Terra Santa: giudei profanano cimitero cattolico
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 3/16 dell’11 gennaio 2016, Sant’Igino
Divelte croci nel cimitero cattolico di Beit Jamal vicino a Gerusalemme
Lo rende noto il consigliere dell’Assemblea dei vescovi di Terra Santa Wadie Abunassar
9/1/2016 – Croci divelte e spezzate. Il Patriarcato latino di Gerusalemme ha denunciato oggi un nuovo episodio anticristiano nel cimitero del Monastero cattolico di Beit Jamal, nei pressi di Beit Shemesh ad un passo da Gerusalemme. Una decina di croci – come mostrano le foto diffuse da Wadi Abunassar, consigliere dell’Assemblea dei Vescovi di Terra Santa – erette sulle tombe di sacerdoti dai cognomi italiani che hanno vissuto e operato nel Monastero retto dai Frati salesiani.
Un fatto – anche se non ci sono per ora indizi che vanno in questa direzione – che sembra riproporre altri episodi analoghi compiuti nei mesi scorsi in Israele e attribuiti ad ultrà ebrei. Atti delittuosi condannati dall’intera leadership ebraica a partire dal presidente dello stato Reuven Rivlin e dal premier Benyamin Netanyahu. Il Patriarcato latino, retto da Fouad Twal, ha sottolineato che già nel passato il Monastero luogo è stato oggetto di altri attentati: nel settembre del 1981 fu preso di mira lo stesso cimitero e vandalizzate le croci dei preti lì seppelliti; nel marzo del 2014 l’edificio fu imbrattato di graffiti anticristiani.
Tutti fatti – ha accusato il Patriarcato – rimasti negli archivi delle autorità «come compiuti da `assalitori ignoti´», quindi impuniti. E proprio per questo – ha aggiunto – la più alta carica cattolica della regione ha esortato «nello specifico la polizia e in generale le autorità israeliane a compiere ogni sforzo per portare il prima possibile i responsabili di questi atti sacrileghi davanti alla giustizia». Il Patriarcato ha poi sottolineato di «sperare che ulteriori sforzi siano fatti per educare tutti gli abitanti del Paese al rispetto l’uno dell’altro». E questo, «nonostante le differenti provenienze religiose». Del resto lo stesso Rivlin sostenne – in particolare dopo la dissacrazione della Chiesa della Moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabga sul Mar di Galilea – che «Israele, come stato e società, ha il dovere di proteggere e preservare i luoghi santi di tutte le fedi». (…)