Rassegna stampa del 21.01.2013
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 8/13 del 21 gennaio 2013, Sant’Agnese
Rassegna stampa del 21.01.2013 (i titoli sono redazionali)
Ombrelli
Alcuni giornali hanno criticato la signora che domenica 13 gennaio 2013 ha preso a ombrellate una femminista che si era spogliata in piazza San Pietro. Ci associamo alle critiche: non si va in giro con un piccolo ombrello pieghevole.
Un’associazione ebraica commenta il Parlamento degli ebrei europei
Marzo 2012 – EJJP (European Jews for a Just Peace) ha appreso con raccapriccio la creazione di un cosiddetto “Parlamento degli Ebrei Europei”, presso gli uffici del Parlamento Europeo a Brussels. EJJP denuncia questa creazione come una triplice mistificazione. Nulla nel modo in cui è stato costruito questo “parlamento”, nel modo in cui opera, nè nel modo di scelta dei suoi partecipanti gli consente la pretesa di rappresentare tutti gli Ebrei europei. Non c’è alcuna giustificazione per il fatto che alcuni Ebrei europei mettano su un proprio parlamento con il compito di dettare una politica comune degli Ebrei in Europa. Tutto indica che, una volta ancora, il creare uno strumento di pressione dedicato alla incondizionata difesa di Israele indipendentemente dai crimini commessi dai governi che in Israele si succedono, e il pretendere che debba esistere un legame indissolubile tra Israele e gli Ebrei del mondo intero, e l’intrigare per fare sì che le istituzioni internazionali si allineino su queste posizioni, stimolerà e rafforzerà l’antisemitismo dove già esiste. EJJP riafferma che potrà stabilirsi una durevole pace nel Medio Oriente, come dovunque, solo con il riconoscimento dei diritti umani e politici per tutti i popoli della regione, compresi il Popolo Palestinese e quello Israeliano.
Rete Eco
Apartheid
21/12/2012 – Betlemme – Una superstrada taglierà in due il quartiere palestinese di Beit Safafa, a Gerusalemme Est. Un serpente di cemento il cui scopo sarà collegare la Città Santa con le colonie israeliane in Cisgiordania. Violentando un’intera comunità, già assediata da Muro e insediamenti. Ad annunciarne la costruzione è stato il Comune di Gerusalemme, riprendendo in mano un progetto vecchio di ventidue anni: il progetto fu redatto nel 1990 dopo la confisca di una buona parte delle terre di Beit Safafa. Oggi, dopo l’approvazione da parte delle autorità israeliane della costruzione di oltre tremila unità abitative in area E1 e di altre 1.500 nella colonia di Ramat Shlomo, a Gerusalemme, arriva anche il via libera alla superstrada di Beit Safafa. Una strada che dividerà a metà il quartiere … I luoghi che prima si potevano raggiungere camminando per pochi minuti, diventeranno difficilmente inaccessibili. Una volta che la superstrada sarà completata, gli abitanti di Beit Safafa dovranno attraversare ponti e sottopassaggi per raggiungere l’altra parte del quartiere. A peggiorare ulteriormente la situazione è l’impossibilità per i palestinesi del quartiere di utilizzare la superstrada. Un nuovo esempio di apartheid: gli unici beneficiari saranno israeliani e coloni del blocco di insediamenti di Gush Etzion, a Sud di Gerusalemme. … Ma i lavori sono già iniziati: circa 50 camion stanno già trasportando terra e materiale di costruzione nel quartiere palestinese, disturbando con rumori e polveri la vita quotidiana della comunità. E le case più vicine alla superstrada saranno circondate da un muro alto otto metri che eviti i rumori forti. Un muro molto simile a quello che intrappola la Cisgiordania e che impedirà lo svolgersi delle normali attività sociali.
