Una recensione con parole chiare a un libro poco chiaro
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 42/24 del 30 aprile 2024, Santa Caterina
Una recensione con parole chiare a un libro poco chiaro
Segnaliamo ai nostri lettori “Radio Spada e la Fraternità non sono ‘tranquilli” di don Francesco Ricossa, una recensione al libro “Parole chiare sulla Chiesa. Perché c’è una crisi, dove nasce e come uscirne,” di alcuni sacerdoti della Fraternità San Pio X ed edito da Radio Spada. La recensione è stata pubblicata sul n.75 della rivista “Sodalitium” (Aprile 2024).
Radio Spada e la Fraternità non sono ‘tranquilli’
La casa editrice Radio Spada ha recentemente pubblicato un lavoro di don Daniele Di Sorco: Parole chiare sulla Chiesa. Perché c’è una crisi, dove nasce e come uscirne. Il libro si avvale di una presentazione di Andrea Giacobazzi, già manager della Intermarket Diamond Business spa (Idb) e cofondatore di Radio Spada, e di una postfazione del vaticanista Aldo Maria Valli, che dirige il blog Duc in altum dov’è stata pubblicata, il 3 aprile 2023, la lettera di adesione alle tesi del libro di mons. Carlo Maria Viganò (Monsignor Viganò / “Parole chiare sulla Chiesa”: le giuste domande e le giuste risposte – Aldo Maria Valli). L’opera è stata presentata a Roma dall’autore, da Valli e, per Radio Spada, da Ilaria Pisa.
Per essere più precisi il volume è “a cura” di don Di Sorco (un sacerdote livornese della Fraternità, formatosi precedentemente presso i bi-ritualisti Francescani dell’Immacolata), in quanto frutto della collaborazione sua con altri due confratelli, don Gabriele D’Avino e, soprattutto, il suo mentore, don Mauro Tranquillo, senza sapere quali parti del libro siano da attribuirsi all’uno o all’altro del terzetto, che in questi ultimi anni, sempre al seguito di don Tranquillo, ha già collaborato alle iniziative di Radio Spada e dei “comitati” suoi satelliti. È lecito chiedersi se la collaborazione sia tra Radio Spada e il distretto italiano della Fraternità, o non piuttosto tra Radio Spada ed un gruppo di tranquilli sacerdoti della stessa Fraternità con la benedizione o almeno la tolleranza dei superiori.
Una collaborazione… “vergognosa”
Prima ancora di dire qualcosa sul volume (strategia e contenuti), mi sia permesso di ricordare (vox clamantis in deserto) come la collaborazione stessa tra queste due entità sia sufficiente a disonorare entrambe, permanendo solo il dubbio se sia più disonorevole per Radio Spada collaborare con la Fraternità, o invece vergognoso per la Fraternità collaborare con Radio Spada (con la benedizione di mons. Viganò). Mi spiego. Radio Spada da un lato, la Fraternità dall’altro, hanno certamente il ‘diritto’ di difendere rispettivamente le proprie opinioni, o anche di dichiararsi delle stesse opinioni. Cessi però l’inganno di Radio Spada, intrattenuto dal suo presidente e altro co-fondatore con Giacobazzi-Pisa, di presentarsi come espressione polifonica di tutte le anime della “Tradizione”, giacché, e non è la prima volta, Radio Spada adotta la posizione della Fraternità, e dei sacerdoti della Fraternità si serve per le proprie iniziative ‘liturgiche’ (salvo per quel che riguarda la vita privata dei ‘fondatori’, che hanno fatto ricorso, per il sacramento del matrimonio, a parroci e parrocchie modernisti). Non solo R.S. sceglie chiaramente la Fraternità (la ‘neo-fraternità’, o quella ‘resistente’, che tanto pari son) ma combatte apertamente – alla faccia della polifonia – altre versioni non gradite, quali il ‘sedevacantismo’ o le bislacche teorie di Cionci e don Minutella, come avviene in questo libro. Il Presidente di R.S. dovrebbe alfine rendersi conto che non basta ‘postare’ qualche foto di mons. Guérard des Lauriers quando poi si pubblicano libri e si fanno conferenze contro la sua tesi, e che si è ampiamente realizzato quanto annunciammo nel comunicato su Radio Spada del 12 giugno 2015 (“Radio Spada”: un parere e un consiglio – Sodalitium):
Consigliamo quindi quei fedeli che nel passato hanno mostrato amicizia e fiducia nel nostro Istituto, e che ora sostengono “Radio Spada”, a non proseguire in un cammino che – seguendo un lento ma sicuro “trasbordo ideologico”, rischia di portarli come tanti altri prima di loro – sulla sponda opposta a quella di partenza.
La maggior parte di detti fedeli seguì il consiglio; chi non lo ascoltò si trova ora “sulla sponda opposta a quella di partenza”: abbiano il coraggio e l’onore di ammetterlo, a sé stessi e agli altri, cessando di ingannare sé stessi e gli altri.
