Soldati contro delegazioni UE e Croce Rossa: siriani? No, israeliani
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 78/13 del 26 settembre 2013, Santi Cipriano e Giustina
Soldati israeliani aggrediscono delegazione UE
Betlemme, 21 settembre 2013, Nena News – Pochi giorni fa, il 16 settembre, i bulldozer militari israeliani avevano demolito un intero villaggio beduino, Khirbet Makhool, comunità palestinese de distretto di Tubas, nella Valle del Giordano: decine di abitazioni e strutture agricole distrutte, circa 120 persone rimaste senzatetto, di cui 16 bambini.
A quella demolizione, che ha spazzato via un villaggio intero, ha reagito l’Unione Europea che ha deciso di inviare tende e aiuti alla comunità di Makhool: a bordo di 12 camion, un gruppo di diplomatici di Francia, Gran Bretagna, Grecia, Spagna, Svezia e Italia han preso parte alla delegazione e montato tende sulle terre del villaggio, dopo la decisione della comunità palestinese di non abbandonarle.
Immediatamente è intervenuto l’esercito israeliano per impedire la consegna delle tende: i soldati hanno usato la forza per allontanare i diplomatici europei e una di loro, la francese Marion Fesneau-Castaing, è stata tirata fuori da un camion e poi trascinata a terra. Tre palestinesi sono stati arrestati, mentre il carico di aiuti per affrontare l’emergenza è stato sequestrati. Secondo la Reuters, i soldati avrebbero anche lanciato bombe sonore per disperdere il gruppo.
Secondo quanto riportato dall’esercito israeliano, si è trattato di un intervento delle “forze di sicurezza per imporre una decisione della Corte Suprema”, seguita alla dichiarazione dell’area di Khirbet Makhool “zona militare chiusa”. Nessun permesso di costruire, secondo le autorità israeliane, nemmeno tende della UE per trascorrere la notte.
L’OCHA, agenzia dell’Onu, ha subito espresso “profonda preoccupazione” per quanto avvenuto ieri: “Chiedo alle autorità israeliane di rispettare i loro obblighi in quanto potere occupante e proteggere le comunità sotto la loro responsabilità – ha detto James Rawley, coordinatore OCHA – Tra questi obblighi c’è fermare le demolizioni contro le case e le proprietà palestinesi”.
Già martedì, il giorno successivo alla demolizione del villaggio, la Croce Rossa aveva inviato sul posto i primi aiuti alle famiglie, tra cui tende per trascorrere la notte, ma anche in quel caso l’esercito aveva fermato il carico e confiscato le tende.
“Oltraggioso. Riporteremo quanto accaduto ai nostri governi – ha detto un diplomatico UE – La nostra presenza qui è una questione di diritto umanitario internazionale. Queste persone non sono protette. Quello che Israele sta facendo non aiuta i negoziati. Dialogo o no, sono obbligati a rispettare il diritto internazionale”.
Fonte: Nena News 21 settembre 2013