Rassegna stampa del 28.03.2012
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 33/12 del 28 marzo 2012, San Giovanni da Capistrano
Rassegna stampa del 28.03.2012 (i titoli sono redazionali)
Concilio XVI
(25.03.2012) Video-messaggio di Benedetto XVI all’Incontro Nazionale della Chiesa di Francia a Lourdes
Cari fratelli e sorelle della Francia, è per me una grande gioia inviare il mio caloroso saluto a tutti voi che siete venuti numerosi, a Lourdes, in risposta alla chiamata dei vostri Vescovi, per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.
Il Concilio Vaticano II è stato e rimane un autentico segno di Dio per i nostri tempi. Se lo leggiamo e lo riceviamo all’interno della Tradizione della Chiesa e sotto la guida sicura del Magistero, esso diventerà sempre più una grande forza per il futuro della Chiesa.
Fonte: Zenit.org
Yes we can
(26.03.2012) Padre Franz Schmidberger, il primo successore dell’arcivescovo Marcel Lefebvre alla guida della Fraternità San Pio X, oggi superiore del Distretto tedesco, ha fatto leggere in tutte le messe celebrate ieri in Germania dai lefebvriani un comunicato.
Schmidberger ricorda che lo scorso 16 marzo a Roma il cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha …consegnato al superiore generale della Fraternità, il vescovo Bernard Fellay, «una lettera con spiegazioni in cui ci viene richiesto in modo ultimativo di esprimerci in modo più positivo sul preambolo dottrinale del 14 settembre 2011 di quanto non sia accaduto fino a ora». La scadenza ultima per la risposta è fissata per il 15 aprile 2012.
«Sebbene la lettera si esprima anche in un tono sgradevole – commenta Schmidberger riguardo alla risposta di Roma – vi sono fondate speranze per una soluzione soddisfacente». «Qualora essa giungesse a compimento – conclude la nota – tutte le forze della tradizione nella Chiesa verrebbero notevolmente rafforzate; in caso contrario esse verrebbero indebolite e scoraggiate. Ne va quindi in primo luogo non della nostra Fraternità, ma del bene della Chiesa».
Fonte: Andrea Tornielli
Gli effetti positivi del calcio: i conciliari durante le partite dimenticano l’ecumenismo
(13.03.2012) CITTÀ DEL VATICANO – Tempi duri in Vaticano per la Clericus Cup, il campionato di calcio a carattere internazionale tra monsignori, preti e seminaristi dei vari pontifici istituti presenti a Roma, giunto quest’anno alla sesta edizione. Il torneo – iniziato sabato 2 marzo scorso sui campi dell’oratorio San Pietro – per la prima volta, su decisione della Segreteria di Stato della Santa Sede, non si avvale del patrocinio dell’ente che sovrintende alle attività sportive vaticane, la sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio dei Laici.
Una clamorosa presa di distanza che non può non suonare come una bocciatura da parte di quelle gerarchie pontificie che avevano originariamente battezzato con entusiasmo la discesa in campo della Clericus Cup, il torneo ormai denominato a furor di popolo come il campionato di calcio di Serie A del Vaticano. Ma che, si lamentano Oltretevere, col passare degli anni ha sempre più assunto l’immagine di un campionato di calcio “qualsiasi” con tifo eccessivamente sfrenato sugli spalti, e quindi ritenuto “diseducativo” dentro e fuori le sacre mura, scontri in campo tra calciatori, slogan offensivi tra le opposte tifoserie formate, quel che è peggio, anche da religiosi, preti, suore, seminaristi.
Fonte: Repubblica.it
Terrorismo: burattini e burattinai
(23/3/2012) E così – come volevasi dimostrare – l’attentatore antisemita di Francia non era altro che un semita. Anzi, di più: Mohamed Mesrah, ieri suicida, lavorava per i “barbouzes” francesi – gli agenti segreti d’Oltralpe – da anni e, in particolare, è stato tra i miliziani del “liberatore” di Libia Belhadj, il terrorista salafita agli ordini delle intelligence atlantiche di Obama, Cameron, Sarkozy ed Henry-Levy.