Se per Radio Spada è disonorevole aver sempre più tradito le posizioni di partenza per aderire agli errori della Fraternità (al punto che il sito Duc in altum ha pubblicato un articolo nel quale si scrive che il problema è il Papato com’è diventato nell’ultimo millennio, e che la definizione dell’infallibilità del Papa del Concilio Vaticano fu inopportuna), per la Fraternità non è forse vergognoso collaborare con R.S., e quindi accreditare R.S., dopo quanto scritto e dimostrato nel volume “La vergogna della Tradizione?”. O si approva quella vergogna (la diffusione e la difesa di una cultura omoerotica, esoterica, astrologica e così via) o la si disapprova in privato ma non si ritiene opportuno farlo in pubblico: tutto questo si chiama complicità (ricordo che la cooperazione al male può essere positiva, peccato di commissione, o negativa, peccato di omissione. Coopera positivamente il mandante, il consigliere, il consenziente, l’adulatore, il ricettatore e il partecipante. Coopera negativamente chi tace, chi non impedisce, chi non denuncia).
Un titolo fuorviante
Non mi riferisco alla prima parte di detto titolo (“Parole chiare sulla Chiesa”), anche se la chiarezza è discutibile, quanto alla seconda parte: “perché c’è una crisi, dove nasce e come uscirne”. “Parole chiare” non spiega affatto perché c’è una crisi, da dove nasca e soprattutto come uscirne, e d’altronde non è questo il suo scopo. Un titolo onesto sarebbe stato: “difesa della posizione della Fraternità (o di una parte dei membri della Fraternità) contro la concorrenza”, la quale si può far forte dello scandalo sempre crescente che Jorge Mario Bergoglio causa nelle anime dei fedeli ancora cattolici (o dei cattolici ancora fedeli), mentre la Fraternità stessa – beneficata quanto mai dallo stesso Bergoglio – è costretta a difenderne a tutti i costi la legittimità come Vicario di Cristo, anche quando cresce sempre più il numero di coloro che (magari con cattivi argomenti) non ci crede più. Si tratta quindi di allontanare il lettore dalla tentazione di aderire – a ragione o a torto – a chi nega a Bergoglio il ruolo di Capo della Chiesa: “sedevacantisti” di tutti i generi, seguaci di don Minutella per cui il Papa è (era) Ratzinger, o apostati in favore della “chiesa” “ortodossa” (che non è chiesa, e non è ortodossa). Ai sacerdoti della Fraternità e agli editori ‘pisani’ l’ingrato compito di difendere la legittimità di “papa Francesco”, anche a costo di svilire il Papato, la Chiesa, il Magistero, e ridurre il Papa ad un soggetto in stato di coma vegetativo permanente.
Fumo negli occhi
Da pag. 11 (dopo l’inutile ‘nota introduttiva’ di Giacobazzi-Radio Spada, cioè) a pag. 32 “Parole chiare” dovrebbe spiegare al lettore cosa sia la ‘crisi nella Chiesa’ e ‘dove nasca’. Pagine oltremodo deludenti, superficiali, di taglio più giornalistico che teologico, buttate lì proprio perché si doveva pur fare una critica della ‘crisi nella Chiesa’, critica che poi sarebbe, in teoria, la ragion d’essere della Fraternità. Da dove nasce? Nessuno studio storico sul modernismo o sulla Nouvelle Théologie. Cos’è? Nessuno studio dottrinale approfondito sulla dottrina del Vaticano II, degli occupanti della Sede Apostolica (da Paolo VI in poi), o di “Papa Francesco”, del quale solo si accenna – ad esempio – ad Amoris lætitia o alla riforma del Catechismo della Chiesa Cattolica a riguardo della pena di morte, mischiati ad altri atti di governo discutibili ma non dottrinali. Gli autori lasciano però credere, con queste poche, povere pagine, che la Fraternità si opponga, e pure duramente, a “Papa Francesco” mentre il libro è tutto destinato a difendere l’autorità papale di colui che, più di tutti, ha beneficato la Fraternità stessa: – riconoscimento dell’esistenza canonica della Fraternità da parte del ‘vescovo’ di Buenos Aires, su ordine di Bergoglio – riconoscimento delle autorità della Fraternità come tribunale di primo grado nei giudizi – conferimento della giurisdizione per la confessione – autorizzazione a compiere le ordinazioni sacerdotali – accordo per poter assistere ai matrimoni – concessione abituale delle chiese per le celebrazioni della Fraternità – autorizzazione a ‘vescovo’ Huonder a ritirarsi in una casa della Fraternità e collaborare con essa. Tutto questo (per limitarci agli accordi di dominio pubblico) senza chiedere nulla in cambio. O meglio: quasi nulla. Solamente il riconoscimento della sua legittimità come Papa. È quello che “Parole chiare” si sforza di fare. Le 20 paginette di critiche che “Parole chiare” dedica alla ‘crisi nella Chiesa’ sono oggettivamente questo, e solo questo: fumo negli occhi (di chi non desidera altro che restare accecato).
Don Francesco Ricossa
https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/75.pdf, pagg. 73-75