L’ora di Giuda…
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 67/14 del 4 luglio 2014, Ottava del Sacro Cuore
Pubblichiamo il fervorino tenuto da don Francesco Ricossa durante il pellegrinaggio a Loreto 2014, presso il sacrario ai caduti della battaglia di Castelfidardo, in località Crocette. Esso illustra bene la gravità dei tempi in cui stiamo vivendo ed i pericoli che circondano la santa Chiesa. (È stato conservato lo stile parlato).
Cari fedeli dell’Istituto Mater Boni Consilii. anche quest’anno ci ritroviamo in questo luogo che, apparentemente, ci ricorda una sconfitta. Ricordiamoci, però, che la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, che agli occhi del mondo rappresentava una sconfitta, agli occhi di Dio, invece, rappresentò la più grande delle vittorie. Ricordiamo il sacrificio di tutti quei giovani che, lasciando le loro case da ogni luogo della Cristianità, risposero al richiamo di Pio IX, Vicario di Gesù Cristo, che chiedeva loro di combattere per la difesa della Regalità di Cristo e degli stati della Chiesa. E qui, con coraggio, in una battaglia, in una lotta disperata, versarono il loro sangue e meritarono la gloria eterna. Loro hanno però avuto la grazia, la fortuna, di sentire dietro di sé il sostegno appunto di Pio IX, del Vicario di Cristo. Noi, invece, che vogliamo riprendere dalle loro mani le armi cadute, sentiamo attorno e dietro a noi il tradimento.
Mi hanno colpito molto le parole di un personaggio che sta diventando abbastanza noto in Francia; si tratta di una musulmana che, per tanti anni ha difeso la causa dell’estrema sinistra e che, invece, in quest’ultimo anno, si sta opponendo alle mire del governo dichiaratamente massonico francese, che vuole diffondere, proprio a partire dallo Stato, la teoria del genere, ovverosia la distruzione di ogni morale, anche naturale, del buon senso, in odio al Cristianesimo: lo dicono esplicitamente. Ebbene, questa donna, che non fa certamente parte del nostro esercito, ha detto in un’occasione recente: “siamo traditi dalle nostre élite”. “Nefas est ab inimicis discere”, è triste, è indecoroso dover imparar qualcosa da chi necessariamente amico non è. Ma purtroppo è la verità.
Questa è l’ora di Giuda Iscariota. Come nella Passione – Nostro Signore ebbe un traditore tra i suoi Apostoli, Giuda, che lo tradì nelle mani del Sinedrio – così oggi nuovi Giuda, sempre più numerosi e fieri di sé, tradiscono i discepoli di Gesù Cristo e la sua Chiesa, quindi la sua Sposa, per consegnarla nelle mani degli eredi del Sinedrio di allora.
Quest’anno ricorre – e lo ricordo spesso perché a una certa età si torna ai tempi della gioventù – i quarant’anni di un’altra sconfitta terribile. Ma anche le sconfitte ci devono insegnare cosa dobbiamo fare perché non si ripetano più. È quella del maggio 1974. Io me ne ricordo bene, perché fu l’inizio della mia piccolissima [militanza], a seguito di altri, ben più grandi di me, a quei tempi, che sono scomparsi, che sono passati con il nemico in buona parte. Diedi il mio contributo minimo nella campagna del referendum sul divorzio, non so se vi ricordate. Nel maggio 1974, una minoranza di cattolici cercò con un referendum – certamente era l’unico mezzo che era stato lasciato, ma era un mezzo che naturalmente era inetto per il fine che si cercava di conseguire – di abrogare la legge, che si chiama legge ma legge non è – ma piuttosto infamia e apostasia – del divorzio, voluto da parlamentari come Baslini e Loris Fortuna, ma, soprattutto, voluto fortissimamente da una persona che non è certamente l’unica, ma è un po’ un nome simbolo, perché porta una responsabilità gravissima nella scristianizzazione d’Italia e nella lotta senza quartiere contro la Chiesa Cattolica: Pannella, facciamone il nome, quando ormai è vicino alla morte, e quindi al suo giudizio. Gli auguriamo la penitenza prima del giudizio di Dio. Ebbene, Pannella, e tutto ciò che egli rappresenta, riuscì in quello che non riuscì al governo massonico alla fine del diciannovesimo secolo. Si cercò di instaurare il divorzio in Italia, con Zanardelli e gli altri e, pur avendo in mano tutte le leve del governo, non ci si riuscì. Non ci riuscirono perché il popolo italiano era ancora cattolico e, quindi, si ricordava delle parole del Vangelo, di Gesù: “ciò che Dio ha unito, l’uomo non separi”. Era ancora viva nella mente degli italiani, sia la legge naturale – che i figli hanno bisogno della guida di entrambi i genitori, che la famiglia è qualcosa di stabile – sia la legge divina – che ci ricorda che il Matrimonio dei cristiani, è il simbolo dell’unione di Cristo con la sua Sposa che è la Chiesa, unione indissolubile e inseparabile. Solo la Chiesa Cattolica si è mantenuta fedele alle parole del Vangelo contro il divorzio, e quindi per la famiglia come l’ha voluta Dio fin dall’inizio della creazione. Famiglia che è la base della società, che è la base del vivere comune degli uomini.
