Il totalitarismo mondialista
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 94/11 del 10 dicembre 2011, Madonna di Loreto
Il totalitarismo mondialista
Il governo dei proprietari universali
Vorrei dire qualche cosa su di noi, o meglio su di voi, cari concittadini dell’Italia antiberlusconiana, che avete passato gli ultimi 17 anni della vostra esistenza a guardarvi nello specchio mentre esprimevate sdegno e ribollivate di disgusto.
Quegli stessi voi che adesso applaudite, entusiasti, Mario Monti, perché presumete (si capisce, basta guardarlo) che non si occuperà di bunga bunga.
Qualche giornale, spiritoso, ha titolato “siamo tutti più liberi”, o qualcosa del genere, scivolando sulla buccia di banana che fece capitombolare la democrazia italiana con l’avvento del centro- sinistra.
Cari concittadini antiberlusconiani, mi viene in mente un altro piccolo fatto, accaduto tre anni fa, quando foste quasi tutti affascinati e entusiasti per l’elezione, finalmente, di un presidente nero e democratico, e già dalla nascita Premio Nobel per la pace. Contenti.
Anche in quel caso eravate convinti che fosse finito un incubo, quello dell’Impero dominato da un mentecatto.
Il fatto è che questi entusiasmi sono il frutto della vostra illusione. Ma di una illusione della quale voi siete colpevoli, direttamente responsabili, e che quindi non ha scuse.
E l’altro fatto è che non tenete conto che non c’è liberazione se non la si guadagna.
Partiamo da questo secondo fatto. Chi vi ha liberato da Berlusconi? Non siete stati voi, questo è certo. È arrivato un misso dominico inviato da “coloro che tutto possono”, il cui scopo è “rieducarvi”. Siete entrati in un riformatorio e non ve ne siete accorti.
Vi ha detto che lui i poteri forti non sa che cosa siano e si è perfino offeso quando lo si è detto, da qualche parte, sommessamente. E subito la stessa coorte di servi che fino a ieri teneva bordone a Berlusconi si è messa a strepitare che chi osa dire cose del genere è un complottista.
Cari concittadini, state assistendo a uno spettacolo senza precedenti, che racconta l’arrivo al potere della nuova classe dei “proprietari universali”, e voi vi siete distratti guardando da un’altra parte. Infatti non avete pagato il biglietto, per ora.
Ma scoprirete presto che il teatro del riformatorio è freddo, le sedie sono di ferro, e la campana che suona in continuazione non sarà più quella della ricreazione. Ecco, vorrei mettervi in guardia: i “proprietari universali” non sono dei mecenati. Se sono arrivati a prendere il governo di Grecia, d’Italia; se hanno occupato la Banca Centrale Europea, c’è un motivo. Quale, secondo voi?
Io penso che sia perché non possono più fidarsi dei “posseduti” ai quali, fino ad ora, hanno assegnato il compito di delimitare le vostre libertà.
E sapete perché non si fidano più dei loro maggiordomi? Perché arrivano (anzi sono già arrivati) tempi duri per tutti, anche per loro.
Quando si porta al macello la mandria, infatti, occorre essere sicuri che nessuno esca dai ranghi. Siete stati cresciuti nel mantra del consumo e della concorrenza, ma adesso non ce ne sarà per tutti, come prima. E allora bisogna sfoltire le fila, in fretta.
Bisogna organizzare una società opposta a quella dell’abbondanza e, per farlo, ci vuole la mano dura. Ecco perché state entrando in riformatorio. Ed ecco perché non lo sapete: perché lo spettacolo che è stato allestito per voi da Berlusconi continua a funzionare anche adesso, quando vi si racconterà l’opposto di ciò che vi si raccontava prima.
I “proprietari universali” hanno solo cambiato il copione. E anche la troupe. Hanno solo chiesto a Giorgio Napolitano di spegnere un momento la luce, cioè la Costituzione, perché non si vedesse il gioco di prestigio. E infatti voi non vi siete accorti, per ora, che sul palco ci sono adesso tutti i maggiordomi, tutti insieme. C’è Bersano che abbraccia Alfano, c’è Casino che abbraccia Fino, c’è Di Pietro che abbraccia Letta, c’è La Russa che abbraccia Pannella, c’è Letta che abbraccia Letta. E c’è anche lui, Berlusconi. Proprio lui! Non ve ne siete accorti, vero?
