2020 Comunicati  23 / 05 / 2020

Basilica di Maria Ausiliatrice: la storia di un altare

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenzas-l1600-1
Comunicato n. 50/20 del 23 maggio 2020, San Giovanni Battista de’ RossiBasilica di Maria Ausiliatrice: la storia di un altare

In occasione della festa di Maria Ausiliatrice (24 maggio) pubblichiamo un articolo relativo alla storia di uno degli altari della basilica voluta da Don Bosco a Torino.

L’altare di santa Maria Domenica Mazzarello
La cappella intitolata a santa Maria Domenica Mazzarello è la più ‘tormentata’ tra quelle che ornano la basilica.

Don Bosco volle un altare dedicato a sant’Anna, la madre di Maria, lo volle nella sua chiesa come esempio di educazione femminile; nel dipinto, del pittore Giovanni Battista Fino (1820-1898), sant’Anna è tutta intenta ad istruire la piccola Maria e si può presumere che il libro aperto sia un riferimento alla parola di Dio. Don Bosco in un sogno raccontato il 6 luglio del 1862 descrive un incontro con la marchesa Barolo, e dal colloquio si intuisce che il nostro aveva in animo di interessarsi anche all’educazione delle ragazze ma non si risolse fino al 1864, all’incontro con Maria Mazzarello durante una passeggiata autunnale a Mornese dove conosce il suo gruppo delle Figlie dell’Immacolata e con lei darà il via alla sua attenzione per l’educazione femminile fondando con la Mazzarello l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

I martiri torinesi
Dopo la morte di don Bosco, don Rua porrà mano al rifacimento decorativo della chiesa, esterno e interni; nuovo altare maggiore affidato a Crescentino Caselli, decorazione delle lesene con stucchi, una nuova via crucis affidati a Giovanni e Carlo Borgogno di Torino e la mutazione di due titolari degli altari: quello dei Sacri Cuori (la tela di Giovanni Bonetti sarà spedita a Caserta) e quello di sant’Anna che sarà dedicato ai santi Martiri Torinesi: Avventore, Solutore e Ottavio.
La trasformazione di quest’ultima cappella è radicale: nuova pala dell’altare, nuovi affreschi per la volta e dipinti sulle pareti laterali che narrano la fine dei tre Santi. La nuova pala dell’altare fu affidata ad Enrico Reffo, mantenendo però l’altare marmoreo di Luigi Medici. La tela è stata trasferita su un altare nella galleria alle spalle del presbiterio.
La volta fu affrescata da Giuseppe Rollini, che siglò e datò il suo lavoro: “GR 1891”, e vi raffigurò un angelo che regge un giglio con la destra mentre con la sinistra sparge fiori bianchi, sotto un cartiglio retto da due angioletti con la scritta “JESU CORONA VIRGINUM” ed è sovrastato dalla raffigurazione della Fede circondata da una torma di angeli. Ovviamente la scritta del cartiglio è tarda, all’epoca dell’ulteriore trasformazione in onore di santa Maria Domenica Mazzarello. La figura della fede è un segno che l’affresco era destinata ai martiri, i quali hanno versato il loro sangue per la fede. La cappella era anche dotata di due affreschi, questi attribuibili al Reffo e raccontavano la fine dei tre martiri; il breve ciclo è collocato sulle pareti laterali, in alto, quasi a livello dell’imposta della volta, due scene che narrano le estreme vicende dei tre santi. Attualmente queste pitture non sono visibili perché occultate dalle due tele del Crida e portate alla luce durante gli ultimi restauri.

La cappella oggi
Maria Domenica Mazzarello fu beatificata nel novembre del 1938, subito, su disegni dell’architetto Giulio Valotti (salesiano), si pose mano alla realizzazione di un nuovo altare perché non era pensabile che i luoghi di devozione di due santi fondatori fossero separati. Il luogo prescelto fu l’altare dedicato ai santi martiri torinesi. La navata della basilica era stata completamente rinnovata e tra le due grandi colonne scanalate fu messo in opera l’altare, ricco di marmi pregiati: i due pilastri sono rivestiti di lastre di broccatello di Siena con specchi di onice del Marocco a macchia aperta. Coppie di colonne di verde Issorie con capitelli corinzi incorniciano l’immagine della santa in gloria, splendidi sono gli angeli che sorreggono la nuvola, la cornice è in rosso di Francia; lo zoccolo è tutto in giallo di Siena con specchiature di onice circondato da cornici di bronzo mentre la base ospita l’urna con le reliquie della Santa.
L’urna in bronzo dorato è stata realizzata su disegno dell’architetto Valotti: quattro balaustri compositi strigilati reggono la copertura di vetro, e girali di foglie di acanto e fiori formano la cornice realizzata con palmette, una corda attorcigliata e rose canine, il tutto è stato fuso dalla ditta Lomazzi di Torino. La trabeazione, in alabastro di Busca, è arricchita con decorazioni eucaristiche (spighe e grappoli d’uva) in bronzo dorato, palmette e ovuli dorati. Il fastigio è occupato da un’immagine a mosaico di Maria Ausiliatrice affiancata da due cornucopie ricolme di frutti e di fiori. La finestra semilunare è incorniciata da un mosaico di gigli e di rose canine.
Il Crida completò la decorazione della cappella dipingendo due scene della storia della Mazzarello: a sinistra l’incontro con don Bosco a Mornese e la sua elezione a superiora maggiore, a destra la visita della santa a Pio IX con le prime suore missionarie accompagnata da monsignor Giovanni Cagliero.

http://biesseonline.sdb.org/editoriale.aspx?a=2020&m=5&doc=10123