Don Bosco nella fotografia dell’800
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 8/25 del 31 gennaio 2025, San Giovanni Bosco
Don Bosco nella fotografia dell’800
Il vero volto di don Bosco. Don Giuseppe Soldà è l’autore di un’opera monumentale: «Don Bosco nella fotografia dell’800» affettuoso omaggio a don Bosco e rigorosa ricerca scientifica.
Don Bosco era personalmente contrario a farsi fotografare. Del resto, nel suo primo quarantennio di vita non risulta che ci siano sue fotografie. Le prime risalgono all’età di 46 anni. Dapprima cede al desiderio dei suoi figli che ambivano avere un ricordo di lui. In questo egli vede un modo per alimentare lo spirito di famiglia e come un padre di famiglia tende a mostrarsi negli atteggiamenti che possono essere di esempio e di guida per i suoi figli. Si fa perciò ritrarre nei comportamenti che reputa più significativi, emblematici. Lo vediamo difatti in mezzo ai ragazzi, mentre confessa, col breviario in mano, in preghiera.
In un secondo momento, mentre le sue idee e le sue opere cominciano a destare ammirazione e consenso, alcune persone amiche che credono in lui e lo sostengono nelle sue iniziative, gli chiedono un ritratto come ricordo per l’affetto e la stima che egli suscita in loro. E don Bosco, anche se continua a non piacergli farsi fotografare, si piega alla necessità.
Don Bosco finisce così per vincere la sua personale ritrosia nei confronti della foto, e ne fa anzi uno strumento del suo apostolato, un mezzo per diffondere gli aspetti fondamentali del suo impegno di vita. E difatti spedisce le sue foto corredandole spesso con frasi autografe come queste: «Dio benedica e ricompensi tutti i nostri benefattori», «In fin di vita si raccoglie il frutto delle opere buone», «Dio benedica e ricompensi largamente la carità dei benefattori dei nostri orfanelli».
Presentiamo le più significative della sua vita, più realistiche, dai suoi 46 ai 72 anni. Ci restituiscono l’immagine della sua vicenda umana.
1 Don Bosco, a 46 anni, nella sua camera.
Risale al 1861. Considerando l’epoca, dal punto di vista fotografico appare molto incisa. Don Bosco è in una situazione abituale, seduto al tavolo di lavoro, in una posizione spontanea, come se sospendesse la sua attività per l’arrivo di una persona. In lui si nota il volto scarno, affilato, di persona sofferente anche se la sua espressione è serena e accogliente. In questo periodo infatti don Bosco continua a lavorare malgrado le sue molteplici infermità, come si può notare anche dalla sua postura che mostra affaticamento.
2 Don Bosco in poltrona, a 65 anni.
Scattata nel 1880 da M. Schemboche. Il fotografo è tra i più rinomati e don Bosco vuole probabilmente una bella fotografia da regalare a benefattori che sostengono le molte opere nelle quali è impegnato e per le quali necessita di denaro.
Sebbene già sessantacinquenne, don Bosco dimostra in questa fotografia un aspetto ancora piuttosto giovanile. Traspare dal suo volto l’energia dell’uomo di azione. Si tratta di una foto che ebbe larga diffusione perché fu scelta come immagine ufficiale del Santo in occasione della beatificazione (1929) e della successiva canonizzazione (1932). Era un’immagine consona ai gusti di quel tempo, ma essa tuttavia non piacque a quanti avevano conosciuto don Bosco di persona e preferivano piuttosto la fotografia da cui trasparivano l’affabilità e la grande carica umana del Santo.
Questa foto piace oggi, è divenuta il prototipo di don Bosco. Da questa Caffaro Rore ha ricavato nel 1941 l’immagine che vediamo più frequentemente e alla quale si ispirano tutte le interpretazioni del Santo.
3 Don Bosco a Nizza nell’85. Ha 70 anni.
Don Bosco è a Nizza, sembra, per il decennale della fondazione dell’opera. A Nizza c’era un numeroso gruppo di cooperatori, amici e benefattori che gli erano affezionati e che sostenevano le sue opere, ai quali, con la gentilezza e l’astuzia che gli è propria, vuole fare dono di una sua immagine. L’immagine è fedele e non ritoccata. Mostra don Bosco ormai vecchio e stanco, con il volto segnato dagli esiti della tubercolosi miliare. Don Bosco appare con il suo aspetto di contadino volitivo e tenace, dagli occhi penetranti e sofferenti, dalle mani rudi ed energiche. L’occhio sinistro è ancora vivace, mentre il destro è visibilmente spento.
