Editoriale di Opportune Importune n. 28
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 62/14 del 23 giugno 2014, San Giuseppe Cafasso
Editoriale di “Opportune Importune” n. 28
di don Ugo Carandino
La rivista “Sodalitium” ha festeggiato i trent’anni di vita (1983-2013). Nell’anno in cui fu fondata (all’epoca era il bollettino del priorato di Montalenghe della Fraternità San Pio X), ero entrato da pochi mesi nel seminario di Ecône e ricordo la gradita sorpresa che ebbi nel vedere il primo numero. L’iniziativa e il titolo mi entusiasmarono, anche per una ragione personale. Il professore di Apologetica aveva chiesto ai seminaristi del primo anno di preparare una “tesina” su un argomento a scelta. Io volevo approfondire la figura di Mons. Benigni e del suo “Sodalitium Pianum” (a cui si ispirava appunto la testata del nuovo bollettino), dopo aver letto i libri di Émile Poulat sull’argomento (Intégrisme et catholicisme intégral e Catholicisme, démocratie et socialisme.). Ma il professore non era d’accordo, poichè lo considerava un argomento scabroso (nel seminario dedicato a san Pio X!), tanto più che la rivista francese della Fraternità, “Fideliter”, aveva pubblicato una serie di articoli sfavorevoli all’organizzazione “piana” fondata da mons. Benigni e benedetta da Papa Sarto. Solamente l’intervento del rettore del seminario permise di realizzare la ricerca.
L’aneddoto rivela una triste realtà: anche negli ambienti “tradizionalisti” l’opera di mons. Benigni è conosciuta poco e male, ed è accompagnata da una certa diffidenza che a volte degenera in un’aperta ostilità. Questi sentimenti sono stati riservati in più occasioni anche alle pagine di “Sodalitium”, che nel corso di questi tre decenni si sono contraddistinte per il rigore teologico e la sana polemica, non solo nei confronti degli errori riconducibili all’eresia modernista, ma anche per quelli che si sono sviluppati nel cosiddetto “tradizionalismo”. I fatti hanno dato ragione ai redattori della rivista, poiché la confusione dottrinale e l’ambiguità pastorale di certuni ha in un certo senso anestetizzato quella che doveva essere una radicale opposizione al Concilio visto che, dopo aver dichiarato che il Vaticano II si può accettare al 99%, sono arrivati a collaborare con la componente conservatrice dello stesso schieramento conciliare.
Negli ultimi anni, a causa degli impegni di insegnamento (seminario e noviziati) e di apostolato (“centri di Messa”, esercizi spirituali, campi per bambini, ecc.) dei redattori, (e in particolare del direttore e redattore principale, don Francesco Ricossa) “Sodalitium” esce raramente, per lo più una volta all’anno (oltre al numero natalizio dedicato al calendario). Tuttavia, come è già stato sottolineato nel passato, la rivista esce poco ma dura (o dovrebbe durare) molto: non si tratta infatti di fascicoli da leggere frettolosamente, come un quotidiano, ma da conservare e consultare nel tempo, per acquisire una chiave di lettura capace di orientarsi nell’attuale confusione che travaglia la Chiesa e la società.
Nell’epoca di Internet, in cui qualsiasi cosa diventa superata dopo pochissime ore, se non addirittura dopo pochi minuti, in un frenetico susseguirsi di articoli, di note, di commenti e quant’altro, ci si chiede se una rivista come “Sodalitium” abbia ancora ragion d’essere. Serve ancora attendere il numero annuale della rivista quando in rete quasi ogni giorno vengono pubblicati numerosi articoli d’argomento religioso? Il problema forse è proprio l’accumularsi di testi, scritti per amore della Chiesa ma non sempre con l’adeguata preparazione teologica, il necessario discernimento nelle citazioni e la logicità nelle conclusioni. Su Internet il “successo” di un articolo è misurato dalle “visite” o “letture” e, in un sistema basato in parte sulla superficialità e sulla curiosità, i “clik” si sprecano. Ci si chiede però se corrispondano davvero a una lettura attenta, suggerita dalla ricerca della verità o, piuttosto, allo sfogo della curiosità che spinge a passare da una pagina all’altra, leggendo tutto e il contrario di tutto, senza determinarsi però rispetto alla Fede, anzi aumentando la propria confusione (e trasmettendola agli altri).
