Viva San Cirillo d’Alessandria, abbasso Ipazia!
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 18/23 del 9 febbraio 2023, San Cirillo d’Alessandria
Viva San Cirillo d’Alessandria, abbasso Ipazia!
Da più parti, dall’Uaar a Franco Cardini (*), la figura di san Cirillo d’Alessandria è attaccata per difendere Ipazia, considerata una martire dai liberi pensatori. Lasciamo alla penna di mons. Umberto Benigni il compito di chiarire le idee.(*)https://www.centrostudifederici.org/ipazia-falsi-miti-e-cattivi-maestri/
San Cirillo, Ipazia, i Pagani e i Giudei, di Mons. Umberto Benigni
«…In Alessandria stessa Bisanzio era degnamente rappresentata dal prefetto Oreste, colui che abbiamo visto geloso dei vescovi. Le angherie, le provocazioni, le parzialità prefettizie avevano profondamente irritato il popolo alessandrino, cotanto irrequieto di per sé stesso. Eccessi non potevano mancare da una parte e dall’altra in un tale ambiente.
In Alessandria gli ebrei erano numerosissimi e, inutile dirlo, influentissimi sul prefetto imperiale. Per loro istigazione Oreste fece torturare un certo Jerace maestro elementare, accusato dagli ebrei di essere un emissario di Cirillo per far nascere tumulti. Saputo ciò, Cirillo chiamò i capi degli ebrei, e li avvertì che se non cessavano di tumultuare contro i cristiani, ne avrebbero pagato la pena.
Da ciò maggiormente irritati e sempre più imbaldanziti dalla connivenza prefettizia, gli ebrei stabilirono di assalire di notte i cristiani e di bruciare la chiesa detta d’Alessandro. I cristiani avvertiti in tempo accorsero per opporsi all’incendio, e ne successe una colluttazione sanguinosa.
Al dire di Socrate, che va preso col beneficio dell’inventario, Cirillo (evidentemente persuaso dell’inutilità anzi del pericolo di ricorrere ad Oreste), messosi a capo della cittadinanza cristiana tolse le sinagoghe agli ebrei, li espulse dalla città e lasciò che la plebe ne saccheggiasse i beni. È facile rimettere a posto queste notizie tendenziose dello storico bizantino. Se gli ebrei si preparavano a coronare coll’incendio di una chiesa la serie dei loro misfatti anticristiani; se la cittadinanza accorsa a salvare la chiesa aveva avuto una terribile collisione con i briganti del ghetto, – non c’era davvero bisogno che intervenisse Cirillo per cacciare i giudei dalle sinagoghe e da Alessandria, e “permettere” (sic) che la plebaglia ne saccheggiasse le case. Se in tutto ciò intervenne Cirillo, fu, senza dubbio, opportuno nell’interesse stesso degli ebrei, giacché senza l’intervento del veneratissimo patriarca è ovvio supporre quanto più gravi sarebbero stati gli effetti della reazione antisemita.
Il complice Oreste, infuriato dal vedere la piega che prendevano le cose, scrisse a modo suo all’imperatore. Ma Cirillo non perse tempo; anche egli scrisse al Cesare mandandogli un rapporto sulle scelleratezze ebraiche commesse in Alessandria. Intanto per calmare gli animi, e nell’interesse comune, Cirillo aveva mandato degli intermediari ad Oreste per calmarlo e riprendere le relazioni. Il buon Socrate che vuol sempre attribuire il male a Cirillo ed il bene agli altri, insinua che a queste pratiche di pace Cirillo era stato costretto dal popolo alessandrino: lo creda chi lo può, cioè chi non conosce la storia di quel popolo.
Quello che è certo si è che Oreste non volle sapere di pace; onde la situazione divenne sempre più tesa, e gli animi sempre più s’irritarono. I monaci, numerosissimi e ardentissimi, facili agli eccessi come quel popolo da cui direttamente venivano (il monacato egizio era quasi tutto copto, e, del resto, era laico) parteggiavano vivamente per il loro patriarca e detestavano il prefetto corrotto e corruttore.
Socrate racconta (e il beneficio dell’inventario sarebbe più che mai opportuno, ma pur troppo è impossibile) che circa cinquecento monaci della Nitria si recarono in Alessandria; e, incontrato Oreste, lo insultarono chiamandolo pagano e sacrificatore. Vistosi a mal partito, Oreste protesta di essere cristiano; ma un certo monaco Ammonio lancia un sasso che colpisce Oreste al capo; allora i littori impauriti (sic) si disperdono fra il popolo, ma questo caccia via i monaci. Ammonio è arrestato e finisce la vita tra le torture; Cirillo voleva farlo venerare come martire (Socrate, H.E., XIV).
Ugualmente sono oscuri i dati esatti della morte della filosofessa Ipazia (Socrate, XV) uccisa nei tumulti antisemiti. È certo che la sua casa era il centro non solo e non tanto di un’accademia neo-platonica, quanto di un vero partito di ellenismo politico-sociale attivamente anticristiano.
Il popolo cristiano di Alessandria non si ingannò quando nella sinagoga e nella casa d’Ipazia sentì due centri di lotta anticristiana, probabilmente alleati nella pratica dell’odio comune. Se è dunque a deplorarsi ogni eccesso in genere e la tragica fine d’Ipazia in ispecie, lo storico non può non constatare che simili eccessi furono la crisi naturale di uno stato intollerabile di cose. La sinagoga, l’ellenismo pagano, la prefettura venale e partigiana, erano tre piaghe di cui Alessandria soffriva sempre più senza vedere il come liberarsene pacificamente e legalmente. In uguali circostanze ogni tempo ed ogni luogo ha visto uno scoppio di furore del popolo che tenta curarsi da sé col ferro e col fuoco.
È facile per uno scrittore partigiano, antico o moderno, renderne responsabile Cirillo; ma non è difficile allo storico sereno ed oggettivo di mostrare la tendenziosità di certi racconti e la mancanza di prove per certe accuse.
Per la storia serena ed oggettiva Cirillo d’Alessandria è una grande figura religiosa e civile. Uomo retto, quanto risoluto e fattivo, egli vede l’errore dommatico di Nestorio come il malgoverno di Oreste; li combatte risolutamente, duramente, come i tempi e le persone lo imponevano. Se egli ebbe i difetti delle sue qualità, possiamo bene esaltarlo al disopra di tanti suoi contemporanei ed anche di tanti suoi colleghi che ebbero o difetti suoi o i difetti opposti senza avere le qualità sue o equivalenti».
Fonte: U. Benigni, Storia Sociale della Chiesa, vol. II, tomo I, pp. 406-408, ristampa del Centro Librario Sodalitium. https://www.sodalitiumshop.it/prodotto/storia-sociale-della-chiesa-opera-completa/