Una repubblica fondata sulle slot machines
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 2/14 del 7 gennaio 2014, San Luciano
Slot machines, money transfer, coop onlus: la casta tutela i suoi traffici
La nota corporation del gioco d’azzardo e delle slot machines era stata scoperta, da un alto ufficiale della Guardia di Finanza, aver evaso somme enormi di tasse, e doveva allo Stato 98 miliardi – ripeto: miliardi. Il governo – questo governo di larghe intese e larghi inciuci – ha ridotto il pagamento a 600 milioni – meno di un centesimo!!! L’alto ufficiale è stato rimosso. Sommiamo questa vicenda al fatto che giochi d’azzardo e slot machines accettano, anzi esigono, il contante: quindi sono un mezzo ideale per giganteschi riciclaggi e rilavaggi monetari di soldi di ogni – dico ogni – provenienza: nero, droga, armi, corruzione, prostituzione – , buoni per ogni forza politica e sindacale democratica e responsabile.
Ovvio che chi gestisce questi giochi fa comodo a tutta la casta e non solo ad essa; ovvio che possa comandare alla politica e agli uffici che redigono i provvedimenti normativi; ovvio quindi che nella “legge di stabilità” non sia stata introdotta la semplicissima misura di imporre l’identificazione dei giocatori e l’uso del pos, proibendo l’uso del contante, nel gioco d’azzardo e con le slot machines: l’establishment che detiene il potere politico difende i suoi traffici e le sue fonti di reddito: ditelo ai nuovi, ai quarantenni, a Renzi e Letta, e vediamo se faranno inserire questa misura nel decreto Mille Proroghe, come han promesso di fare per rimediare ad altre due sconcezze minori. Se non lo fanno, ditegli quel che si meritano, in parlamento, sui giornali, nelle piazze.
Altra importante industria, tutelata perché utile al nero e al riciclaggio e alle tangenti, è quella del money transfer: anche qui si versa contante, si nascondono i soldi all’estero, non ci sono ricevute fiscali, non vi è, e non è stato introdotto (perché fa comodo che le cose restino così) alcun reale sistema di identificazione dei pagatori e soprattutto dei percettori delle somme trasferite, mentre abbiamo società di money transfer che abilitano a versare sui loro conti numerosi extracomunitari con o senza reddito apparente, i quali chiaramente hanno la funzione di legalizzare e inserire nel circuito finanziario contante di opaca provenienza.
Assieme al gioco d’azzardo e al money transfer, altra area protetta del business di regime, soprattutto nella sua componente catto-sinistra, è quella delle cooperative onlus, le quali praticamente non sono soggette a verifiche contabili (esistono controlli interni ai vari club delle cooperative, ma sono pressoché fittizi e non vanno a controllare i movimenti bancari incrociati), ricevono donazioni e sovvenzioni pubbliche e private, in parte – ripeto: in parte – , notoriamente, girano sottobanco pingui quote di esse a chi gliele procura (evasione fiscale, tangenti), simulano costi inesistenti (falso in bilancio, false fatturazioni, evasione fiscale), spartiscono utili effettivi tra i loro titolari facciali e retrostanti (appropriazione indebita, evasione fiscale). Anche qui significativa è l’omissione di introdurre controlli reali incrociati sui movimenti bancari delle onlus e dei soggetti collegati, nonché sui costi effettivi delle onlus (accertare i costi è indispensabile per accertare i profitti, che sono dati dai ricavi meno i costi).
Questo governo ha proibito il contante nel pagamento persino delle pigioni, ha imposto il pos a destra e manca, ma non è minimamente intervenuto su quanto sopra, non è intervenuto sul grosso dell’evasione, con grande danno per l’erario e per i cittadini, ma con grande beneficio per la criminalità organizzata e per il sistema di corruzione imperante. Eppure il 2014 sarà l’anno della ripresa, grazie a Lorsignori: ci lasceranno più soldi in tasca, ci sarà più lavoro per tutti… quindi, suvvia, è Natale, siate buoni, lasciate che il governo faccia i suoi doni a chi crede, perdonate e pagate la Tasi, pensando che serve proprio a finanziare quegli scintillanti regali!
Arianna Editrice
Così le slot machine “ripuliscono” i soldi
Genova – L’inghippo è evidente. Le Videolottery, le super slot machine di nuova generazione, possono essere utilizzate per riciclare denaro. Lavatrici efficienti di soldi sporchi: entri con le banconote sospette, esci con quelle pulite pulite. Oppure, nei casi più organizzati, ritrovandoti somme assolutamente linde accreditate sul conto. E gli impegni del passato a realizzare sistemi blindati contro il malaffare si sono rivelati acqua fresca: non è cambiato nulla. Così contro il possibile utilizzo “criminale” delle Vlt è pronta ora una denuncia. È quella preparata dal “Comitato 98 miliardi” di Genova, che verrà presentata nei prossimi giorni alle procure della Repubblica dei capoluoghi e alla Corte dei conti del Lazio. Proprio, quest’ultima, l’articolazione della giustizia contabile che ha affrontato il caso della maxi-sanzione alle società concessionarie delle slot machine, partita con una contestazione da 98 miliardi e terminata con una manciata di spiccioli dopo la sanatoria voluta, anche questa, dal governo in carica.
Via alla denuncia, quindi. Perché il meccanismo che può facilitare il riciclaggio non è stato, fino a oggi, modificato di una virgola. In un periodo in cui le macchinette sono nel mirino per tutti i rischi connessi ad altri rischi sociali (a partire dalla ludopatia e ai disturbi connessi al gioco compulsivo), può apparire sorprendente.
Un po’ di meno se si considera con quale occhio accondiscendente la politica e i governi che si sono succeduti dal 2004, anno di debutto del “gioco legale”, hanno sempre guardato al settore dell’azzardo come sistema per rimpinguare le casse dello Stato. Questa vulnerabilità a un (potenziale) utilizzo losco delle Vlt, le apparecchiature più evolute fino ad oggi sul mercato, si scontra però in maniera eclatante con la decisione dell’esecutivo Letta, contenuta nella legge di stabilità, di dare il via a settemila nuove videolottery nelle sale del paese. Che, come spiega l’agenzia specializzata Agipro, si aggiungono, secondo i dati aggiornati dai Monopoli, a quelle già esistenti: 50 mila, distribuite in circa 500 sale.
Un nuovo tentativo di far cassa sui giochi, non con maggiori tasse però, ma di nuovo con una moltiplicazione degli apparecchi nei quali gli italiani si giocano i loro risparmi.
Ma in che modo è possibile utilizzare una videolottery per ripulire denaro sporco? Guidati da un investigatore della Finanza, abbia provato il primo passo in una Vlt di una sala del centro di Genova. Utilizzando, in questo caso, solo una banconota da dieci euro. Una volta introdotta, abbiamo premuto subito il tasto “ticket out”. È uscito un biglietto con un codice a barre: può essere utilizzato per giocare ancora, anche su un’altra macchina. Ma abbiamo deciso, a quel punto, di non voler più giocare. Siamo andati al bancone: «Se non vuole più giocare, le rendo i soldi». È evidente che la banconota con cui potremmo uscire non è più la stessa con cui siamo entrati.
Il Secolo XIX