20 settembre 1870: dalla parte del Papa Re!
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 72/13 del 13 settembre 2013, San Maurilio
I caduti papalini del 20 settembre 1870
Prima della resa imposta da Pio IX, il 20 settembre 1870, durante la difesa di Roma, i pontifici recarono numerose perdite all’esercito invasore: tra gli ufficiali 4 morti e 9 feriti, tra la truppa 45 morti e 132 feriti.
I papalini, invece, registrarono 19 morti, deceduti il 20 settembre 1870 e nei giorni successivi in seguito alle ferite, e 68 feriti. Ecco l’elenco dei caduti secondo il Vigevano (altri autori, come Keyes O’Clery, riportano un numero minore di caduti, perché non calcolano alcuni decessi avvenuti negli ospedali dopo il 20 settembre) :
Zuavi:
Sergente Duchet Emilio, francese, di anni 24, deceduto il 1 ottobre.
Sergente Lasserre Gustavo, francese, di anni 25, deceduto il 5 ottobre.
Soldato de l’Estourbeillon, di anni 28, deceduto il 23 settembre.
Soldato Iorand Giovanni Battista, deceduto il 20 settembre.
Soldato Burel Andrea, francese di Marsiglia, di anni 25, deceduto il deceduto il 27 settembre.
Soldato Soenens Enrico, belga, di anni 34, deceduto il 2 ottobre.
Soldato Yorg Giovanni, olandese, di anni 18, deceduto il 27 settembre.
Soldato De Giry (non si hanno altri dati).
altri tre soldati non identificati, deceduti il 20 settembre.
Carabinieri:
Soldato Natele Giovanni, svizzero, di anni 30, deceduto il 15 ottobre.
Soldato Wolf Giorgio, bavarese, di anni 27, deceduto il 28 ottobre.
Dragoni:
Tenente Piccadori Alessandro, di Rieti, di anni 23, deceduto il 20 ottobre.
Artiglieria:
Maresciallo Caporilli Enrico, italiano, deceduto il 20 ottobre.
Soldato Betti, italiano, deceduto il 20 settembre.
Soldato Curtini Nazzareno, italiano, deceduto il 20 settembre.
Soldato Taliani Mariano, di Cingoli, di anni 29, deceduto il 20 settembre.
Soldato Valenti Giuseppe, di Ferentino, di anni 22, deceduto il 3 ottobre.
(Attilio Vigevano, La fine dell’esercito pontificio, ristampa anastatica, Albertelli Editore, Parma 1994, pagg. 672-673; nel testo del Vigevano i nomi di battesimo sono stati italianizzati)
L’esercito pontificio in gran parte italiano. I romani a difesa di Pio IX
In più luoghi del citato libro del generale Cadorna si dice che il Papa era schiavo della volontà dei capi delle sue truppe estere. Ebbene: chi comandava la zona militare di Trastevere e della Città Leonina? Il colonnello Azzanesi, romano. Chi comandava il forte S. Angelo? Il tenente colonnello Pagliucchi dello stato maggiore di piazza, romano. Chi comandava la sotto zona da Porta Portese a Porta S. Pancrazio (Trastevere)? Il tenente colonnello dei Cacciatori cav. Sparagana, frosinonese. Chi comandava la sotto zona da porta S. Pancrazio a Porta Angelica? (in questo perimetro è compreso il Vaticano) Il tenente colonnello di linea cav. Zanetti, bolognese. Quali truppe guernivono la zona Azzanesi?
I difensori della zona era presidiato dai sedentari (veterani) quasi tutti italiani; il Vaticano e la persona stessa del Sommo Pontefice erano tutelati da una sezione d’artigliera nei giardini, dai Volontari di riserva e dalle Guardie Palatine, cioè da tutti romani, più la Guardia Nobile e Svizzera. Ecco la pretesa schiavitù di Pio IX durante l’assedio del 1870! Ma ecco, a maggior rincalzo, la situazione ufficiale dell’esercito pontificio in data 18 settembre 1870:
Gendarmi 1.863 tutti italiani, molti romagnoli.
Artiglieria 996 tutti italiani, eccettuati ben pochi.
Genio 157 tutti italiani, non pochi romani.
Cacciatori 1.174 tutti italiani, moltissimi romani.
Linea 1.691 tutti italiani, molti romani.
Zuavi 3.040 esteri, con un buon numero d’italiani, fra cui non pochi romani.
Legione Romana o d’Antibo 1089 con molti italiani, specialmente di Corsica e Nizza, e molti savoiardi.
Carabinieri esteri 1.195 con un certo numero di italiani.
Dragoni 567 quasi tutti italiani, non pochi romani.
Treno 166 tutti italiani, non pochi romani.
Sedentari (Veterani) 544 in maggioranza italiani.
Infermieri 119 italiani, meno pochi esteri.
Squadriglieri 1.023 tutti italiani, e, nella maggior parte della provincia romana.
Totale 13.624. Gli italiani superavano di circa quattromila gli esteri.
