Attacco israeliano a Jenin: danneggiata anche la parrocchia latina
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 67/24 del 16 settembre 2024, San Cipriano
Attacco israeliano a Jenin: danneggiata anche la parrocchia latina
Al “Dossier Cisgiordania” che abbiamo diffuso il 6/09/2024 https://www.centrostudifederici.org/dossier-cisgiordania/ va aggiunto l’aspetto che colpisce le comunità cristiane, con danni materiali e morali. Recentemente il sito della rivista della Custodia di Terra Santa ha pubblicato un articolo sui raid israeliani a Jenin che hanno causato danni anche ai locali della parrocchia Nell’articolo citato si parla anche delle preoccupazioni delle famiglie delle parrocchie di Zababdeh e Nablus. Il fatto stesso che esistano delle parrocchie cattoliche nel nord della Cisgiordania può sorprendere i lettori abituati al silenzio dell’informazione ufficiale. L’articolo prosegue illustrando la situazione generale della Cisgiordania nell’ultimo anno:
(…) Tra il 7 ottobre 2023 e il 2 settembre scorso, calcolano fonti Onu – come l’Unrwa e l’Ufficio di coordinamento per le questioni umanitarie (Ocha) – 652 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Non tutti costoro erano pericolosi terroristi o insorti in armi contro gli israeliani. L’Unicef conta tra le vittime 150 minori, uccisi prima del 22 luglio scorso. Morti che sono in parte da imputare ad azioni dei coloni israeliani (tollerate o avallate dai militari) e in parte a raid di terra o bombardamenti aerei dell’esercito dello Stato ebraico.
Il recente raid su larga scala a Jenin e in altri centri cisgiordani è iniziato il 27 agosto scorso e si è protratto per una decina di giorni. Col pretesto della caccia ai nemici in armi sono state distrutte strade, condutture dell’acqua potabile, reti fognarie ed elettriche, e demolite alcune abitazioni.
Intanto da mesi un organismo umanitario come B’Tselem (Centro israeliano di informazione per i diritti umani nei Territori occupati) denuncia che sono ormai 19 le (piccole) comunità o accampamenti arabo-palestinesi sradicate a forza dai coloni ebrei negli ultimi mesi. Si parla complessivamente di 1.123 persone (168 famiglie, con 436 minori) costrette a sloggiare.
I coloni sono oltretutto più agguerriti che mai. Cavalcano la paura, lo choc e il senso di rivalsa avvertiti dai connazionali dopo il 7 ottobre 2023 e sono stati i principali beneficiari della distribuzione di armi alla popolazione civile, voluta e promossa dal ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir in seguito agli eccidi del «sabato nero» firmati da Hamas e da altre milizie palestinesi della Striscia di Gaza ormai un anno fa.
Fonte: https://www.terrasanta.net/2024/09/56335/