Chi l’avrebbe mai detto!
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 61/14 del 19 giugno 2014, Corpus Domini
Il professore offriva soldi per fare sesso con gli allievi. Arrestato, nel 2011 è stato coordinatore del Gay Pride torinese
Torino – Offriva soldi in cambio di rapporti sessuali. Lui è un insegnante, loro gli alunni minorenni dell’Itis «Pininfarina» di Moncalieri, dove insegna Meccanica. All’alba di lunedì, la polizia municipale ha arrestato Andrea Fino (difeso da Sergio Almondo), 41 anni, docente apprezzato e stimato dai colleghi, conosciuto per l’impegno nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, già coordinatore dell’edizione 2011 del «Gay Pride». Una vicenda simile a quella che pochi giorni fa ha portato in carcere lo psicologo Giovanni Cappello, 61 anni, esperto dell’età evolutiva e adolescenziale, e Francesco De Feo, 53 anni, titolare di un bar di Barriera Milano, arrestati per induzione alla prostituzione minorile.
L’indagine
Il pm Francesco Pelosi ha ricostruito vari episodi, elencati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Ilaria Guarriello. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma sembrerebbe che l’insegnante abbia contattato gli alunni della scuola attraverso Facebook. Per questo, gli investigatori hanno sequestrato il computer e alcuni hard disc in casa di Fino. La prima perquisizione, però, è avvenuta il 20 maggio. «Così abbiamo saputo dell’inchiesta» racconta il preside, Stefano Fava. Gli inquirenti avevano ordinato anche la perquisizione del «cassettino» in sala insegnanti, al «Pininfarina». E lo stesso è avvenuto lunedì mattina. «Ma non sapevamo dell’arresto» aggiunge il preside.
Contro il professore di Meccanica ci sono le dichiarazioni di alcuni studenti. Sono loro ad aver raccontato alla polizia giudiziaria delle «avances» ricevute dal docente.
Il precedente
«Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra Fino e uno studente, che aveva appena superato la Maturità» racconta il preside. Ma si affretta a spiegare che «non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione. Ho, comunque, approfittato dell’occasione per raccomandare agli insegnanti la massima attenzione nella gestione dei social network. Meglio ancora sarebbe evitare di intrattenere rapporti con gli studenti, tanto per evitare possibili malintesi. Bisogna mantenere le giuste distanze».
Rimbrotti del preside a parte, a scuola non c’erano sospetti sul comportamento del professore di Meccanica. Fino alla perquisizione del 20 maggio. «In quel momento, abbiamo saputo che c’era un’indagine nei suoi confronti. Ne ha parlato con i colleghi e io stesso l’ho convocato per chiarire la questione» dice ancora il preside. Ma l’insegnante di Meccanica ha tagliato corso: «Mi ha detto che erano questioni esterne alla scuola e che avrebbe chiarito tutto. Non avevo elementi per approfondire e la questione è finita lì» ricorda Fava. Lui, comunque, ha avvisato l’Ufficio scolastico regionale e «insieme abbiamo deciso come comportarci nelle more di provvedimenti della magistratura. Per esempio, abbiamo deciso che tenerlo fuori dalle commissioni per gli esami di Maturità».
Proprio Fino, docente nell’istituto di Moncalieri dal 2007, componente del Consiglio di presidenza del «Pininfarina» e tanto stimato da essere nominato dai colleghi coordinatore del dipartimento di Meccanica, oltre che responsabile dell’organizzazione degli «stage» degli studenti nelle aziende. Oggi sarà davanti al giudice per raccontare la propria verità.