Terminato il suo compito in Libia, era presente, nell’ottobre scorso, a Homs dove, assieme ai suoi variegati commilitoni aveva acceso la miccia del terrorismo anti-Damasco scattata con l’uccisione di innocenti civili alauiti. In modo da provocare una “rivolta” subito conclamata “popolare” benché esterna e “addestrata” da agenti turchi, sauditi, della Dsge francese e dell’MI6 britannico. Rimasto disoccupato dopo la fuga da Homs, Mohammed Mesrah già in servizio, con passaporto francese, tra l’Afghanistan (nella banda “Forzane Alizza”) e lo stesso proprio territorio metropolitano, come ogni buon mercenario che si senta scaricato dai propri mandanti si è vendicato con sette omicidi e ha infine, dopo un assedio di 32 ore, preferito farsi ammazzare piuttosto che arrendersi.
Naturalmente nei reportages su di lui i cenni alla sua militanza “d’apparato” (atlantico) vanno di minuto in minuto sbiadendosi, perdendosi. Pur monitorato, e ben conosciuto, per la sua attività da “mujaheddin” si è messo con tutta evidenza in moto, in Francia – e sui media embedded d’Occidente, anche nostrani – un solerte “Ritoccatore” del suo curriculum vitae. Diciamola tutta: ora serve mantenere la dizione di un Mohamed Mesrah antisemita. E’ più adeguata all’attuale campagna presidenziale di Sarkozy.
Fonte: AgereContra.it, da Rinascita del 23/3/2012
Gli effetti del teatrino: tutti spiati
(24.03.2012) L’amministrazione Obama accresce i poteri dell’intelligence per la sorveglianza sui cittadini americani che non hanno compiuto reati, al fine di scongiurare attentati da parte di jihadisti interni come quello avvenuto a Tolosa da parte di un francoalgerino. La decisione è stata adottata dal ministro della Giustizia Eric Holder e assegna al Centro nazionale per il controterrorismo la possibilità di conservare per cinque anni i dati personali su singoli cittadini, a prescindere dal sospetto di un loro coinvolgimento in attività violente o terroristiche.
Fonte: La Stampa
Convertire i musulmani? Lei non sa chi sono io!
(27.03.2012) Il presidente del Centro Peirone scrive: «Il centro Federico Peirone, intitolato al grande arabista torinese, e da me diretto da 17 anni, si occupa di studi sull’Islam e di rapporti con il mondo musulmano. E’ un’istituzione apprezzata per le sue ricerche e le relazioni che ha instaurato con importanti centri di ricerca in Italia e all’estero. Il Centro non ha fra i suoi fini la conversione dei musulmani ma la conoscenza reciproca e il dialogo interreligioso né si occupa di rifugiati politici.
Firmato: Don Augusto Negri( il centro Peirone appartiene all’Arcidiocesi di Torino, ndr).
Fonte: La Stampa
Corea kosher
(28.03.2011 – Seppur vecchia di un anno, la notizia è sempre interessante) Circa 50 milioni di persone vivono in Corea del Sud, e oggi tutti imparano Ghemara (Talmud) a scuola. “Abbiamo cercato di capire perché gli Ebrei sono dei geni, e siamo giunti alla conclusione che è perché studiano il Talmud”, dice l’ambasciatore coreano in Israele. E questo è il modo in cui Rav Papa è diventato uno studioso più conosciuto in Corea che in Israele.
È dubbio che gli Studiosi Amoraiti Abbayè e Ravà potessero immaginare che le loro discussioni di Legge della Toràh nelle loro Yeshivoth in Babilonia sarebbero state imparate centinaia d’anni dopo nell’Asia Orientale. Tuttavia, si è verificato che le leggi a proposito di “un uovo deposto in giorno di festa” (ביצה שנולדה ביום טוב) siano in realtà interessantissime per i Sud Coreani che hanno richiesto che lo studio del Talmud diventasse parte del loro curriculum scolastico obbligatorio. Quasi ogni casa in Corea del Sud ha oggi una copia tradotta in Coreano del Talmud.
Ma, contrariamente a quanto avviene per esempio in Israele fra i non osservanti, le madri coreane insegnano Talmud ai loro bambini. In un paese di circa 50 milioni di persone, che credono nel Buddismo e nel Cristianesimo, ci sono più persone che leggono il Talmud – o che perlomeno ne possiedono una copia in casa – che nello Stato Ebraico. Molte di più.
Fonte: Blog La Pulce di Voltaire