Nena News Globalist
La democrazia ce l’ha insegnato, demolire un monastero non è reato
12/1/2013 – Hanoi – “Il terreno e il Carmelo al numero civico 72 di via Nguyen Thai Học sono di proprietà dell’arcidiocesi di Hanoi” e la curia “non ha mai devoluto oppure ‘offerto’ allo Stato nessuno dei suoi 95 edifici della città, utilizzati oggi dallo Stato”. È quanto afferma mons. Peter Nguyen Van Nhon, prelato della capitale vietnamita, nella missiva inviata al Primo ministro Nguyen Tan Dung e ai vertici dell’amministrazione cittadina, pubblicata sul sito dell’arcidiocesi. Le autorità hanno iniziato il 3 gennaio scorso l’opera di demolizione del monastero carmelitano, per costruire al suo posto un ospedale di cinque piani. Tuttavia, fonti cattoliche dell’arcidiocesi – dietro anonimato – hanno ipotizzato lo studio di “progetti segreti” che interesserebbero la zona, “ben diversi” dalla realizzazione di un nosocomio al servizio della città. Chiesa e monastero si trovano al numero 72 di via Nguyen Thai Hoc, ad Hanoi, e sono presenti da oltre cento anni. (…) Mons. Nguyen Van Nhon non manca di “protestare vivacemente” contro la “demolizione illegale” del monastero carmelitano, per tre ragioni ben specifiche: lo Stato dispone “a sufficienza” di terreni o di mezzi per “ristrutturare un edificio” ed adibirlo alla funzione di ospedale, se non persino di costruirne uno nuovo; per i cattolici, poi, il Carmelo “è un luogo sacro e storico”; infine, esso e la chiesa annessa devono essere usati “con finalità di culto” dai fedeli della parrocchia di San Domenico. Il prelato si rivolge ai fedeli, chiedendo loro di “unirsi nella preghiera” a difesa dei “diritti legittimi”.
Asia News
Un’imprenditrice denuncia la mafia delle banche in un programma Rai
13/1/2013 – (…) Per la prima volta durante una trasmissione ad altissimo ascolto, vista da 10 milioni di persone, alcune idee coraggiose, inusuali, anzi scandalose, secondo la maggior parte dei media, sono state illustrate liberamente. Mi riferisco allo splendido intervento dell’imprenditrice Francesca Salvador, da Vittorio Veneto (Treviso), che ha toccato finalmente temi off-limits, come la necessità di una riforma monetaria, del bisogno di riprenderci la sovranità sottratta per vie traverse, dei legami di Mario Monti con lobbies internazionali come Goldman Sachs e la Trilaterale, di un establishment legato a Monti e all’Europa che punisce l’impresa e salva le banche. (…) Certo, Santoro sperava, dandole spazio, non di aprire la mente al pubblico ma di mettere in difficoltà Berlusconi … Però il tabù è rotto.
Foa Blog
Angelo Scola, ratzingeriano conservatore
16/1/2012 – (…) Mercoledì 23 gennaio alle 18.30 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (largo Gemelli 1) l’arcivescovo di Milano card. Angelo Scola e Rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia terranno una lectio magistralis dal titolo “Il ruolo della Scrittura nel dialogo tra ebrei e cristiani”. (…)
Zenit
Sarkozy e l’aiuto umanitario al popolo libico
17/1/2013 – (…) “La Francia – ha spiegato – ha fatto qualcosa per i suoi interessi. Sarkozy quando è andato in Libia e ha visto che c’erano non so quanti cartelloni che mostravano me e Gheddafi in atteggiamento di grande e affettuosa amicizia, tornò a casa e disse ai suoi che l’Italia si stava prendendo tutto il petrolio e il gas libico. Così fece bombardare la colonna che Gheddafi aveva mandato verso Bengasi e fece intervenire anche gli altri Paesi. Io volevo dare le dimissioni quella notte perchè ci fu una intromissione indebita della comunità internazionale dentro i problemi di un singolo Stato”. (dichiarazione di Silvio Berlusconi)
Il Giornale
Hollande e l’aiuto umanitario al popolo del Mali
