Risorgimento e terrorismo: la strage alla caserma Serristori
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Risorgimento e terrorismo: la strage alla caserma Serristori
Roma, 22 ottobre 1867: il terrorismo risorgimentale fa esplodere la caserma Serristori, nei pressi di piazza San Pietro, provocando la morte di 25 giovanissimi zuavi pontifici della banda musicale e alcuni passanti, tra cui un padre con la figlia di sei anni. Le vittime furono:
Carmine Carletti di Olevano
Luigi Carrey di Arbois
Giuseppe Cesaroni di Roma
Fortunato Chiusaroli di Roma
Emilio Claude di Nancy
Federico Cornet di Namur
Alessio Desbordes d’Ilê de Oléron
Cesare Desideri di Roma
Federico De Dietfutr di Colmar
Giovanni Devorscek di Bologna
Luigi Flamini di Roma
Giovanni Lanni di Roma
Eduardo Larroque di Cahors
Michelangelo Mancini di Roma
Pietro Mancini di Roma
Stefano Melin di Moulins
Francesco Mirando di Portici
Antonio Partel di Vigo, Tirolo
Giacomo Poggi di Genova
Andrea Portauovo di Napoli
Edmondo Robinet di Saint-Pol-de-Leon
Nicola Silvestrelli di Roma
Oreste Soldati di Palestrina
Domenico Tartavini di Roma
Vittore Vichot di Parigi
un passante, Ferri Francesco e la figlia di sei anni, Rosa; dei feriti, tra i quali vi era la moglie di Ferri, alcuni morirono in seguito. (…)”
(Fulvio Izzo, L’attentato del fermano Giuseppe Monti alla Caserma Serristori nella insurrezione romana del 1867, Maroni Editore, Ripatransone, 1994).