I Patriarchi latini di Gerusalemme – Mons. Luigi Piavi
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 54/22 del 7 giugno 2022, Santa Margherita
I Patriarchi latini di Gerusalemme – Mons. Luigi Piavi
Prosegue sul sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme la pubblicazione di schede sui Patriarchi. Dopo mons. Barlassina, patriarca dal 1920 al 1947 https://www.centrostudifederici.org/i-patriarchi-latini-di-gerusalemme-mons-barlassina/, è la volta di Mons. Piavi, che fu patriarca dal 1889 al 1905.
Monsignor Luigi Piavi – Patriarca dal 1889 al 1905
Note biografiche
17 marzo 1833: nasce a Ravenna
21 ottobre 1850: entra nell’Ordine dei Frati Minori a Bologna
22 dicembre 1855: è ordinato sacerdotale all’età di 22 anni
30 luglio 1856: parte per l’Oriente
19 agosto 1856: trascorre un anno ad Harissa per imparare l’arabo
13 agosto 1857: è nominato vicario ad Aleppo
12 settembre 1861: è nominato parroco e guardiano di Aleppo all’età di 28 anni. Fondatore della missione di Marassa
Gennaio 1873: è nominato amministratore apostolico a Beirut. È inviato in missione presso i Copti d’Egitto
Ottobre 1876: è eletto arcivescovo di Siunia, delegato apostolico e vicario apostolico di Aleppo
18 novembre 1876: viene consacrato arcivescovo all’età di 43 anni
28 agosto 1889: viene eletto Patriarca latino di Gerusalemme all’età di 56 anni
8 settembre 1889: ingresso solenne a Gerusalemme
Aprile-maggio 1890: visita pastorale a Cipro e in Galilea
28 maggio 1890: Inaugurazione della strada tra Haifa e Nazareth
8 marzo 1891: consacra Pasquale Appodia come suo vescovo ausiliare
15-21 maggio 1893: Congresso Eucaristico a Gerusalemme (con la presenza del Cardinale Lavigerie)
1893: Inaugurazione del Seminario Patriarcale Latino di Gerusalemme
27 aprile 1902: consacrazione di Mons. Luigi Piccardo vescovo titolare di Cafarnao e suo ausiliare
22 aprile – 21 maggio 1904: Visita pastorale a Cipro
27 maggio 1904: viaggio a Roma fino al 23 agosto
18 gennaio 1905: contrae la polmonite
21 gennaio 1905: riceve gli ultimi sacramenti
24 gennaio 1905: muore all’età di 72 anni.
Fatti
Luigi non è il suo nome di nascita
Il vero nome di mons. Piavi era Giuseppe Piavi. Assunse il nome di Luigi da Ravenna l’8 ottobre 1851, quando emise la professione presso i Frati Minori di Bologna.
Egli stesso ha parlato delle difficoltà del suo compito con tutta lucidità.
Eletto Patriarca Latino di Gerusalemme nel 1889, pochi mesi dopo la morte di Mons. Bracco, e dopo essere stato Delegato Apostolico e Amministratore Apostolico della Siria come Arcivescovo titolare di Siunia, Mons. Piavi fa una descrizione significativa dei suoi compiti: “Sulla tratta ferroviaria che va da Gerusalemme a Giaffa, – ebbe a dire – ci sono gole profonde. In una di esse ho la mia grotta preferita. La si vede dal treno. È lì, quando vado via da Gerusalemme, che deposito tutti i miei guai, tutte le mie preoccupazioni… per riprendermele al mio ritorno!”
Invece di creare nuove missioni, consolidò quelle antiche
Mentre mons. Valerga e mons. Bracco hanno lasciato numerose missioni in tutta la diocesi, è stato mons. Piavi ad assumersi il compito di farle crescere e rafforzare. Con l’aiuto di padre Guglielmo Barberis, architetto che curò la costruzione del seminario di Gerusalemme, e dei suoi vescovi ausiliari, mons. Appodia e mons. Piccardo, il Patriarca L. Piavi costruì chiese, cappelle, conventi, e scuole nominando presbiteri in ogni missione della diocesi. Sempre disponibile, mons. Appodia è stato spesso il referente di quei missionari un po’ intimiditi dal Patriarca; si occupò anche di molte visite pastorali e cerimonie pontificie del Patriarcato. Fondò una sola missione: quella di Mouqeibleh, affidata alla Custodia di Terra Santa.
Aveva due vescovi ausiliari per aiutarlo
A causa della sua salute cagionevole, mons. Piavi chiese subito a Roma qualcuno che lo assistesse nei suoi pesanti doveri di patriarca. Il 13 febbraio 1891 mons. Pasquale Appodia divenne così vescovo titolare di Capitolias (oggi Beit Ras in Giordania) e vescovo ausiliare di Gerusalemme. Fu consacrato da mons. Piavi nel Santo Sepolcro un mese dopo. Naturalmente disponibile, mons. Appodia è stato sollecito con i missionari del Patriarcato; si occupò anche di molte visite pastorali e cerimonie pontificali del Patriarcato. Morì nel 1901 per un ictus, e gli successe mons. Louis Piccardo, che assunse la direzione della diocesi dopo la morte di mons. Piavi, in attesa della nomina del nuovo Patriarca.