4 Don Bosco a 71 anni. Sampierdarena 16 marzo 1886.
Don Bosco è in viaggio verso la Spagna. Si ferma alcuni giorni a Sampierdarena per visitare la Comunità. Anche qui aveva molti amici e benefattori. Proprio uno di questi, il marchese Spinola, vuole una fotografia del Santo e per questo si reca da lui con il fotografo quando don Bosco sta ripartendo. È notizia curiosa che per scattare la fotografia don Bosco rischia di perdere il treno, ma il capostazione, avvertito, ritarda la partenza per aspettarlo. Evidentemente la fama del Santo era già molto affermata. Per molti anni questa fu l’immagine più diffusa in quanto bella, molto fedele alla fisionomia del Santo, preferita da chi viveva con don Bosco, tanto che il Rollini, dopo la morte di don Bosco, ne farà il quadro ufficiale. Colpisce in questa fotografia la vivezza del sorriso e dello sguardo. Ci dà un’immagine di don Bosco molto spontanea e naturale, con un’espressione tra il divertito, il compiaciuto, lo scherzoso: probabilmente proprio la situazione di fretta che si era venuta a creare (attesa del treno, tanta gente presente, un po’ di confusione…) ha avuto il sopravvento sulla situazione di posa.
5 Don Bosco nella villa Martì-Codolar. Barcellona 3 maggio 1886.
È l’unica fotografia di cui si conserva il negativo in lastra di vetro al collodio. È uno dei più belli e fedeli ritratti di don Bosco, dal volto amabilmente paterno, attorniato dai suoi figli, ragazzi e cooperatori. Tale immagine, già all’epoca, piacque molto. La fotografia è strutturata in modo da incorniciare e dar risalto alla figura del Santo. Don Bosco ha un volto sereno, sorridente. Si vedono i suoi 72 anni, ma è una vecchiaia vigorosa di uomo attivo, che partecipa intensamente alla vita. Gli occhi sono vivaci, penetranti, la bocca atteggiata spontaneamente al sorriso; il suo volto dà un senso di dolcezza, di amabilità, di bontà. Probabilmente esprime qui un momento di soddisfazione nel sentirsi attorniato da persone «sue», legate a lui: il senso della sua vita realizzata negli altri e per gli altri.
6 Don Bosco con la prima spedizione missionaria.
È la prima fotografia voluta da don Bosco. 1875. Don Bosco corona il sogno di mandare i suoi Salesiani nelle lontane Americhe, tra i figli degli emigrati.
È un avvenimento importante: i giornali ne parlano, all’Oratorio c’è un gran fermento e tutto deve avere l’impronta di un grande avvenimento, come in realtà è. Per dar lustro alla circostanza giunge a Valdocco il Console argentino a Savona. Don Bosco vuole immortalare con una fotografia l’avvenimento per pubblicizzarlo e perché serva di stimolo. La fotografia mostra tutta l’importanza che a tale avvenimento si desidera dare: don Bosco indossa il ferraiolo e lo zucchetto come nelle grandi occasioni in cui si presentava al Papa, il Console G. Battista Gazzolo è in grande uniforme, i partenti vestono alla spagnola, con il mantello caratteristico di quei luoghi, per dimostrare in questo che erano «dei loro» e non degli estranei. Su di essi spicca il Crocifisso da Missionari.
Don Bosco è nell’atto di consegnare un libro a don Cagliero, capo della spedizione: sono le Costituzioni. La posa è voluta espressamente da don Bosco stesso. Egli desidera dare rilievo a questo gesto che per lui ha un profondo significato. È interessante leggere quanto a questo riguardo scrive don Rua: «Quando il Venerabile don Bosco inviò i primi suoi figliuoli in America, volle che la fotografia lo rappresentasse in mezzo a loro nell’atto di consegnare a don Giovanni Cagliero, capo della spedizione, il libro delle nostre Costituzioni».
L’immagine è composta artisticamente rispettando un’equilibrata simmetria che lascia però spazio ad un certo movimento. Le figure hanno posizioni tra loro diverse e una certa spontaneità.
Al contrario, don Bosco, in entrambe le pose, appare rigido, decisamente in posa. Il volto non segue l’azione che sta facendo, come ci si potrebbe aspettare e questo accentua il senso della posa. L’abito allargato, le spalle senza alcuna inclinazione, il volto decisamente di fronte contribuiscono a creare l’effetto di rigidità. La macchina fotografica gli toglieva spontaneità? Stando alle deposizioni dei contemporanei, don Bosco era, in società, nelle situazioni ufficiali, piuttosto impacciato. E, pur emanando un certo fascino dovuto alla sua ricchezza interiore, non aveva quella spigliatezza della persona di mondo.
Permaneva in lui il tratto dimesso della sua origine contadina: vivace ed energico nell’operare, restio nei rapporti ufficiali.
Fonte: https://bollettinosalesiano.it/rubriche/il-vero-volto-di-don-bosco/