1796: quando il Tirolo sì consacrò al Sacro Cuore
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 55/14 del 3 giugno 2014, Santa Clotilde
31 maggio 1796: la devozione al Sacro Cuore di Gesù e il voto solenne dei nostri antenati
Penso che tutti noi, nelle nostre case o in quelle dei nostri vecchi, dei nostri nonni, abbiamo notato, su di un altarino nell’angolo della casa, o in un quadro appeso alla parete di una vecchia cucina, con il lumino rosso sempre acceso, l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, dolorante, afflitto e sanguinante.
Ė una devozione quella del Sacro Cuore di Gesù, presso di noi, che risale a diversi secoli addietro ed è culminata giusto duecento anni or sono (1796) con un voto solenne di tutte le nostre popolazioni appartenenti al vecchio Tirolo Storico (Trentino-Alto Adige e Tirolo del Nord). Questa devozione fu il pilastro portante della religiosità dei vecchi della nostra terra sin dai secoli XV e XVI.
Certo, essa appartenne ed appartiene a tutte le comunità dei fedeli cristiani nel mondo, ma la storia della nostra terra ci insegna e mette in evidenza il particolare valore che i vecchi tirolesi, sia di lingua italiana, tedesca e ladina, attribuirono a questa popolare pratica religiosa, che sin dal Medio Evo era stata raccomandata dalla Chiesa.
A tal proposito è doveroso ricordare il santo olandese Petrus Canisius, gesuita dal 1543, poi patrono della diocesi di Innsbruck e, dal 1571 al 1577, rappresentante dell’Imperatore Asburgico al Concilio di Trento.
Fu il Santo Canisius che diffuse con accorata fede la devozione al Sacro Cuore di Gesù in Tirolo, con spirito altamente missionario di paese in paese, che non mancò di colpire – allora come nei secoli successivi – il cuore degli abitanti di quello che usava definire il Land in Gebirge (regione fra i monti). L’entusiasmo religioso e la devozione al Sacro Cuore di Gesù delle nostre popolazioni non si spense certo al sorgere di eventi storici come l’invasione del generale francese Vendòme nel 1703, con la distruzione di diversi tra i più belli castelli del Trentino. Il culmine però venne raggiunto quando la minaccia francese nel 1796 portava il nome di Napoleone, allora generale d’armata, che si apprestava ad invadere il Vecchio Tirolo.
La costernazione popolare che ne seguì indusse il Principe Vescovo di Trento, il Principe Vescovo di Bressanone, i rappresentanti di tutti gli stati sociali, i capitoli delle cattedrali di Bressanone, Trento, Rovereto ed Arco, tutta la nobiltà, il clero ed i dicasteri e un’immensa folla da tutta la regione, a raccogliersi nella Cattedrale di Bolzano il 31 maggio 1796, qui venne fatto voto solenne, eleggendo il Sacro cuore di Gesù, Patrono del Tirolo Storico. Per iniziativa del prelato cistercense Sebastiano Stockl di Stams, in ricordo della disposizione spirituale degli antenati, venne stabilito di assicurarsi il soccorso del Cielo sulle opere di difesa del territorio tirolese facendo Voto Solenne che, da allora in poi, la Festa del Sacro Cuore di Gesù sarebbe stata celebrata nelle forme più solenni. Il pontificale che ne seguì sancì l’alleanza spirituale del territorio tirolese con il Sacro Cuore di Gesù.
La fiducia dei Tirolesi non fu delusa. In ognuna delle otto invasioni che ne seguirono da parte francese e franco-bavarese, il popolo si strinse solidale attorno ai suoi rappresentanti religiosi, forte della fiducia sempre riposta in Gesù ed in sua madre Maria. (…)
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Il Sacro Cuore di Gesù: perché ricordarlo?
Nel lontano 1796 di fronte alla minaccia incombente delle truppe di Napoleone che si preparavano ad invadere il Tirolo, le genti montanare tirolese si votarono al Sacro Cuore di Gesù e da questa fede religiosa e morale riuscirono a trarre energie inimmaginabili atte alla difesa di quel lembo di terra che allora era il Tirolo. Voto rinnovato in occasione delle solenni celebrazioni del centenario tenutosi nell’anno 1896.
Nel momento presente di decadimento della viva fede e della sana morale niente di più puro e bello è il ricordare l’antico voto fatto dalle nostre genti per chiedere al Sacro Cuore di Gesù la vittoria nelle battaglie contro coloro che vogliono privarci della libertà e ancor di più contro coloro che vogliono pervertire la sana morale e i sani princìpi. (…) Le nostre genti moderne confuse dalle apparenti battaglie politiche, tendono a non comprendere che il vero obiettivo del contendere non era l’identità tirolese in se, bensì ciò che più univa insieme la loro esistenza, e questa era, e forse ancora è la religione cristiana cattolica. La motivazione religiosa risulta poi evidentissima nella grande insorgenza del 1809, corale reazione popolare al tentativo di cristianizzazione voluto dal ministro conte di Montgelas, affiliato alla setta massonica degli.
E qui è d’obbligo parlare di Andreas Hofer (1767-1810) di lui è stato scritto “profondamente onesto e ragionevole, buono, gentile e sereno, delle volte anche spiritoso, ma sempre guidato da un senso pio e cristiano”, aveva un amore grande per la sua Heimat, il paese del suo focolare e dei suoi avi, la terra delle sue tradizioni profonde, il fazzoletto di monti, di boschi, d’acque limpide e di piccole città nel quale aveva visto la luce. E degli Schützen, in Trentino allora chiamati “sizzeri”, i quali non erano che gli antichi difensori della patria e dei quali certa storiografia parla dando però una spiegazione storica falsata, nel definirli briganti quali però non erano.
Loro gli Schützen portavano, e portano sulle loro bandiere e stendardi chi il Sacro Cuore chi la Madonna chi i Santi, per loro, le Schützen Kompanie, non conta solo l’anno civile, esse tengono presente anche quello liturgico-religioso che comincia con l’Avvento. (…)
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