di false ONG finanziate e condotte da sponsor e affiliati di Amnesty International e di Human Rights Watch. Il report Descent into Chaos, che riguardava la Thailandia, fu rapidamente e ampiamente ribaltato e manipolato dall falsa ONG Prachatai “promotrice dei diritti umani”, finanziata dal Dipartimento di Stato americano.
Le persone, quando credono erroneamente che delle organizzazioni fidate si stiano occupando della “promozione dei diritti umani”, non solo diventano compiacenti verso di esse, ma trascurano anche la loro responsabilità di esaminare obiettivamente la realtà delle potenziali violazioni e dichiararsi apertamente contrarie. Le partecipazioni finanziarie di Wall Street e Londra nelle organizzazioni per i diritti umani hanno riempito un vuoto, che dovrebbe essere occupato dai loro più grandi oppositori. Le oligarchie mondiali non solo hanno avallato la violazione dei diritti umani su scala globale, ma utilizzano anche la loro opposizione controllata per attaccare i propri oppositori.
E’ chiaro che Amnesty International, più che una “promotrice” di diritti umani, è piuttosto un insulto ai diritti umani. Non c’è bisogno di dire che dovrebbe essere boicottata, o per lo meno considerata illegittima e fraudolenta, a partire dai suoi finanziamenti fino alla sua leadership compromessa.
Noi, in quanto persone, dobbiamo contrastare le violazioni reali dei diritti, nostri e del nostro prossimo, partendo dalla base, perché è assolutamente folle pensare che delle organizzazioni di estensione globale, finanziate da corporations economiche che indirizzano l’agenda di governi guidati da interessi costituiti, abbiano a cuore la giustizia e i nostri diritti.
Tony Cartalucci, ricercatore di geopolitica e scrittore, Tratto dal volume Subverting Syria-Obiettivo Siria, Arianna Editrice-2012,pag.239-243