17/1/2013 – “Non buttiamo nel cestino un anno e mezzo di sacrifici!”. Finalmente ora è chiaro a cosa si riferisse Pierfurby Casini quando insisteva sulla necessità di continuare a massacrare le famiglie italiane rubando i loro risparmi. I soldi non servivano per la Casta, ma per fare la guerra al Mali in soccorso della Francia. Certo, proprio la Francia che ha scatenato la guerra in Libia per fregarci le commesse e ridurre la nostra presenza nell’ambito degli idrocarburi. Proprio quella Francia che, con Lagardère, fa la guerra all’Argentina per poi, a livello di governo, andare a Buenos Aires a sostenere la coraggiosa Cristina Kirchner sperando di concludere buoni affari. Mentre l’Italia degli incompetecnici non è assolutamente in grado di approfittare delle origini italiane di metà della popolazione argentina. Ed ora la Francia scatena la guerra al Mali per difendere il suo uranio ed i suoi minerali che arrivano dal Paese Africano. Sacrosanta la posizione di Hollande che tutela gli interessi francesi. Assurda la posizione del Grigiocrate Monti che usa i soldi italiani per tutelare gli interessi di Parigi. Quei soldi che vengono negati ai disoccupati, che vengono negati ai disabili, che vengono negati alla ricerca. Ma che si trovano per aiutare le guerre altrui. E allora prepariamoci ad altri sacrifici, imposti dall’asse del male Monti-Bersani, per poter finanziare altre guerre al servizio degli Stati Uniti, della Francia, della Gran Bretagna. D’altronde non è che il Pdl possa vantare atteggiamenti molto diversi. Frattini l’americano ha fatto le medesime scelte al servizio dei padroni vicini e lontani. Mai che qualcuno abbia provato a fare qualcosa al servizio dell’Italia.
Girano
Fallimenti risorgimentali
17/1/2013 – Palermo. Aperto a maggio del 2010 dopo un restauro durato quattro anni e costato 300mila euro, il Museo «Vittorio Emanuele Orlando», che raccoglie i ricordi di tutte le stagioni del Risorgimento siciliano, dagli albori (1836-37) ai moti del 1848-49 fino all’Unità, è di nuovo chiuso, come lo è stato, tranne la parentesi degli ultimi due anni, per oltre mezzo secolo. Mancano i soldi e così i quattro dipendenti sono stati licenziati e i documenti, i cimeli, i 110mila testi rari della biblioteca, parte come il museo di una istituzione antichissima, la Società di Storia Patria fondata nel 1863 dai più famosi studiosi del tempo, ritornano nelle casse. Il giorno dell’inaugurazione, il 29 maggio 2010, nel tripudio dei 150 anni dell’Unità d’Italia, tra bandiere al vento, bande musicali, fiori tricolori e una folla straripante per rivedere la camicia rossa di Garibaldi, le foto dei Mille e i rari cimeli dell’eroe dei due mondi mai esposti, c’erano buona parte degli amministratori e intellettuali siciliani, oltre a delegazioni da molti Paesi europei. A chiudere e negare così un altro pilastro della cultura siciliana, non è soltanto il museo (il biglietto costava 4 euro), ma anche la Società di Storia Patria che non riceve soldi né dalla Regione né i 7.600 euro annuali del Mibac e ha vissuto finora con le quote di 100 euro all’anno pagate dai 240 soci e l’aiuto del presidente dell’Istituzione, Giovanni Puglisi, che più volte ha finanziato con contributi di 50mila euro l’importante e antica Fondazione culturale siciliana. Il museo è stato visitato dal presidente della Repubblica Napolitano nel 2011. «È un lutto, è come perdere un parente” dichiara a “La Stampa” il responsabile amministrativo della Società, Giacomo Volo, davanti alle vetrine dove troneggia la statua di Garibaldi a cavallo scolpita da Mario Rutelli. Mi ricordo l’emozione del restauro, le capriate lavorate una ad una, le pareti rosse e grigie a raccontare il rosso delle camicie garibaldine e il grigio delle spade protagoniste della rivoluzione». Amareggiato il direttore del Museo, Pasquale Hamel: «Si parla tanto di cultura e di opportunità per la nostra terra, invece un luogo di cultura simbolo della nostra città e della storia, viene abbandonato a se stesso». Non tutti però hanno perso la speranza di vedere riaccendersi la luce sui vessilli vermigli esposti nelle teche del museo e sui rari faldoni e volumi della biblioteca, frequentata soprattutto dagli studenti.
Il Giornale dell’Arte