Certamente alcune anime, magari tramite un articolo letto su Internet, hanno iniziato un percorso di conversione: il che dimostra che anche la rete può essere un mezzo di apostolato, a patto però di non assolutizzarlo e di non perdere il contatto con la realtà. Alle relazioni virtuali, è sempre meglio preferire il rapporto personale, a iniziare da coloro che ci circondano in ambito familiare, lavorativo e delle amicizie. Per far del bene al prossimo è necessaria una vita intensa di preghiera (a volte compromessa proprio dalle troppe ore trascorse davanti al computer) e da un’edificante vita cristiana, basata sull’assidua frequentazione dei sacramenti e sulla santificazione del dovere di stato (famiglia, studio, lavoro); questi elementi fondamentali rischiano di essere compromessi anch’essi, come la preghiera, da un assorbimento esagerato di tempo da parte della rete che, in questo caso, diventa una temibile ragnatela.
La lettura del nostro periodico e del suo ricco archivio rappresentano un valido aiuto (a volte, nelle circostanze attuali, insostituibile!) per conservare una posizione dottrinale equilibrata e chiara nell’attuale situazione della Chiesa, senza cadere nell’ambiguità di alcuni o nelle esagerazioni di altri o nelle farneticazioni di altri ancora. Infatti il rigore teologico espresso dalla Tesi di padre Guérard des Lauriers è merce rara in un ambiente dove l’approssimazione e l’esagerazione la fanno sempre più da padroni. Del resto la serietà dell’analisi dottrinale realizza uno degli scopi della buona stampa, quello cioè di fortificare la fede del lettore, mettendolo al riparo da errori in materia religiosa, e permettendogli di essere un valido aiuto alle persone che spera di avvicinare alla verità. La collezione dei numeri di “Sodalitium” permette quindi al lettore di avere la chiave di lettura necessaria per districarsi nell’attuale situazione che colpisce la Chiesa, rafforzando in particolare l’amore per il Papato, compromesso gravemente dagli errori dei modernisti e di tanti “tradizionalisti”. Scritti in una forma più semplice, anche gli editoriali di “Opportune Importune” possono contribuire al discernimento tra le varie posizioni dottrinali e l’adesione alla verità.
Qualcuno potrebbe obiettare che certe situazioni hanno bisogno di una risposta immediata, senza aspettare… un anno! Ma nel 99% dei casi, si tratta di avvenimenti che nulla tolgono o aggiungono alla sostanza delle cose, e mi riferisco in particolare alle parole o ai comportamenti di chi occupa materialmente il Trono di Pietro. Un esempio per tutti: non abbiamo dovuto aspettare la pretesa “canonizzazione” di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II (fatte da Bergoglio, ma preparate da Ratzinger) per capire che la Sede è vacante. Come non abbiamo dovuto aspettare gli argomenti dei “lefebvriani” (pro Mons. Fellay o pro Mons. Williamson) utilizzati nella vicenda della “canonizzazione” per capire che questi argomenti rappresentano un inaccettabile allontanamento dalla dottrina della Chiesa. È sufficiente consultare i numeri arretrati di “Sodalitium” per trovare articoli su questi argomenti, capaci di rispondere ai doverosi interrogativi che essi suscitano.
Il buon cattolico non deve certamente limitarsi alla lettura di una rivista, ma deve sforzarsi di coltivare la propria formazione religiosa con dei testi adeguati (catechismi, encicliche, libri di apologetica, opere di vita spirituale), scritti da autori sicuri; queste opere a volte sono un po’ datate, ma sono sempre valide e sicure, a differenza dell’incontrollata pubblicistica che circola su Internet. Non mancano invece recenti e buoni libri sulla rilettura della storia e sulla bioetica. Vi sono poi i convegni e le conferenze organizzate proprio per rispondere alle esigenze dei fedeli, come il seminario di studi a Modena e il convegno di studi albertariani a Milano.
Festeggiamo quindi il trentennio di “Sodalitium” e ringraziamo la Madonna del Buon Consiglio di aver dato a molti, attraverso le colonne della rivista, in quest’epoca di obnubilamento della ragione e delle coscienze, l’aiuto necessario per praticare le virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità. E mettiamo a portata di mano i numeri arretrati: l’anniversario della rivista può essere l’occasione adatta per rileggere dei piccoli capolavori di dottrina al servizio del programma di san Pio X per “instaurare omnia in Christo”.
Casa San Pio X