Ma si spiega: le luci della scena erano puntate altrove. Quale parte giocherà ancora non risulta. Sul libretto dell’opera c’è solo il nome, mica scrivono la parte! La parte se la scrive lui. A voi toccherà solo assistere. E ben vi sta.
http://www.megachip.info/rubriche/34-giulietto-chiesa-cronache-marxziane/7283-il-governo-dei-proprietari-universali.html
Difenderci con tutti i mezzi democratici rimasti
Chi ci bombarda? Sono i “proprietari universali”. Non hanno patria e sono pochi, ma sono potenti. Nelle attuali circostanze il loro quartier generale è a Wall Street, New York, Stati Uniti d’America. I più importanti tra loro sono cittadini americani, ma la cosa è inessenziale. Essenziale è che il loro portavoce principale è il presidente degli Stati Uniti.
Quello di turno. Essenziale è che possano usare le armi dell’America. Ci bombardano perché sono falliti, ma essendo i padroni del pianeta (o ritenendosi ancora tali, anche se non lo sono più) non hanno nessuna intenzione né di ritirarsi né di pagare. Vogliono anzi che paghiamo noi. E’ dal 2008 che hanno deciso – loro che controllano la finanza mondiale – che bisogna liquidare l’euro e l’Europa.
Perché il primo minacciava la supremazia del dollaro (che è la loro moneta) e perché la seconda, ogni tanto, fungeva da terzo incomodo.
Così, prima hanno comprato la seconda, mettendo alla sua testa i loro uomini, scrivendo le sue leggi, scegliendo i suoi statuti e imponendoli ai popoli europei; e adesso attaccano il primo, perché la partita finale vogliono giocarsela da soli contro lo yuan cinese.
Significa che l’attacco non è contro questa o quella classe sociale: è contro i popoli dell’Europa (e del mondo). E’ l’attacco dello 0,01% contro il 99,99%.
Voi penserete che è una cosa assurda. E lo è. Ma questo non significa che sia irreale. Per mantenere il loro potere hanno la necessità assoluta di schiacciarci, di toglierci ogni via di fuga, di cancellare ogni nostra libertà, di ridurre al minimo vitale il nostro tenore di vita, di privarci della nostra autonomia, dei nostri pensieri.
Ci dicono che “poi” cresceremo, ma i pochi che ancora ragionano sanno bene che, riducendo i nostri salari e le nostre pensioni, i servizi sociali e tutto ciò che ancora ci aiuta a vivere, non ci sarà nessuna crescita. Ci sarà, al contrario, la recessione. Ma, com’è ovvio, non possono dirci la verità. E la verità è che sono andati in fallimento da soli, senza che nessuno, da chissà quale pianeta, li ostacolasse. Hanno prodotto il disastro con le loro morbide mani. Noi non c’entriamo con le loro follie.
E’ vero: ci siamo indebitati, perché ci hanno istupidito tutti a tal punto che abbiamo speso più di quanto potevamo permetterci. La pubblicità e lo spettacolo sono stati le loro più potenti portaerei (e infatti dovremmo attaccare, quando cominceremo a difenderci, in primo luogo quelle). Il resto, cioè il lavoro sporco, coperto, lontano dalla luce del sole, l’hanno fatto fare ai loro maggiordomi, ben pagati, o ricattati, dopo essere stati corrotti, messi al comando dei paesi satelliti d’Europa.
Solo che – bisogna che ce lo ripetiamo, per non dimenticarlo – sono falliti. E non hanno nessuna ricetta per salvarsi. Neanche quella di sottoporci al macello sociale che stanno organizzando. Perché dalle misure di “austerità e di rigore” che pretendono di imporci si ricaverà, al massimo qualche centesimo per le caldarroste alla vigilia di Natale.
I proprietari universali, i banchieri globali non concepiscono la democrazia (sebbene possano pagare eserciti di servi che ne parlano ogni giorno per farci credere che viviamo appunto in democrazia). Un tempo ce l’avrebbero tolta con la forza, ma non ne avevano bisogno. Scelsero di preparare il terreno (quando sarebbe giunto il momento) per togliercela con il nostro consenso. Il momento è giunto. Loro sono arrivati al capolinea, e noi, a centinaia di milioni, viviamo dentro Matrix.
Ma anche Matrix comincia a sgretolarsi e dalle fessure entra l’aria, la puzza. Chi la sente si svegli. Dobbiamo cominciare a difenderci.
http://www.megachip.info/rubriche/34-giulietto-chiesa-cronache-marxziane/7311-difendersi-democratici.html
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