11/12/1917: l’effimera liberazione di Gerusalemme
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 98/22 del 12 dicembre 2022, Sant’Epimaco
11/12/1917: l’effimera liberazione di Gerusalemme
L’11 dicembre 1917 le truppe dell’Intesa (tra cui il regio esercito italiano) entravano a Gerusalemme, dopo aver sconfitto l’esercito ottomano. Dopo sette secoli la Palestina ritornava sotto il controllo di nazioni ‘cristiane’ e molti salutarono l’avvenimento come l’inizio della restaurazione del Cristianesimo in Terra Santa. La ricostruzione di diverse chiese cattoliche sembrava suffragare queste speranze, ma il mandato britannico si rivelò ben presto lo strumento del sionismo per impossessarsi della Palestina e quindi dei Luoghi Santi. Pochi decenni dopo i cattolici rimpiansero addirittura i secoli di dominazione turca, come testimonia la frase finale dell’articolo di padre Ferdinando Diotallevi (Custode della Terra Santa dal 1918 al 1924).
Segnaliamo ai lettori due documenti sulla liberazione della Terra Santa nel 1917 e la successiva occupazione sionista: un’annotazione di un parroco marchigiano che manifestava l’entusiasmo di questi giorni e il già citato articolo di padre Diotallevi, pubblicato nel 1922, col quale il Custode denunciava il progetto sionista e le conseguenze disastrose per la Chiesa. Segnaliamo inoltre due atti del magistero di Pio XII sulla questione palestinese e in particolare sullo status di Gerusalemme. Donald Trump, con la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato autoproclamatosi nel 1948, ha contraddetto radicalmente le rivendicazioni di papa Pacelli.
Annotazioni di un parroco marchigiano
ANNO 1917 December 31 Festum S.ti Silvestri
(…) IL GIORNO 11 DICEMBRE L’ESERCITO INGLESE CON REPARTI DI TRUPPE ITALIANE E FRANCESI, A MEZZOGIORNO POTE’ ENTRARE NELLA CITTÀ SANTA DI GERUSALEMME, TOGLIENDOLA ALL’ABORRITO GIOGO MUSULMANO.
Nel ringraziare pertanto Iddio con IL TE DEUM solito cantarsi ogni anno il 31 dicembre per le grazie largiteci, questa volta in modo speciale commossi lo ringraziamo per il bel dono che ha voluto elargire alle armi cristiane, ridandoci GERUSALEMME. (…)
“Annotazioni di don Edoardo Scipioni sulla vacchetta delle Messe pro – populo dal 1900 al 1952″, a cura di Edmondo Luchetti, Dattiloscritto, settembre 1991.
I Luoghi Santi dopo l’entrata delle truppe cristiane
Il 9 Dicembre 1917 (l’11 dicembre, ndr) le truppe inglesi con la scorta d’onore dei rappresentanti delle alleate Italia e Francia entravano facilmente nella città santa, Gerusalemme. I popoli cristiani ne fecero feste ovunque, e si abbandonarono a lirismi, che ai più preveggenti parvero esagerati. Il re d’Inghilterra si felicitava col comandante in capo dell’esercito britannico, Generale Allemby che nel prendere la città aveva risparmiato da ruine il Sepolcro di Gesù Cristo.
L’universale ebbrezza, i festeggiamenti dimostravano la gioia come pel trionfo di una nuova Crociata, che avesse liberato per sempre dalle mani degl’infedeli quanto vi è di più prezioso per il cuore cristiano, i Luoghi santi, i Santuari della nostra redenzione.
Si credeva allora da taluni che i Luoghi santi, liberati da un governo infedele, sarebbero stati restituiti al Cattolicismo, che su di loro ha dei diritti inalienabili e che non possono contrastarsi e neppure mettersi in discussione da qualunque società, si chiami pure delle nazioni.
Ma purtroppo tante rosee speranze, tanti desideri s’infransero nel vuoto creando nei cuori un sentimento d’infinita tristezza, perché la Palestina tolta di mano al governo turco, che aveva la massima deferenza verso le confessioni cristiane, è stata data virtualmente mano agli ebrei, che tentano di rimettere nel paese di Gesù il loro seggio e dal quale vorrebbero avviare l’attuazione del loro sogno perenne, cioè il dominio di tutto il mondo.
A questo scopo si è coalizzata l’alta finanza giudaica d’Europa e di America, che unita al largo concorso finanziario e morale del protestantesimo, ha messo in opera tutte sue tristi ingerenze nella vita politica, letteraria, artistica, giornalistica per formare l’opinione pubblica, che fortunatamente incomincia a comprendere la triste realtà delle cose, cioè che della Palestina, del paese di Gesù se ne vuol fare un dominio giudaico, che ben presto arriverebbe a distruggere i monumenti più cari al nostro cuore, i Luoghi santi e l’influenza religiosa e civile che ha costato sangue a tante generazioni di popoli occidentali.
Quindi i cattolici specialmente in Palestina vengo allontanati dai pubblici uffici per darli ad ebrei; leggi restrittive sono emanate per le scuole e per le manifestazioni religiose, facendosi di tutto per convertire quella Terra santa in luogo di diporto, divertimento, di malcostume (oggi Tel Aviv è una delle capitali del turismo omosessuale, ndr).
I Luoghi santi anziché essere liberati, si trovano nella condizione forse peggiore prima, perché con pretesti mendicati e puerili si proibisce ancora di riedificare ricordi che prima esistevano, da far dire ad un mussulmano in un circolo di cristiani: “stavate meglio, quando stavate peggio”.
“L’Almanacco di Terra Santa pel 1922”, Tipografia dei PP. Francescani, Gerusalemme, pagg. 35-36.
Pio XII, AUSPICIA QUAEDAMdel 1° maggio 1948
https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_01051948_auspicia-quaedam.html
Pio XII, REDEMPTORIS NOSTRI del 15 aprile 1949
https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_15041949_redemptoris-nostri-cruciatus.html