Aggredire i cattolici negli Usa? Yes, we can
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 92/14 del 21 novembre 2014, Presentazione di Maria
Per i media, specializzati nel gridare al razzismo e alla discriminazione, non è considerata una notizia importante l’aggressione, da parte di gruppi protestanti, di famiglie cattoliche mentre si recano in chiesa (per partecipare a dei riti di stampo protestante, ma questa è un’altra storia…). Nella “terra della libertà” questi episodi si sono ripetuti nelle ultime settimane, nell’indifferenza generale.
USA: prosegue la caccia al cattolico da parte dei protestanti
A Washington e nel Maryland, Stati Uniti, gruppi di protestanti hanno attaccato i fedeli cattolici che si recavano a Messa fino all’interno delle chiese. Nessuna campagna mediatica men che meno dal “Nobel per la Pace” sempre attento ai cosiddetti “diritti umani”. Unica voce fuori dal coro? il Washington Post
Ecumenismo a senso unico: è questo ciò che si evince dai drammatici episodi avvenuti nelle ultime settimane a Washington e nel Maryland, negli Stati Uniti. Qui gruppi organizzati di attivisti protestanti, letteralmente privi di controllo, hanno attaccato le chiese cattoliche, urlando coi loro megafoni slogan irripetibili contro Roma e contro il Papa, diffondendo volantini contenenti attacchi feroci contro la vera Dottrina, nonché aggredendo letteralmente i parrocchiani che si recavano a Messa, poco prima che questa avesse inizio, anche all’interno del tempio.
A darne notizia, è stata Michelle Boorstein sul Washington Post: quelli descritti presentavano i connotati dell’attentato in piena regola, ciò che avrebbe meritato una condanna forte e piena da parte di tutti, a partire dai loro pastori. Anche perché ciò che è stato leso è stato il diritto fondamentale dei fedeli di partecipare, senza intimidazioni e senza rischi per la propria incolumità, alla celebrazione liturgica. In almeno un caso, quello avvenuto nella parrocchia “San Pio X” a Bowie (nella foto), la Polizia, chiamata, è intervenuta sul posto, disperdendo i facinorosi. Sulla cui identità, purtroppo, ha dichiarato non esser disponibili informazioni.
Il parroco, Don Mike Jones, ne ha parlato nel numero del 2 novembre del suo notiziario: «Non dobbiamo andare dall’altra parte del mondo per fare esperienza dell’estremismo religioso – ha commentato – L’odio è stato vomitato contro di noi dai manifestanti, piazzatisi davanti ad entrambi i passi carrai. Urlavano, ci accusavano di essere il diavolo, calpestavano i nostri dogmi, la nostra Dottrina, il Pontefice. Ma chi fossero, ancora non lo sappiamo».
Eppure si è cercato di far passare tutto sotto silenzio, come se nulla fosse stato. Con l’unica lodevole eccezione del Washington Post, già citato, i media si sono totalmente disinteressati dell’accaduto. Evidentemente un Cattolico, che venga insultato ed assalito da altri cristiani, non fa notizia. Se fosse stato l’inverso, probabilmente la musica sarebbe cambiata… Il mondo politico, analogamente, se n’è stato zitto, nel timore di rompere equilibri e di perdere i voti protestanti, numerosi negli States.
A prender posizione pubblicamente è stato invece William Donohue, presidente dellaCatholic League, che ha commentato tutto questo, giudicando «triste, ma vero» il fatto che ancora sussista un viscerale anticattolicesimo. Una circostanza, di cui occorre prender amaramente atto. «Nessuna alleanza nella battaglia culturale può giustificare il fatto di sorvolare su quanto accaduto – ha dichiarato Donohue – E’ anzi urgente che i Cattolici facciano ogni sforzo per evitare che si faccia piazza pulita, relegando la vicenda in un angolo e cercando di farla dimenticare» alla pubblica opinione.