Cosa succede in Terra Santa?
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 60/21 del 23 giugno 2021, San Giuseppe Cafasso
Cosa succede in Terra Santa?
Dal marzo 2020 i pellegrinaggi in Terra Santa sono sospesi a causa dell’influenza cinese. L’assenza dei numerosi pellegrini cristiani (il picco delle presenze era stato toccato nel 2019) ha favorito la politica governativa contro i beni di proprietà dei palestinesi (musulmani e cristiani), senza gli sguardi indiscreti dei visitatori. Anche l’aggressività dei coloni nei confronti degli edifici cristiani è aumentata per lo stesso motivo. L’articolo che segnaliamo si riferisce agli espropri governativi nel quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme, sino al 1948 abitato dalla borghesia cristiana, che prevedono l’assegnazione di case appartenenti ai palestinesi alle famiglie dei coloni. Queste misure determinano la preoccupante penetrazione dei gruppi sionisti più violenti a Gerusalemme est, alle porte dei Luoghi Santi della Città Vecchia.
Sheikh Jarrah, ancora violenze nel quartiere conteso: feriti 20 palestinesi
Nella notte si sono verificati pesanti scontri fra coloni ebraici (sostenuti dalla polizia) e palestinesi residenti nella zona. Una donna colpita con una pietra alla schiena. Le forze dell’ordine hanno compiuto alcuni arresti. B’Tselem: “La violenza ed il vandalismo dei coloni avvengono con il pieno appoggio delle autorità”.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Torna a salire la tensione nel quartiere conteso di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est, fra coloni ebraici – sostenuti dai poliziotti israeliani – e palestinesi residenti nella zona; negli scontri avvenuti nella notte fra i due fronti si sono registrati diversi feriti fra le fila dei palestinesi, investiti da una raffica di granate stordenti e acqua maleodorante contro i quali hanno risposto lanciando sassi e pietre. La proprietà di alcune case nell’area è fra le cause che hanno innescato la recente guerra-lampo a Gaza fra Israele e Hamas.
Secondo un primo bilancio della Mezzaluna rossa palestinese almeno 20 persone sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari. Le forze dell’ordine israeliane avrebbero compiuto anche diversi arresti fra i palestinesi. Testimoni riferiscono che gli agenti hanno fatto irruzione all’interno di una casa e lanciato granate stordenti contro i civili.
Da tempo gruppi di coloni ebraici cercano di espropriare le famiglie palestinesi. Sulla vicenda è in corso anche una battaglia legale in tribunale, con l’intervento della procura generale che ha sospeso l’iter giudiziario per scongiurare un’ulteriore recrudescenza delle violenze. Attivisti e ong pro diritti umani avvertono però che è solo questione di tempo e presto le case verranno sottratte ai palestinesi, innescando un nuovo bagno di sangue.
Negli scontri della notte, la cui dinamica resta ancora oscura, una donna è stata colpita alla schiena da una grossa pietra. Fra i feriti vi sarebbe anche una persona anziana, centrata con un sasso alla testa. Per Israele la controversia è riconducibile a una vertenza legale “sul diritto di proprietà”, mentre per i palestinesi è il segno delle politiche discriminatorie promosse dallo Stato ebraico per cacciarli da Gerusalemme. Una opinione condivisa anche dal movimento israeliano pro diritti umani B’Tselem, secondo cui “la violenza e il vandalismo dei coloni avvengono con il pieno appoggio delle autorità israeliane. A volte i soldati prendono parte all’aggressione, altre volte stanno a guardare. La polizia non fa alcuno sforzo sostanziale per indagare sugli incidenti, né adotta misure per prevenirli o fermarli in tempo reale”.