La Purificazione di Maria e la Presentazione di Gesù
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 12/24 del 2 febbraio 2024, Candelora
La Purificazione di Maria e la Presentazione di Gesù
Commento al Vangelo di san Luca del biblista Salvatore Garofalo.
Vangelo secondo Luca capitolo 2
22 E quando si compirono i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come sta scritto nella legge del Signore: Ogni maschio che apre la matrice sarà consacrato al Signore, 24 e per offrire in sacrificio, come è detto nella legge del Signore, un paio di tortore o due piccioni. 25 Ed ecco, a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, e questo uomo era giusto e pio; aspettava la consolazione d’Israele e lo Spirito Santo era su di lui. 26 E lo Spirito Santo gli aveva rivelato che non avrebbe veduto la morte prima d’aver visto il Messia del Signore. 27 E venne, mosso dallo Spirito, al tempio, e quando i genitori vi portarono il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo quanto di consueto ordinava la legge, 28 egli lo prese fra le braccia e benedisse Dio dicendo:
29 « Adesso congeda il tuo servo, Padrone, secondo la tua parola, in pace; 30 poichè hanno visto i miei occhi la tua salvezza, 31 che hai preparato a vantaggio di tutti i popoli: 32 luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele ».
33 E il padre e la madre del bambino erano meravigliati per ciò che si diceva di lui. 34 Simeone li benedisse e disse a Maria la madre: « Ecco, questi è posto per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e per segno contraddetto, 35 e a te stessa una spada trapasserà l’anima, affinchè siano svelati i pensieri di molti cuori».
36 C’era anche una profetessa: Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser — donna molto avanzata in età, vissuta col marito sette anni dal tempo della sua verginità 37 e rimasta vedova fino all’età di ottantaquattro anni — che non lasciava mai il tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anch’essa a lodare Dio e parlava del bambino a tutti coloro che aspettavano la liberazione di Gerusalemme. 39 Quando ebbero fatto tutto secondo la legge del Signore, ritornarono in Galilea, nella loro città di Nazaret. 40 Intanto, il bambino cresceva, si fortificava ed era pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
NOTE
22-24. Poichè la purificazione riguardava soltanto Maria, il loro, che sembrerebbe riferirla anche a Gesù, è un plurale che unisce insieme inizialmente due avvenimenti che verranno distinti subito dopo. Ogni madre ebrea doveva offrire o far offrire nel tempio il sacrificio prescritto per purificarsi della impurità legale contratta col parto (Lev. 12, 1-8). Per la nascita di un maschio, il periodo di segregazione durava quaranta giorni. Il sacrificio consisteva nella immolazione di un agnello e di un colombo o tortora; i poveri potevano sostituire, come fece Maria, l’agnello con un altro colombo o un’altra tortora. Alla cerimonia della purificazione della madre veniva unita quella del riscatto del bambino se si trattava di un primogenito. In memoria dello scampo dei primogeniti israeliti dalla strage dei primogeniti egiziani (Es. II, 4-7; 12, 29 s.), Dio si era riservati tutti i primi nati sia di uomini che di bestie (Es. 13, I s. 11-16; Num. 18, 15 s.). I primogeniti della tribù di Levi erano consacrati al culto divino, quelli delle altre tribù dovevano essere riscattati mediante il pagamento di cinque sicli d’argento (cfr. Mt. 26, 14). Lc. dà una citazione combinata di Es. 13, 2. 12.
- Simeone è un laico, osservante (giusto; cfr. i, 6) e devoto. Consolazione d’Israele era detto, nella tradizione ebraica, il Messia, chiamato anche « il Consolatore ».
- Vedere la morte è un ebraismo; il Messia del Signore è quello vero, inviato da Dio.
- Il breve inno di Simeone, penetrato dello spirito del più grande dei profeti, Isaia, è un addio alla vita nell’esultanza della mèta lungamente desiderata e finalmente raggiunta. Il servo chiede di essere licenziato perchè la sua giornata è chiusa. Padrone, in gr. è dèspota (solo qui nei Vangeli), titolo che i Greci liberi riservavano agli dèi. Su parola cfr. I, 38 nota.
- A vantaggio traduce l’ebraismo « al cospetto »; si noti la chiara concezione universalistica della salvezza in un ebreo esemplare.
- La salvezza concepita come luce è un’idea familiare a Isaia; anche i rabbini chiamavano luce il Messia, ma non parlavano di un Messia luce di tutte le genti, come Is. 42, 6; 49, 6; 46, 13. Per Israele il Cristo è gloria perchè nasce dal popolo eletto e corona una lunga attesa; per le genti (= popoli pagani) è luce, perchè esse ignoravano il vero Dio che si era rivelato agli Ebrei.
- La meraviglia nasceva dal constatare che i segreti di Dio erano stati rivelati all’ignoto Simeone.
- Benedire ha qui il senso di congratularsi. Cristo sarà una pietra d’inciampo (per la caduta; 20, 17 s. e Mt. 21, 43 s. nota) e un piedestallo di gloria (risorgere = levarsi su) secondo che sarà accettato o respinto. Egli è anche un segno, in quanto rivela le intenzioni e la volontà divine in ordine alla vera salvezza.
- La spada è un comune traslato per indicare il dolore che affliggerà Maria nel profondo quando il Figlio sarà contraddetto, quindi non soltanto all’epoca della passione. Di fronte al Cristo gli uomini dovranno pronunziarsi: o con lui o contro di lui (n, 23; Gv. 3, 19-21). Cuori è il solito ebraismo per menti.
- Anna continua la serie delle donne conosciute nel V. T. come profetesse (Es. 15, 20; Giud. 4, 4; 2 Re 22, 14). Le donne della tribù di Aser erano famose per la loro bellezza. Dal tempo della verginità = dal giorno del matrimonio. Non è possibile determinare se gli ottantaquattro anni rappresentano la durata totale della vita o soltanto quella della vedovanza. Poichè era proibito a chiunque di abitare nel tempio, non lasciava mai e notte e giorno indicano un’assidua assistenza ai riti sacri. 38. Gerusalemme, nei libri profetici, personifica il popolo d’Israele. 39. E la quinta volta che Lc. insiste sulla scrupolosa osservanza della legge da parte della famiglia di Nazaret (vv. 22. 23. 24. 27. 29). Sul ritorno in Galilea cfr. 2, 22 S. 40. La grazia di Dio è la benevolenza e la compiacenza (4, 22) del Padre celeste.
Tratto da: La Sacra Bibbia, vol. III, Marietti, Torino 1961, pp. 151-153.