A questo quadro dell’esercito, dirò così, di linea, sono da aggiungersi anche i seguenti Corpi, i quali, quantunque addetti a servizi speciali, avrebbero concorso (e concorsero difatti in più incontri) all’azione militare attività:
a) Guardia Nobile di Sua Santità, tutta formata di gentiluomini dello Stato Pontificio; in circa 70 uomini, comandati dai due Principi romani, un Barberini ed un Altieri.
b) La Guardia Palatina d’onore, circa 500 uomini, reclutata in tutte le classi della borghesia romana e tra i proprietari, i negozianti e capi d’arte.
c) I Volontari Pontifici di riserva, tutti italiani, anzi quasi tutti romani; circa 400 uomini tra cui molti patrizi, e poi negozianti, impiegati e professionisti. Era un battaglione formato da 4 compagnie, comandato dal capitano Fischietti del 1. linea. I quattro capitani erano i principi di Sarzina e Lancellotti, il Duca Salviati e il Marchese Giovanni Naro Patrizi Montoro, Vessillifero ereditario (tenente generale) di Santa Chiesa.
d) La Guardia Svizzera (120 uomini, circa).
e) Gl’Invalidi, con quartiere ad Anagni.
f) La compagnia di disciplina, che, ottenute dal comandante Papi le armi, si battè eroicamente insieme ai zuavi, gendarmi e finanzieri nel fiero attacco dato dal Cadorna a Civitacastellana.
La Guardia di polizia, la piccola marina, il corpo di finanza e quello degli ufficiali di amministrazione, composti tutti d’italiani. E questi quattro corpi presero attivissima parte alle campagne del 1867 e 1870, e gli ultimi due anche campagne e fatti d’armi del 1859 e 1860.
(Antonmaria Bonetti, Venticinque anni di Roma capitale d’Italia e i suoi precedenti, Libreria della Vera Roma, Roma 1895, parte II, pagg. 42-45)
L’ultimo saluto dei soldati pontifici al Papa Re Pio IX, a piazza san Pietro il 21 settembre 1870
… Era già suonata l’assemblea e stavamo in sulle righe, quando alcune voci dal centro della piazza gridarono: il Papa, il Papa. In un momento cavalieri e pedoni, ufficiai e soldati, rompono le file corrono verso l’obelisco, prorompendo in un grido turbinoso ed immenso di Viva Pio IX, Viva il Papa Re! misto a singhiozzi, gemiti e sospiri. Quando poi il venerato Pontefice, alzatele mani al Cielo, ci benedisse, e riabbassatele, facendo cenno un gesto come di stringersi tutti al suo cuore paterno, e quindi, sciogliendosi in lacrime dirotte, si fuggì da quel balcone per non potere più sostenere la nostra vista, allora si che veruno più potè far altro che ferire le stelle con urla, con fremiti ed esecrazioni contro coloro che erano stati causa di un tanto cordoglio all’anima di un si buon padre e sovrano …
(A.Bonetti, op. cit., seconda parte, pagg. 74-75)
Le due Rome
… Vi ha la Roma vecchia e la Roma nuova. Vi ha la Roma dei Papi e la Roma dei framassoni. Vi ha la Roma che prega e quella che bestemmia; la Roma dei martiri e quella dei tiranni; la Roma benedetta e quella maledetta. Vi ha la Roma di granito e la Roma di cartapesta; la Roma eterna e quella che, nata ieri, non è certa di vedere il domani. Vi ha la Roma di Cristo e la Roma dell’Anticristo.
(Gaetano Zocchi, sj, Le due Rome. Dieci anni dopo la Breccia, Tip. Giachetti, Figlio e C., Prato 1881, pag. 8)
Quelli del 20 settembre: i brecciaioli massoni
Venerdì 20 settembre, alle 10:30, presso il Complesso Monumentale della Breccia di Porta Pia, si terranno le celebrazioni del Grande Oriente d’Italia per l’anniversario del XX Settembre 1870, data storica da sempre commemorata dalla Massoneria italiana. Il Gran Maestro Gustavo Raffi deporrà una corona di alloro e terrà una breve allocuzione.
L’evento del XX Settembre sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma. L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino alla sua abolizione dopo i Patti Lateranensi nel 1929.
La colonna commemorativa della Breccia di Porta Pia è stata realizzata nel 1895 dal massone Giuseppe Guastalla, scultore e allievo di Ettore Ferrari, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Dopo le celebrazioni a Porta Pia, la delegazione del Grande Oriente d’Italia si recherà al Gianicolo per rendere omaggio al Gran Maestro Giuseppe Garibaldi, simbolo dell’unità nazionale. Sarà deposta una corona di alloro ai piedi del monumento equestre a lui dedicato, accanto alla targa della Massoneria italiana.
Grande Oriente
Quelli del 20 settembre: i brecciaioli laicisti
La Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni intende richiamare l’attenzione sulla storica ricorrenza del XX Settembre 1870, evento fondante dell’unità nazionale del nostro Paese (…) In Piazza Carignano verranno esposte 6 MOSTRE STORICHE di grande interesse:
Una mostra storica sul XX Settembre, curata dall’Associazione Nazionale Libero Pensiero “Giordano Bruno” Una mostra storico – fotografica su Ernesto Rossi, curata dalla Fondazione Critica Liberale.
Una mostra storica su Giuseppe Mazzini, curata dall’Associazione Mazziniana Italiana.
Una mostra storica su Giuseppe Garibaldi, curata dall’Associazione Mazziniana Italiana.
Un estratto della mostra storica sulla Satira religiosa “Asini, muli, corvi e maiali”, curata dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni.
Una mostra storica su “Evangelici e Risorgimento”, curata dalla Fondazione Centro Culturale Valdese.
Se non ora quando