Ecco perché il demonio e coloro che si mettono al suo servizio, che lo sappiano o no, vogliono distruggere la famiglia e quindi vogliono distruggere l’indissolubilità del Matrimonio. Ebbene, solo allora, non dopo questa battaglia e gli eventi del diciannovesimo secolo, ma solo negli anni settanta, ecco che il nemico è riuscito a passare anche in Italia. E perché? Per il tradimento di chi doveva guidare i cattolici. Ricordiamoci che la legge cominciò a passare proprio nel momento in cui sugli altari di tutte le chiese cattoliche è scomparsa la S. Messa, sostituita da un simulacro sacrilego e protestante. È solo in quel momento, che la benedizione e la protezione di Dio sul nostro paese sono venute a mancare e che tutto è crollato nello stesso momento.
E stiamo precipitando sempre più velocemente verso le nefandezze più orribili. Chi oggi, apparentemente, non in realtà, dovrebbe essere a guida dei cattolici, per la difesa della fede, della morale e della famiglia, facciamo il nome: Bergoglio, come ha pensato di rievocare i quarant’anni di questa legge mostruosa che ha causato tanti danni? Con una telefonata a Pannella, manifestandogli la sua simpatia e il suo incoraggiamento per le sue iniziative! Questa è la verità che è sotto gli occhi di tutti. E non è finita: si stanno moltiplicando delle dichiarazioni mostruose, gravissime, di persone che dell’Autorità portano solo le apparenze, ma le apparenze che ingannano, in favore del divorzio nella Chiesa Cattolica.
A ottobre ci sarà il cosiddetto sinodo. Ma, quale che sia il risultato di questo cosiddetto sinodo, già fin d’ora, il fatto che si possa solamente discutere nella Chiesa Cattolica per sapere se il Matrimonio è poi in realtà indissolubile – perché non lo dicono chiaro, ma vogliono dire questo – perché dare i Sacramenti a chi, violando l’indissolubilità del Matrimonio, e non pentendosi di quanto fatto, vive continuamente nel peccato mortale, vuol dire riconoscere che il Matrimonio non è indissolubile come l’ha voluto Gesù Cristo – e di questo si sta apertamente discutendo, come se fosse una questione di cui si può parlare. Gli scismatici orientali lo hanno ammesso, dimostrando che non sono fedeli a Gesù Cristo, quindi magari forse lo potremmo ammettere anche noi. Ebbene, che cosa devono dire di più chiaro, di più esplicito per farci capire che non sono gli eredi di S. Pietro, ma gli eredi di Giuda Iscariota? È la verità. Non per niente, ormai, viene sempre più spesso detto che anche Giuda si è salvato. È ovvio che vogliono difendere Giuda, giacché si sentono i colleghi, i successori, gli eredi e i continuatori dell’opera di Giuda. Sono parole dure, sono parole gravi, ma sono parole vere, perché quello che vi dico è sotto gli occhi di tutti: è la verità.
Allora noi dobbiamo combattere, e se non abbiamo dietro di noi la benedizione del Vicario di Cristo, non abbiamo dietro di noi la benedizione delle Autorità, abbiamo la benedizione di Dio, e abbiamo contro di noi i traditori. Questa è la verità. Chiunque li riconosca, in questo momento fa il gioco dei traditori. Noi dobbiamo capirlo perché, combattendo, dobbiamo sapere chi sono gli amici e chi sono i nemici. Il Generale de Pimodan, che morì in questa battaglia per difendere il Papa, fu ucciso a tradimento da un sicario che fece finta di essere amico ed era nemico. Allora stiamo bene attenti ai traditori e cerchiamo di non essere un giorno anche noi traditori. Come vi ho detto, molti di coloro che hanno insegnato a me, che hanno detto a me quello che dovevo fare per difendere nel 1974 la famiglia cattolica e cristiana, ormai sono più o meno passati nei ranghi dei traditori.
Anche noi non abbiamo una promessa divina di perseverare fino alla fine per cui, per concludere, vi dico questo. Abbiamo cercato in queste due giornate di essere tutti in Grazia di Dio. Ebbene, una sola cosa auguro a me e auguro a voi: di essere in Grazia di Dio, di restare in Grazia di Dio, di perseverare in Grazia di Dio, di morire in Grazia di Dio, per poter poi vedere il volto di Dio, della Trinità, unico vero Dio, per l’eternità.
Viva Cristo Re! Sia lodato Gesù Cristo!