Come il suo predecessore, introdusse in Terra Santa molte congregazioni religiose
Come accennato in precedenza, durante il suo mandato di patriarca mons. Piavi non ha costituite nuove missioni. Tuttavia, non si accontentò di consolidare quelle antiche: infatti, per rispondere ai crescenti bisogni delle comunità latine della diocesi, incoraggiò l’arrivo di diverse congregazioni nel territorio del Patriarcato latino. Si possono citare in particolare i Trappisti, stabiliti a Latrun, i Salesiani, i Lazzaristi, i Carmelitani, i Benedettini, i Religiosi dell’Hortus Conclusus e i Passionisti.
Aveva un rapporto complicato con la Francia, che all’epoca era molto coinvolta in Terra Santa
Mentre La Croix lo inondava di lodi: “Sua Eccellenza si è sempre mostrato all’altezza della missione difficile e delicata che spetta al Patriarca di Gerusalemme”, Le Figaro ha parlato di lui con un tono completamente diverso: “Un puro dilettante, un abile diplomatico, egli agisce direttamente contro gli ordini del Santo Padre e della Propaganda Fide. Soprattutto, questo italiano, vuole far trionfare l’Italia”. Obiettivamente le ragioni di queste tensioni derivano da due fatti: la nazionalità italiana del Patriarca e il fatto che fosse un frate francescano. A quel tempo, la Francia era molto attaccata al suo protettorato e alcuni volevano vedere un francese alla guida del Patriarcato latino. Inoltre, a causa della loro lunga presenza in Terra Santa, c’era una certa sfiducia nei confronti dei francescani. Tutto ha funzionato contro mons. Piavi, che in risposta ha adottato una posizione molto ferma nei confronti della Francia. Sebbene ciò gli abbia creato molti nemici tra i francesi, è stato in grado di mantenere con successo il suo posto e il suo grado.
Ha partecipato all’VIII Congresso Eucaristico di Gerusalemme
Questo congresso, celebrato nel 1893, mirava a diffondere il cristianesimo cattolico in Oriente ma fu anche un’occasione per papa Leone XIII di affrontare diverse questioni complesse, come la nascita di nuove missioni protestanti in Terra Santa, lo stato generale della Chiesa in Oriente o la presenza ottomana. La questione del protettorato francese ha anche cristallizzato il dibattito, in particolare tra il Vaticano e Propaganda Fide, tanto più che il Congresso era composto principalmente da italiani (Custodia di Terra Santa e Patriarcato latino) e dai francesi (Assunzionisti e Padri Bianchi). Tra i 732 partecipanti c’erano anche belgi… e 212 donne.
L’imperatore Guglielmo II gli ha conferito una medaglia
Nel 1898, il patriarca Luigi Piavi ricevette la visita dell’imperatore tedesco Guglielmo II durante una visita politica nell’impero ottomano, durante la quale visitò Istanbul, Haifa, Betlemme, Gerusalemme, Giaffa, Beirut e Damasco, tra gli altri luoghi. In questa occasione Mons. Piavi ha ricevuto il cordone e la medaglia dell’Aquila Rossa, Prima Classe dell’Ordine cavalleresco del Regno di Prussia. Ricambiò questo onore postumo nel 1905, facendo indossare all’Imperatore, allora in visita a Metz, le insegne dell’Ordine del Santo Sepolcro, dopo aver ottenuto l’approvazione del Papa. Fu il cardinale Kopp a portarglielo, affermando: “Profondamente commosso dal dono generoso che Vostra Maestà ha fatto ai cattolici tedeschi, il Patriarca Piavi ha voluto perpetuare la memoria di questo pellegrinaggio imperiale conferendo a Vostra Maestà la più alta onorificenza a sua disposizione, cioè le insegne dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro».
Era l’opposto del suo predecessore, mons. Bracco
Come accennato in precedenza, alcuni missionari, temendo di avvicinare mons. Piavi, hanno preferito chiedere prima al suo vescovo ausiliare, mons. Appodia. Mons. Piavi aveva un carattere molto diverso dal Patriarca che lo aveva preceduto, che era considerato “gentile e santo”; egli era più austero, amava le battute pungenti e mostrava una natura meno sensibile stando con i piedi per terra. Questa “maschera” di severità gli diede una reputazione tra alcuni come un uomo freddo, soprattutto perché raramente visitava la sua diocesi a causa della sua salute molto delicata. Tra coloro però che lo conoscevano intimamente, pochi lo descriverebbero come tale. Mons. Piavi ha mostrato spesso anche grande gentilezza e interesse per le sue missioni e per la gente della sua diocesi.
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